Veneto

STRUTTURA TERRITORIALE NEWS

Presidente regionale

RITA FUSINATO

 

3666141757 - Gruppo Telegram Anief Veneto: https://t.me/aniefVE Whatsapp: https://chat.whatsapp.com/EqZIcRmUxL13QmTmyjkqoI


REFERENTI

AFAM

FEDERICA FOGLIA

 

 

ATA

ROBERTO VELLA

 

3371182990 - Consulenza telefonica dal lunedì al venerdì dalle ore 15:00 alle ore 17:00

 

Formazione

DAVIS ZAPPIA

 

Dall'01/07/24 al 31/08/24 Consulenza telefonica dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 11.30 al 3453302370

 

Educatori

ALBERTO RUGGIN

 

 

Verona

Presidente provinciale

RITA FUSINATO

 

0458204304

Consulenza telefonica dal lunedì al venerdì dalle 09:30 alle 11:30 e dalle 16:00 alle 18:00

Venezia

Presidente provinciale

DAVIS ZAPPIA

 

3453302370

Dall'01/07/24 al 31/08/24 Consulenza telefonica dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 11.30

Vicenza

Presidente provinciale

ANGELO BURGIO

 

Coordinatore pro tempore 0458204304

consulenza telefonica al 3316679827 dal mercoledì al venerdì dalle 18.00 alle 19.00


COLLABORATORI

ANGELO BURGIO

LIBORIA BELLANTI

Padova

Presidente provinciale

ALBERTO RUGGIN

 

Coordinatore pro tempore (tel.0458204304 - 3666141757)

Ricevimento per appuntamento da richiedere scrivendo a padova@anief.net [Consulenza telefonica: dal lunedì al venerdì 16.00-18:00]


COLLABORATORI

GIAMPAOLO ROSSI

DAVIS ZAPPIA

345 3302370

Dall'01/07/24 al 31/08/24 Consulenza telefonica dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 11.30

Belluno

Presidente provinciale

LUCILLA ROVETTO

 

3357122949

[Consulenza telefonica dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 17.00]

Rovigo

Presidente provinciale

RITA FUSINATO

 

Coordinatore pro tempore (tel.0458204304 - 3666141757)

[Consulenza telefonica: dal lunedì al venerdì 16.00-18:00]


COLLABORATORI

PIERANGELA VESENTINI

Treviso

Presidente provinciale

RITA FUSINATO

 

Coordinatore pro tempore (tel.0458204304 - 3666141757)

[Consulenza telefonica: dal lunedì al venerdì 16.00-18:00]


COLLABORATORI

LUIGIA RONZANI

FRANCESCA FIDONE

MICHELE D'ANDREA

DAVIS ZAPPIA

345 3302370

Dall'01/07/24 al 31/08/24 Consulenza telefonica dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 11.30

Anche quest’anno si ripresenta l’annoso problema del mancato pagamento dei precari della scuola. La situazione, a dire il vero, è peggiorata: perché nell’anno scolastico in corso, il 2021/22, riguarda non solo i supplenti brevi, a cui solo nelle ultime settimane è stato garantito il pagamento delle mensilità di maggio e giugno 2021, ma anche i precari con contratto fino al 30 giugno, i quali in alcuni casi, per colpa di ritardi di inserimento del contratto, non hanno ancora ricevuto le prime due mensilità di questo anno scolastico. “Come sempre, purtroppo, è calpestata la dignità dei lavoratori, sebbene le scuole abbiano necessità del loro contributo il trattamento riservato ai supplenti è inaccettabile”, commenta Marcello Pacifico, presidente Anief. Il giovane sindacato rappresentativo, facendo seguito alle numerose segnalazioni ricevute, ha inviato una richiesta di chiarimenti al Ministero dell’Istruzione affinché la situazione non si protragga.
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La Commissione Affari Costituzionali del Senato continua ad operare per l’esame degli emendamenti al disegno di legge Green pass ter “Conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, sulle misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening”. Le richieste di modifica del testo originario del ddl – che dovrà essere convertito entro il 20 novembre e, dopo questa fase in esame, passerà alla Camera dei deputati per la definitiva approvazione – contengono anche ben 14 emendamenti proposti da Anief.

