Tra il 1° luglio 2022 (h. 9,00) e il 16 luglio 2022 (h. 14,00),
istanze di scioglimento della riserva ai fini dell’inclusione a pieno titolo negli elenchi del sostegno delle Graduatorie ad Esaurimento
Tra il 1° luglio 2022 (h. 9,00) e il 15 luglio 2022 (h. 23,59),
istanze di conferma dei titoli di servizio maturati nel corrente anno scolastico per l’inclusione a pieno titolo nella II fascia delle GPS relative ai posti di sostegno o ai fini della valutabilità in altra graduatoria.
Tra l’8 luglio 2022 (h. 9,00) e il 21 luglio 2022 (h. 23,59),
istanze di scioglimento della riserva, ai fini dell’inclusione a pieno titolo nelle GPS di I fascia, relative ai posti comuni e di sostegno, a seguito del conseguimento, entro la data del 20 luglio 2022, del titolo di abilitazione e/o di specializzazione sul sostegno.
Da oggi la scuola deve fare a meno di oltre 150 mila docenti precari. Più alcune decine di migliaia di Ata. Almeno altri 80mila, circa, avevano terminato l’incarico con la fine delle lezioni, come i lavoratori cosiddetti Covid. In tutto, si tratta di non meno di 250 mila supplenti che lo Stato ha deciso di licenziare, anche se nella maggior parte di casi si tratta di lavoratori che hanno sottoscritto contratti su cattedre e posti senza titolare, quindi del tutto liberi. Il loro “benservito” non è casuale, ma funzionale al risparmio dei soldi pubblici e a discapito del servizio scolastico: privandosi del loro apporto, l’amministrazione scolastica ha benefici non indifferenti.
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Il caro-energia derivante dalla guerra in Ucraina e la scarsità di alcune derrate hanno alimentato la corsa dell'inflazione: l’Istat ha oggi rilevato, attraverso le statistiche preliminari, che il costo della vita "a giugno accelera di nuovo salendo a un livello (8%) che non si registrava da gennaio 1986, quando fu pari a 8,2%", con un aumento di ben l'1,2% su base mensile. Ancora più alta figura la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, che ha fatto registrare un +8,3%. A livello di Eurozona va ancora peggio: il costo della vita si attesterebbe addirittura all'8,6%, con un +0,7% rispetto a maggio. Le stime giungono all'indomani degli interventi del governo per frenare il caro-bollette.
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“Sono evidenti i motivi che portano a dovere concludere rapidamente la trattativa sul rinnovo del contratto della Scuola e poi guardare ai passi successivi”: lo ha dichiarato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Durante una diretta sui canali di Orizzonte Scuola, il sindacalista autonomo ha bocciato le decisioni prese al Senato sul decreto su reclutamento e formazione, e poi ricordato che la scuola necessita di un rinnovo contrattuale immediato. Lo scorso accordo di “quattro anni fa dopo dieci anni di blocco, prevedeva 87 euro lordi che corrispondevano a 56 euro netti. Oggi – ha ricordato Pacifico - dopo quattro anni di blocco, in media si tratta di dire sì a 107 euro lorde, pari ad oltre 70 euro netti. Con arretrati pari a circa 3mila euro medi. Se invece andiamo ad attuare tutto quello che c’è scritto nell’Atto di indirizzo, si va però a firmare un accordo non prima di un anno e mezzo”.
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Il ministro dell’Istruzione continua a parlare di riduzione delle classi e non del numero di alunni che vi stanno dentro. Dopo averlo dichiarato a maggio, oggi il ministro Patrizio Bianchi lo ha ribadito sostenendo che “va ridotto il numero delle classi per aumentarne la qualità”. Replica Marcello Pacifico, presidente Anief: “Se si vuole aumentare la qualità della didattica non si possono lasciare in vita classi con oltre 20-25 alunni. Noi sosteniamo da anni che il modello da seguire è quello delle classi composte da non oltre 15 iscritti, con un numero di ore di scuola allungato e il ritorno alle compresenze già dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia, che andrebbe svolto assieme ai maestri della primaria per un avvicinamento graduale, metà ludico e metà formativo, alla scuola vera. Invece, ci ritroviamo con classi strapiene di alunni, non di rado anche con più di un alunno disabile al quale vengono sottratte indebitamente pure le ore di sostegno previste dal Pei. La denatalità potrebbe diventare un’opportunità importante per cambiare in meglio la fisionomia della scuola: servono però obiettivi chiari da prefissare, quelli che ad oggi non mi sembra che abbiano fatto propri dalle parti di Viale Trastevere”.