“Il nostro sindacato – dichiara il suo presidente nazionale Marcello Pacifico – ritiene che non si possono aggravare i carichi di responsabilità dei lavoratori della scuola, di tutti i lavoratori del pubblico. Per questo, la nostra opera continua incessante per evitare le imposizioni illegittime, come il Green Pass per accedere al lavoro, ampliare il numero di dipendenti e delle sedi, ridurre la quantità di alunni per classe, migliorare gli stipendi, agire su educatori e Ata”.
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CONCORSO STEM: IN ARRIVO NUOVA PROCEDURA ORDINARIA. ANIEF: PRIMA ASSUNZIONE DEGLI IDONEI DEL 2021 E RILANCIO DEL DOPPIO CANALE E PERCORSI ABILITANTI
Presentata ai sindacati la bozza del decreto interministeriale con l’assegnazione dei posti per il nuovo concorso ordinario STEM. Previsti oltre 6mila posti per le discipline scientifico-matematiche che saranno assegnati con la procedura concorsuale “semplificata” dal decreto sostegni-bis dello scorso luglio.

Marcello Pacifico (ANIEF): prima di avviare una nuova procedura si devono assegnare tutti i posti non assegnati per rinuncia agli idonei dello STEM 2021. È chiaro, tuttavia, che lo strumento del concorso, ordinario o straordinario che sia, ha mostrato in questi anni tutta la propria insufficienza per risolvere il problema del precariato e garantire alle scuole i docenti di cui hanno bisogno. Bisogna rilanciare immediatamente il doppio canale e ripristinare i percorsi abilitanti o il sistema non reggerà ancora a lungo.
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"Anche in Italia c'è un sostanziale aumento di casi da Covid19, solo che quelli delle scuole continuano volutamente a non essere diffusi: è assodato, comunque, che la politica del ritorno in classe senza distanziamento sta producendo quella recrudescenza di casi che avevamo annunciato solo noi e pochi altri. Fare cadere la distanza minima di un metro tra gli alunni, mantenendo gli stessi locali scolastici e senza sdoppiare il numero degli allievi presenti, ci sta portando dove temevamo. Avere imposto l'illegittimo e discriminante Green Pass, che noi continuiamo a contrastare nei tribunali, è stato solo uno specchietto per le allodole: tutta l'attenzione mediatica si è spostata sul possesso del certificato verde, senza riflettere sul fatto che su dieci milioni di individui presenti a scuola, ben oltre la metà, considerando soprattutto tutti gli alunni fino 12 anni, non si sarebbero mai potuti vaccinare". A dirlo è dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief sul ritorno all'uso delle mascherine in alcuni Paesi europei. "La verità è che all'estero sono ripartiti con la didattica in presenza predisponendo misure organizzative poco rigorose, come in Francia, dove si è tornati a lezione senza nemmeno l'obbligo di indossare la mascherina, adesso devono correre ai ripari. Speriamo di sbagliarci, ma - conclude Pacifico - con l'arrivo del freddo secondo noi sono alte le possibilità che anche l'Italia si ritrovi ad essere costretta ad una stretta sulle condizioni di svolgimento delle lezioni a scuola". (ANSA).


Il Ministro Bianchi ha confermato la pubblicazione dei bandi dei Concorsi ordinari per docenti Infanzia, Primaria e Secondaria entro il 2021, a breve sarà inoltre pubblicato il bando per DSGA con una procedura riservata ai Facenti funzione. Ne parliamo martedì 9 novembre (16.30 - 18.00) con la Prof.ssa Maria Grazia Corrao. Segui la diretta:

“Concorsi scuola 2022: prove in corso e bandi in arrivo. Cosa c'è da sapere?”

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Seminari rivolti ai docenti neo assunti.