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Non può essere considerato positivamente il nuovo testo del ddl per l’attuazione del Pnrr presentato dal governo, modificato dal maxi-emendamento della Commissione bilancio e approvato oggi dall’Aula del Senato: i motivi sono stati spiegati stasera da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Nel corso di una diretta sui canali social del giovane sindacato, Pacifico ha detto che “rimane irrisolto il problema della mancata stabilizzazione dei precari della scuola, c'è un'enorme differenza rispetto a quanto sostiene l’Europa e proprio in Corte di Giustizia dell'Unione Europea proporremo una specifica denuncia sul punto. Quindi dopo aver contestato la Legge 107 del 2015, vincendo in CGUE, faremo nuovamente ricorso con coerenza e pertinenza, lo faremo con decisione rivendicando quell’assorbimento automatico dei precari nei ruoli dello Stato che in Italia si continua ad eludere. Non permetteremo nuovi 'risparmi di spesa' da far ricadere sulla pelle dei supplenti e calpestando i loro diritti”.
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"È stata approvata in Senato con un maxi-emendamento la proposta del Governo di inserire i precari ed il personale di ruolo nei percorsi universitari per conseguire l'abilitazione e pure la specializzazione su sostegno: purtroppo l’apertura si realizzerà su quote di riserva e non in sovrannumero, come chiesto dall'Anief". A dirlo è stato Marcello Pacifico, presidente Anief, interpellato dall’agenzia Teleborsa sulle modifiche attuate in Senato al Decreto Legge 36 Pnrr che cambia formazione e reclutamento dei docenti italiani.
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A partire dal 20 giugno, fino al 4 luglio, il personale docente di ruolo potrà presentare domanda di assegnazione provvisoria o di utilizzazione per l’a.s. 2022/23. Stessa scadenza anche per il personale educativo e per i docenti IRC. Per il personale ATA le domande si presenteranno dal 27 giugno all’11 luglio. Il personale docente presenterà la domanda attraverso il sistema POLIS; il personale educativo, IRC e ATA si avvarrà del modello di domanda pubblicato sul sito web del Ministero nella sezione “mobilità”.
LE MODALITÀ DI PRESENTAZIONE
Le domande dovranno essere presentate nella seguente modalità: DOCENTI: tramite Istanze On Line dal 20 giugno al 4 luglio (dalla voce “Presentazione Domanda Mobilità in Organico di Fatto”); PERSONALE EDUCATIVO E DOCENTI IRC: domanda cartacea dal 20 giugno al 4 luglio; PERSONALE ATA: domanda cartacea dal 27 giugno all’11 luglio.
Anche il personale docente immesso in ruolo negli aa. ss. 2020/21 e 2021/22 potrà presentare istanza di utilizzazione e assegnazione provvisoria conformemente alle prescrizioni di cui al contratto collettivo nazionale integrativo, sottoscritto in data 8 luglio 2020.
Le categorie che devono presentare domanda cartacea, dovranno utilizzare il modello di domanda che sarà reso disponibile nella sezione Mobilità del sito del Ministero dell’istruzione e che dovrà essere inviato, secondo le modalità previste dal Codice dell’amministrazione digitale (es. posta elettronica certificata), all’Ufficio scolastico territorialmente competente.