DATE PREVISTE
09-11-21 per le province di Belluno, Treviso, Venezia
11-11-21 per le province di Padova e Verona
data modificata 19-11-21 per le province di Rovigo e Vicenza

Temi trattati:
- Stato giuridico del docente neo assunto
- Percorso annuale di formazione iniziale e prova
- La piattaforma INDIRE per i neo assunti
- Prova disciplinare di idoneità assunti da Prima Fascia GPS
- Organico dell'autonomia e potenziamento
- Mobilità territoriale e professionale: vincoli e prospettive
- Piattaforma SOFIA e Carta del docente
- Ricostruzione di carriera e scatti stipendiali

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Il Ministero dell'Istruzione fornisce una sintesi dei principali contenuti della legge di conversione n. 133/2021 entrata in vigore il 2 ottobre 2021, concernente la certificazione verde Covid-19 in ambito scolastico.
Con nota n. 1534 del 15 ottobre 2021, il Ministero dell'Istruzione, a seguito della legge di conversione (al D.L. 111/2021) n. 133 del 24 settembre 2021 che disciplina in maniera unitaria l'impiego della Certificazione verde Covid-19 in ambito scolastico, ha fornito una sintesi dei principali contenuti al fine di chiarire le richieste pervenute dalle Istituzioni scolastiche riguardo l'attuazione della norma.
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Si parla molto delle somme negate in busta paga ai dipendenti della scuola: ma di quali cifre stiamo parlando? Cosa è stato negato a docenti, Ata, educatori e tutte le professionalità arrivate all’immissione in ruolo dopo anni di precariato? Per saperlo, in modo dettagliato, il sindacato Anief ha predisposto un sistema automatizzato e immediato.

Ad annunciarlo è stato Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato: durante una video-intervista all’agenzia Teleborsa, il sindacalista spiega che “si tratta di un calcolatore che in due minuti al massimo, dopo l'inserimento dei dati generali, calcola quanti soldi deve lo Stato per il periodo di precariato”. L’idea di quantificare le differenze retributive, e valutare se e come presentare ricorso, è nata dalla spinta degli stessi lavoratori: "Sempre più insegnanti” e dipendenti “hanno chiesto ad Anief com'è possibile” tutelarli: si rendono conto che nel corso degli anni gli sono stati negati dei “diritti fondamentali, che devono ora essere riconosciuti dallo Stato. E noi, come sindacato, grazie al grande supporto del nostro ufficio legale, siamo riusciti a farli riconoscere nei tribunali. Sono diritti che alla fine portano ad un risarcimento, a un credito nei confronti dello Stato che può arrivare fino a 30-40 mila euro. Per questo Anief sta predisponendo un sistema molto semplice” per quantificarli.
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A quanto ammonta il disavanzo economico che penalizza ogni mese gli stipendi dei nostri insegnanti? Tuttoscuola ha provato a rispondere a questa domanda e la cifra che ne è scaturita è più che significativa: “si può calcolare che un professore della secondaria di II grado nei 25 anni finali della sua carriera percepisca complessivamente circa 250mila euro in meno dei suoi colleghi europei”, scrive oggi la rivista specializzata. La stima è attendibile, perché giunge all’indomani della pubblicazione del rapporto Eurydice chiamato Teachers’ and school heads’ salaries and allowances in europe 2019/20, ma anche dell’annuale studio Aran sui dati dei dipendenti dei comparti pubblici, relativamente alle retribuzioni medie, al personale occupato in base all’età, al genere e ai titoli di studio posseduti.