Le domande vanno corredate degli allegati che attestano il possesso dei requisiti (esigenze di famiglia e precedenze per assegnazioni provvisorie, titoli per gli utilizzi). Possono essere utilizzati, ovviamente con le opportune modifiche e gli eventuali aggiornamenti, gli allegati già preparati per i trasferimenti o quelli predisposti per precedenti utilizzazioni/assegnazioni provvisorie.
I docenti della scuola dell’infanzia e primaria possono esprimere fino a 20 preferenze, quelli della scuola secondaria di primo e secondo grado fino a 15. È possibile esprimere preferenze analitiche (singole scuole) o sintetiche (comune, distretto, provincia). NB: eventuali preferenze fuori dal comune di ricongiungimento potranno essere espresse solo dopo l’inserimento del codice sintetico relativo all’intero comune di ricongiungimento. Se nel comune di ricongiungimento non esistono scuole esprimibili, è possibile indicare scuole del comune viciniore.
CHI PUO’ CHIEDERE L’ASSEGNAZIONE PROVVISORIA
L’assegnazione provvisoria può essere richiesta esclusivamente per ricongiungimento al coniuge o alla parte dell’unione civile; ricongiungimento al convivente, ivi compresi parenti o affini, purché la stabilità della convivenza risulti da certificazione anagrafica; ricongiungimento ai figli o agli affidati di minore età con provvedimento giudiziario; ricongiungimento al genitore; gravi esigenze di salute del richiedente comprovate da idonea certificazione sanitaria. Non è necessario avere superato l’anno di prova pe chiedere assegnazione provvisoria. Ferma restando la sussistenza delle esigenze di ricongiungimento o di salute, possono chiedere assegnazione provvisoria per altra provincia per posti di sostegno anche i docenti privi di specializzazione, purché stiano per concludere i percorsi di specializzazione sul sostegno o, in subordine, abbiano prestato almeno un anno di servizio - anche a tempo determinato - su posto di sostegno.
CHI NON PUO’ CHIEDERE ASSEGNAZIONE PROVVISORIA
Non è possibile chiedere assegnazione provvisoria all’interno del comune di titolarità (salvo nei casi di comuni con più distretti sub-comunali da coloro che si avvalgono di una delle precedenze previste dall’articolo 8 del contratto); chiedere assegnazione provvisoria per più province (può essere chiesta esclusivamente per la sola provincia di ricongiungimento); chiedere assegnazione provvisoria soltanto per una classe di concorso diversa da quella di titolarità, possibile solo in eventuale aggiunta a quella per la classe di concorso di titolarità (purché il docente possegga l’abilitazione per la classe di assegnazione diversa e abbia superato l’anno di prova nella classe di titolarità).
CHI PUO’ CHIEDERE L’UTILIZZAZIONE
L’utilizzazione può essere richiesta nella provincia di titolarità dal personale in esubero; senza sede di titolarità; dai docenti trasferiti quali soprannumerari a domanda condizionata oppure d’ufficio nei 9 anni scolastici precedenti (dall’a.s. 2013/14 e successivi) e che abbiano richiesto in ciascun anno dell’ottennio il trasferimento nell’istituzione/comune di precedente titolarità; dai docenti titolari su o posto comune/curricolare in possesso di specializzazione che chiedono di essere utilizzati su sostegno; da altre specifiche categorie indicate dal CCNI 8 luglio 2020, cui si rimanda. Non è invece possibile chiedere utilizzazione interprovinciale, riservata esclusivamente ai docenti appartenenti a posto o classe di concorso in esubero nella provincia di titolarità.
Il Ministero dell'Istruzione ha inviato la nota con le disposizioni in merito alla proroga dei contratti per l'anno scolastico in corso per il personale ATA
Con nota n. 21550 del 6 giugno 2022, il Ministero dell'Istruzione ha richiamato le disposizioni inerenti le proroghe dei contratti di supplenza per il personale ATA per il corrente anno scolastico.
Si ribadisce in nota che sono i dirigenti scolastici a dover richiedere le suddette proroghe nei casi di effettiva necessità, ovvero, dove non è possibile assicurare l'effettivo svolgimento dei servizi di istituto mediante l'impiego di personale a tempo indeterminato e di personale supplente annuale.