“Questi dati confermano la bontà della nostra richiesta: per cambiare il corso delle cose occorrono almeno 300 euro netti al mese in più a dipendente; se poi vogliamo recuperare il gap europeo, allora l’aumento deve essere di circa 600-650 euro”, ribadisce Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief. “L’esiguità dei compensi assegnati al personale della scuola italiana diventa poi ancora più intollerabile nel momento in cui si scopre che oltre la metà dei lavoratori della Scuola è laureato, unico caso nella PA, ma lo stipendio annuo risulta il più basso dei comparti pubblici, assieme alle Funzioni Locali, appena sopra i 30mila euro a fronte di quasi 37mila euro medi percepiti in media nella PA. Noi continuiamo a sperare che il Governo cambi registro, già in fase di revisione della Legge di Bilancio, dando così seguito a quel Patto per la Scuola di Palazzo Chigi sottoscritto lo scorso maggio che sinora è stato totalmente disatteso, anche sul fronte della valorizzazione del personale a cui va data la possibilità di fare carriera all’interno della stessa amministrazione e non, come avviene oggi, entrare in ruolo con un ruolo e andare in pensione con le medesime funzioni. Riteniamo che gli aumenti adeguati in busta paga e l’adozione delle figure professionali superiori – conclude Pacifico - siano alla base del rinnovo del contratto di categoria”.
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Schede, verbali, programmi da realizzare, in itinere e svolti, monitoraggi continui, incontri, riunioni, aggiornamenti, tutoraggi, assistenze, confronti. E chi più ne ha ne metta. Sono le tantissime ore passate dagli insegnanti fuori dall’aula. Il contratto ne prevede 80, più altre ulteriori obbligatorie, come gli scrutini. Ma sono molte di più: la stampa specializzata descrive il “docente-burocrate, che spesso deve fare i salti mortali per far quadrare tutte le attività assegnatogli”. E dà voce a chi sempre più si lamenta per i “troppi progetti, riunioni e adempimenti”: i docenti dicono di essere troppo spesso alle prese con “progetti che sembrano non finire mai” e “per non parlare delle riunioni”.



Anief conferma che è diventato iper-complesso e impegnativo fare oggi l’insegnante in Italia. “A rendere ancora più difficile lo svolgimento della professione – spiega Marcello Pacifico, il suo presidente nazionale – è la mancata considerazione del lavoro svolto da parte del datore di lavoro, che in questo caso è lo Stato. Noi, per compensare questa mancanza, abbiamo chiesto due miliardi aggiuntivi per il rinnovo contrattuale di categoria, proprio per andare a finanziare le indennità oggi non considerate in busta paga, ma oggettivamente da adottare perché conseguenti ad attività lavorative e rischi professionali reali. L’incongruenza è venuta fuori anche durante le tante assemblee che Anief ha organizzato e sta predisponendo in questo periodo nelle scuole, da cui sta scaturendo la piattaforma di contrattazione che si spera al più presto potremo consegnare e discutere con l’amministrazione scolastica”
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Utilizzare gli anticipi pensionistici in vigore oggi per anticipare l’uscita dal lavoro: a dirlo, aggi a Repubblica, non è un economista qualsiasi, ma Elsa Fornero, l’ex ministra del Lavoro del Governo Monti che nel 2011 introdusse la riforma sulla previdenza che oggi costringe tantissimi dipendenti a rimanere al lavoro fino alle soglie dei 70 anni pur avendo un numero altissimo di anni, anche 40, di contributi.
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Nell’incontro odierno per la confederazione CISAL erano presenti il Segretario Organizzativo CISAL Velardi Davide e i Segretari Generali Anief Stefano Cavallini e Gianmauro Nonnis

Nella nuova bozza vengono recepite e inserite nel testo alcune proposte CISAL presentate nell’ultimo incontro tra cui la possibilità di inviare con PEC le liste dei candidati rendendo la procedura più semplice e a distanza.

Molto importante a parere del sindacato è anche l’inserimento nel testo della parte per il personale a tempo determinato dove viene esplicitato per tali lavoratori il diritto sia all’elettorato passivo che attivo.

Perplessità sulla parte relativa alla decadenza della RSU se si raggiunge il numero di 2 componenti. Nella maggior parte delle istituzioni scolastiche le componenti RSU sono 3. Negli ultimi 4 anni in molte scuole sono rimaste in carica RSU il cui numero di componenti è sceso da 3 a 2 per svariati motivi. Lasciare il limite di 2 componenti nel testo del nuovo ACQ porterebbe alla decadenza della RSU in molte scuole italiane con grave danno alla rappresentanza dei lavoratori.

“C’è bisogno di una ulteriore riflessione su questi nuovi importanti documenti da sottoscrivere – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - Il nuovo ACQ e il nuovo regolamento elettorale devono comunque tener presente che queste elezioni si faranno in un periodo pandemico particolare. Bisogna, pertanto, snellire le procedure e non appesantirle anche perché la campagna elettorale si avrà in condizioni di difficoltà di accesso nelle scuole”.

Il sindacato continuerà con forza a presentare le proposte esposte per portare avanti le proposte che non comportino una compressione del diritto di voto sia passivo che attivo per i lavoratori e che permettano modalità semplificate per la presentazione delle liste.
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Dopo il blocco di inizio anno scolastico, da alcuni giorni è stata riattivata la piattaforma Carta del docente con l’accredito dei 500 euro da spendere per l’aggiornamento annuale introdotto con la Legge 107 del 2015: gli esclusi dalla Carta, in particolare i supplenti annuali, continuano a farsi sentire. Anche con proteste vibranti. La condizione essenziale per usufruire della carta del docente è quella di essere docente di ruolo. Solo che i compiti di un docente con contratto a tempo determinato sono i medesimi dei colleghi già immessi in ruolo: sono tenuti a svolgere anche la formazione obbligatoria di 25 ore prevista per tutti gli insegnanti che svolgono lezioni in classi dove è presente almeno un alunno disabile. È di questi giorni, infine, anche l’avvio di una petizione on line, che ha già raccolto 12 mila adesioni.

Il sindacato Anief continua a reputare del tutto illegittima l’esclusione dei docenti precari dall’accesso alla card annuale per l’aggiornamento dei docenti, compresi coloro che sono stati individuati da prima fascia GPS per gli incarichi utili all’immissione in ruolo dalle stesse GPS. La carta è stata negata anche agli immessi in ruolo da concorso straordinario con retrodatazione giuridica. Il sindacato non ci sta e invita tutti i docenti precari, a partire da tutti i supplenti annuali, oltre che assunti da o immessi in ruolo con retrodatazione al 1/9/2020 (ai fini del recupero della carta spettante per l'a.s. 2020/2021) a ricorre al giudice così da ottenere il riconoscimento della Carta docenti annuale. Sempre in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia europea, recentemente sollecitata dal Giudice del lavoro di Vercelli su ricorso presentato dalla stessa organizzazione sindacale autonoma.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “è ora di finirla con i lavoratori considerati di rincalzo e quelli di maggiore rilievo. Un dipendente è tale per quello che fa sul posto di lavoro, non per il tipo di contratto che ha sottoscritto. È una regola base che vale in tutti i Paesi moderni, ma che in Italia non si vuole applicare. In attesa che il giudice europeo ci dica se tutto questo è lecito, se è possibile nel 2021 continuare a trattare dei lavoratori come se fossero dei paria, non possiamo che invitare tutti coloro che non vogliono soccombere a questa ennesima a ricorre al giudice. Stiamo assistendo ad una vera ingiustizia contro i precari, già vessati economicamente perché senza scatti stipendiali e con il compenso bloccato per nove anni consecutivi dopo il ruolo, per non parlare delle mancate indennità e dei mesi estivi sottratti: qualora il giudice dovesse darci ragione – conclude Pacifico - , stavolta c’è anche la concreta possibilità di recuperare la quota annuale di 500 euro di aggiornamento a partire dal 2016”.
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Di male in peggio: anziché allargare a tutte le figure professionali della scuola l’anticipo pensionistico a 63 anni previsto per chi aderisce all’Ape Sociale, la Commissione preposta, presieduta dall'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano e che opera tenendo conto dei criteri Inail, avrebbe inaspettatamente deciso di escludere dalla lista dei lavori gravosi anche i docenti della primaria e i collaboratori scolastici precedentemente inclusi. L’annuncio è stato fatto dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in una audizione alla Commissione Lavoro della Camera illustrando alcuni criteri delle novità in arrivo. Tra queste, riferisce Orizzonte Scuola, vi sono nuove attività che entrano nella categoria definita “gravosa”, ha spiegato Tridico: ci sono i conduttori di impianti, i saldatori, i fabbri e gli operai forestali e addirittura gli operatori della cura estetica.