Le attività per cui è richiesta la proroga riguardano sicuramente anche lo svolgimento degli Esami di Stato, recupero debiti nelle scuole secondarie di II grado e altre situazioni eccezionali.
Le domande di assegnazione provvisoria e utilizzazioni docenti si potranno inoltrare dal 20 giugno al 4 luglio. Per il personale ATA invece partiranno dal 27 giugno all’11 luglio.
Lo ha fatto sapere il Ministero dell’Istruzione alle organizzazioni sindacali, anticipando la nota che è stata diramata poco dopo nel pomeriggio del 17 giugno.
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Sul rinnovo contrattuale della scuola il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sembra volere accogliere le richieste dell’Anief e cita proprio quel contratto ‘ponte’ rivendicato da oltre un mese dal giovane sindacato ed espresso in occasione del primo confronto con la parte pubblica. Oggi, a poche ore dal rinnovo del contratto di oltre mezzo milione di dipendenti della Sanità pubblica, rispondendo a una domanda del Sole 24 Ore sulla possibilità di “chiudere entro la pausa estiva il Ccnl 2019-21”, Bianchi ha replicato: “È il nostro obiettivo. La trattativa all’Aran è in corso. È un contratto ponte che speriamo di concludere rapidamente in modo da poter guardare ai passi successivi”.
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Accolte le richieste di Anief su ammissione precari con 36 mesi a corsi abilitanti e di specializzazione su sostegno, riconoscimento 24 Cfu nei nuovi percorsi e titolo Itp per i concorsi, remissione alla contrattazione dei criteri per assegno aggiuntivo, salvaguardia carta docenti e posti di potenziamento. Manca accordo su reclutamento e gestione del transitorio. Il sindacato annuncia reclami in Europa e ricorsi in tribunale
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Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato i quadri di riferimento per la valutazione della prova disciplinare per i docenti assunti dalle GPS tramite la procedura straordinaria finalizzata all’immissione in ruolo.
Si tratta dell’esame che gli insegnanti assunti a tempo determinato dalle graduatorie provinciali di prima fascia devono sostenere al termine dell’anno di formazione iniziale e prova per la conferma in ruolo. Consiste in un colloquio e potrà svolgersi anche in videoconferenza nel caso di aggregazioni interregionale.
Consulta i QUADRI DI RIFERIMENTO (Zip 957Kb) per la valutazione della prova orale per i docenti neoassunti dalle GSP di I fascia pubblicati dal MIUR.
La prova disciplinare per i docenti assunti dalle GPS finalizzata all’immissione in ruolo si svolgerà entro il 31 luglio. Il DM n. 242/2021 stabilisce, infatti, che entro il mese di luglio 2022 devono concludersi le prove relative alla procedura straordinaria per le nomine in ruolo da GPS di I fascia.
Scegli il percorso formativo: “Prova disciplinare docenti assunti da GPS”. Affronta il colloquio con il nostro supporto.
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Ad oltre dieci anni la riforma pensionistica Monti-Fornero, il tema dell’uscita dal lavoro torna caldo e i partiti politici sembrano pronti a riaprire il dibattito, a partire da Quota 41 con la Lega vorrebbe fosse la risposta alla fine di Quota 102 dopo che anche Quota 100 (che prevedeva l’uscita a 62 anni di età con un minimo di 38 anni di contributi) è andata in pensione a fine 2021. Il problema è che Quota 41, come ha scritto ricordato Il Corriere della Sara, è oggi riservata ai lavoratori cosiddetti “precoci” e categorie tutelate (disoccupati, invalidi, chi fa assistenza a familiari disabili, lavori usuranti e gravosi). “Il problema di Quota 41- ha scritto in queste ore lo stesso quotidiano - si chiama “fondi”: nel 2021 l’Inps aveva stimato i costi dell’estensione a tutti di Quota 41 superiori ai 4 miliardi nel primo anno, per poi superare i 9 miliardi 10 anni dopo. Un’enormità”. Sullo stesso tema c’è la proposta, dell’ottobre scorso, del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che vorrebbe un anticipo intorno ai 63 anni per i lavoratori appartenenti al sistema misto, che avrebbero così la possibilità di accedere a una prestazione di importo pari alla quota contributiva maturata alla data della richiesta per poi avere la pensione completa al raggiungimento dell’età di vecchiaia. Intanto, si profila una possibilità che ha dell’incredibile: dopo il 2026 i 67 anni di uscita per andare in pensione di vecchiaia potrebbero salire.