“Tranne qualche eccezione – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – viene considerato gravoso in Italia solo il lavoro fisicamente probante. Mentre non si contempla il fatto che vi sono delle occupazioni, come quelle della scuola, fortemente stressanti, come dimostrato dall’alto numero di caso di burnout, riscontrati in grande numero a fine carriera. È chiaro, quindi, che i parametri adottati dalla Commissione lavori gravosi siano carenti da questo punto di vista. A questo punto, se le cose stanno così, chiediamo a Governo e Parlamento, che a breve dovranno esprimersi sulla proposta, di prendere in mano la situazione, perché è scientificamente provato che lavorare a scuola comporta degli strascichi psicologici e fisici non indifferenti. Anche per questo abbiamo chiesto di inserire nel nuovo contratto di lavoro la diaria da rischio biologico assegnata ad altre professionalità. Permettere di far lasciare il servizio a tutti i dipendenti scolastici a 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza, come avviene già con i lavoratori delle forze armate, è diventata una priorità”, conclude Pacifico.

Anief, in convenzione con Cedan, conferma anche per quest’anno l’assistenza ed il supporto specializzato per l’invio delle domande di pensionamento, quest’anno regolate dal Decreto pubblicato nei giorni scorsi, con annessa Circolare: è possibile contattare via web la sede Anief più vicina.
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Anche l’Istituto nazionale di previdenza sociale, attraverso il suo presidente Pasquale Tridico, sostiene che è possibile lasciare il lavoro a 63-64 anni. Solo che la proposta, alternativa a Quota 100, prevede una riduzione non trascurabile dell’assegno perché prevede l’accesso al pensionamento della sola parte contributiva. La proposta è stata presentata dello stesso Tridico davanti alla Commissione Lavoro della Camera: bisogna aver compiuto almeno 63-64 anni di età, tetto comunque suscettibile di adeguamento alla speranza di vita; essere in possesso di almeno 20 anni di contribuzione; aver maturato al momento della scelta una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale. Una ipotesi che a detta dello stesso presidente Inps sarebbe “pienamente sostenibile” perché non comporta nel medio periodo sostanzialmente nessun aggravio sulle Casse dello Stato. Intanto, sulla questione da parte di Governo e Parlamento continua il silenzio assordante.

Il problema, ribatte l’Anief, è che l’ipotesi non è sostenibile per i lavoratori. Ad iniziare da quelli della scuola. “Decurtare l’assegno pensionistico in modo pesante – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – non è una proposta fattibile, ancora meno per i docenti e Ata della scuola che già partono da stipendi modesti, ben al di sotto della media europea e Ocse e pure rispetto a buona parte del mondo impiegatizio. Noi continuiamo a pensare che l’anticipo pensionistico non possa trasformarsi in un ricatto. Per la scuola, poi, continuiamo a sostenere che vanno introdotto gli stessi parametri di accesso alla pensione previsti per i lavoratori delle forze armate, così da far lasciare il servizio a tutti a 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza. In alternativa, si potrebbe allargare l’Ape Sociale a tutto il comparto e non solo ai colleghi della primaria. Non si può continuare ad ignorare i tanti casi di burnout e a patologie invalidanti dovute allo stress da lavoro prolungato, peraltro già negato per il mancato riconoscimento del rischio biologico. Il Governo ne prenda atto e – conclude Pacifico - si decida ad affrontare subito il problema modificando la Legge di Bilancio 2022”.

Anief, in convenzione con Cedan, conferma anche per quest’anno l’assistenza ed il supporto specializzato per l’invio delle domande di pensionamento, quest’anno regolate dal Decreto pubblicato nei giorni scorsi, con annessa Circolare: è possibile contattare via web la sede Anief più vicina.
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Si comunica che la segreteria regionale di Anief Veneto e Anief Trentino Alto Adige si trasferirà nella nuova sede di viale del Lavoro n. 39, a San Martino Buon Albergo (Vr) (centro commerciale Verona EST), e sarà nuovamente operativa dal giorno 2 novembre 2021.
Dal 19 al 29 ottobre l'attuale sede sarà chiusa al pubblico. Rimarranno attivi i servizi di consulenza telefonica e mail, senza variazioni di orario, ad esclusione dei giorni 20 e 21 ottobre che vedranno l'interruzione anche della consulenza telefonica.
I collaboratori tutti cercheranno di ridurre al minimo gli eventuali disservizi.
Arrivederci a presto nella nuova sede.

La parola precario sarà anche scomparsa su qualche giornale, come ha detto qualche giorno fa il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, rispondendo al Workshop Ambrosetti, però nelle scuole italiane i supplenti sono ben presenti. Tanto che anche quest’anno un insegnante su sei è contrattualizzato a tempo determinato, visto che è necessario assumere un’altra volta un numero esagerato di supplenti annuali, con scadenza del contratto 30 giugno o 31 agosto 2022: tra cattedre avanzate dalle immissioni in ruolo (quasi 55mila), docenti di sostegno con contratti anche in deroga (circa 70mila), insegnanti curricolari in organico di fatto (almeno 10-15mila) e docenti Covid (oltre 20mila), l’Ufficio Studi Anief ha calcolato che le supplenze annuali quest’anno saranno non meno di 160mila.

“Non hanno voluto darci retta e ora ci troviamo punto e a capo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché una scuola con così tanti docenti precari è un’istituzione che non dà piene garanzie all’utenza. La mancata stabilizzazione di tanti docenti che avevano tutti i requisiti per essere assunti, anche da seconda fascia Gps, è un errore strategico che ora sta presentando il conto, con un numero ancora una volta inaccettabile di cattedre da coprire. Nemmeno il monito della Commissione europea, il rischio sempre più concreto di dovere pagare una maxi-multa a Bruxelles per l’abuso reiterato negli anni della supplentite, il parere di diversi giudici nazionali e non, ha convinto i nostri governanti a cambiare registro e a introdurre quel doppio canale di reclutamento che in passato ha risolto molti problemi”.

“La verità è che – dice Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief – si continua ad abusare della disponibilità e della serietà professionale di lavoratori indefessi, docenti e Ata precari, che da svariati anni vengono vengono assunti e licenziati dopo meno di un anno, come se fossero delle pedine da utilizzare in uno scacchiere. E quando poi si procede con le stabilizzazioni vengono sistematicamente dimenticati. Il nostro ricorso, contro le mancate immissioni in ruolo da seconda fascia Gps e da prima per i troppi limiti imposti, nasceva proprio da questo. Se anche il Comitato europeo per i diritti sociali ha acconto il reclamo collettivo Anief 146/2017, sulla scia della Direttiva 70 del 1999, non comprendiamo perché il Governo continui a ignorare tutto: noi continueremo a combattere fino a quando l’ultimo precario storico non sarà immesso in ruolo ed è per questo che continuiamo a rivolgerci al giudice attraverso precisi ricorsi per favorire la stabilizzazione dei docenti con tanto di risarcimento danni”, conclude il sindacalista.
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I numeri sono eloquenti: l’esercito del precariato non si ferma, con oltre 160 mila supplenze annuali pure quest’anno, nonostante nell’ultimo lustro il legislatore abbia approntato ben sei procedure diverse per l'immissione in ruolo degli insegnanti: una pluri-risposta alla procedura di infrazione pendente in Europa sull'abuso dei contratti a termine nella scuola derivante delle denunce del sindacato Anief accolte di recente anche dal Comitato europeo dei diritti sociali che ha detto sì al reclamo collettivo 146/2017.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, è arrivato il momento di tornare al doppio canale di reclutamento, con l'utilizzo delle attuali graduatorie delle supplenze a regime per coprire le assunzioni in ruolo su tutti i posti vacanti senza titolare, con la parità di trattamento e una specifica indennità previsti nel contratto di lavoro di categoria.