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L’azione del sindacato comincia a fare breccia in Parlamento: è di oggi l’appello dell’on. Luigi Gallo, vice presidente del Gruppo parlamentare M5S della Camera, perché le Camere fermino l’approvazione del Decreto Legge n. 36, nella parte relativa alla scuola, con cui il Governo intende cambiare in peggio il reclutamento e la formazione permanente degli insegnanti. La stessa presentazione di oltre 300 richieste di modifica del testo, pervenute alla 1ª commissione (Affari Costituzionali) e 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali) del Senato, sono sinonimo del malessere generalizzato verso una riforma inutile e dannosa. L’on. Gallo, subito dopo avere incontrato una delegazione dei sindacati che l’altro ieri hanno scioperato e manifestato contro il D.L. n. 36, stamane si è rivolto al Partito democratico chiedendo di non fare “tagli nella scuola”, ma di continuare la politica del taglio delle classi pollaio, perchè “gli studenti hanno già pagato un prezzo troppo alto”.
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Quella che inizierà il 6 giugno è una settimana importante per i destini della scuola e del milione e mezzi dei suoi lavoratori: mentre la commissione Affari Costituzionali e quella Istruzione pubblica, beni culturali) del Senato cominceranno ad esprimere il loro giudizio sugli oltre 300 emendamenti per modificare il Decreto Legge n. 36 su nuovo reclutamento e formazione, martedì 7 all’Aran riprenderà la discussione sul rinnovo contrattuale per il quale Anief chiede la firma di un contratto “ponte” per il triennio 2019/21 per portare subito arretrati e aumenti in busta paga ad ogni dipendente e poi concentrare gli sforzi, anche sul piano normativo, per il Ccnl del 2022/24.
Intervistato oggi da Orizzonte Scuola, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, spiega che “l’aumento dell’inflazione oltre il 7% impone al Governo un impegno preciso a trovare risorse adeguate nella prossima legge di bilancio e a tutti noi di pretendere un contratto ponte che dia i 3.000 euro e i 107 euro di aumenti lordi subito per rimandare nel merito al nuovo tavolo per il rinnovo del CCNL 2022/2024 tutte le questioni poste da parte sindacale e datoriale”.
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Il Governo è costretto a correre ai ripari sulla carta del docente, il bonus da 500 euro destinato alla formazione e aggiornamento professionale degli insegnanti introdotta con la legge 107/2015: all’inaspettato comma 9 dell’articolo 44 del decreto legge 36, approvato a fine aprile, prevede il taglio del bonus annuale con la riduzione, anche se non immediata, di alcuni milioni di euro che si andranno a decurtare dai 381,137 milioni annui destinati fino ad oggi al finanziamento della carta del docente, ha infatti “risposto” l’ordinanza della Corte di Giustizia Europea di alcuni giorni fa.
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È di pochissimi giorni fa la pubblicazione da parte del ministero dell’Istruzione degli oltre 23.000 trasferimenti del personale Ata che avranno effetto pratico a partire dal prossimo 1° settembre 2020. I numeri sono i seguenti: 20.163 i trasferimenti in ambito provinciale; 2.701 i trasferimenti interprovinciali; 229 i passaggi di profilo in ambito provinciale; 65 i passaggi di profilo interprovinciali. Nel mese di agosto sono previste le immissioni in ruolo, per la quali il sindacato chiede di prevedere un contingente pari al numero totale di posti vacanti e disponibili: il numero complessivo nazionale ha subito anche un leggero decremento.
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