Nella scuola la politica delle procedure concorsuali, ordinarie e non, abbinata al reclutamento con “paletti”, sta confermando tutti i suoi limiti. Gli ultimi Governi hanno bandito un concorso ordinario, nel 2016, poi un concorso straordinario per la secondaria, poi anche per la primaria e altri ancora, uno di recente semplificato Stem, con assunzioni e reclutamento l’anno scorso da call veloce e quest’anno solo da prima fascia Gps. Il risultato fallimentare è evidente: le immissioni in ruolo si realizzano al massimo sulla metà dei posti. La supplentite la continua a fare da padrona, con un docente ogni cinque-sei precari. E nel frattempo i supplenti continuano a essere discriminati, pur svolgendo lo stesso lavoro degli insegnanti a tempo indeterminato.

La vessazione contro i precari è evidente: i supplenti al 31 agosto per le ferie non godute e per gli scatti di anzianità; quelli con contratti fino al 30 giugno anche per il mancato pagamento delle mensilità estive; e i precari che stipulano contratti di breve durata o su organico Covid senza neanche la retribuzione professionale docenti. Per far valere tutti questi diritti, negati da un’amministrazione sorda, occorre rivolgersi al tribunale: perché sono riconosciuti dai giudici, incluso lo specifico risarcimento per chi ha svolto più di tre anni di servizio. Per non parlare dell'attuale ricostruzione di carriera, da realizzare dopo l’immissione in ruolo e l’anno di prova, censurata laddove riconosce per intero soltanto i primi quattro anni di precariato. E che dire dei neo-assunti il cui stipendio rimane fermo fino al nono anno di servizio.

La popolazione del Mezzogiorno è meno istruita rispetto a quella nel Centro-Nord: il report dell’Istat, pubblicato da alcune ore, non lascia scampo a dubbi. Se al Sud solo il 38,5% degli adulti ha il diploma di scuola secondaria superiore e il 16,2% la laurea, al Centro-Nord circa il 45% è diplomato e in media il 23% ha terminato pure l’Università. C’è un divario, quindi, pari in entrambi i casi a circa il 7%. Il gap è preoccupante, perché il ridotto titolo di studio ha influenze notevoli pure sulle nuove generazioni: sempre l’Istat ci ha detto che nelle famiglie italiane con elevato livello di istruzione l’incidenza di giovani che hanno abbandonato gli studi precocemente è dieci volte inferiore rispetto a quella registrata nelle famiglie italiane con bassi livelli di istruzione e nelle famiglie straniere.

Anief ritiene che i tempi per agire contro l’abbandono precoce dei banchi di scuola siano maturi. Ancora di più perché a disposizione c’è ora il “tesoretto” del Recovery Plan. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i 18 miliardi che arriveranno nei prossimi anni dal Pnrr non vanno dispersi in mille progetti mentre la vera priorità rimane al palo. Riteniamo che occorra predisporre le basi per voltare pagina: prima di tutto modificando l’arco di tempo che obbliga un giovane a rimanere nell’ambito formativo, da estendere fino alla maggiore età ma anche anticipandolo a 5 anni. Solo in questo modo, si arriverebbe a centrare l’obiettivo comune, a tutti i Paesi moderni, di andare al di sotto del 10% di abbandono scolastico nazionale. Di concerto, servirà anche ripristinare il tempo scuola, gli organici del personale e gli istituti precedenti al dimensionamento varato con il Dpr 81/2009. E procedere con lo sdoppiamento delle classi, una circostanza ancora più impellente in tempo di Covid19”.
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