In base all’attuale legislazione pensionistica, Quota100 (possibilità di andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi versati) sarà in vigore fino al 2021. Ma, tra le ipotesi delle ultime ore, c’è quella della scadenza anticipata a fine 2020; Quota 100 dovrebbe interessare una platea inferiore a 50 mila persone
Poiché lo stesso nuovo titolare del Miur non vuole perdersi in chiacchere, annunciando che al primo Consiglio dei Ministri utile sarà “pronto a far ripartire il decreto Salva precari", riteniamo doveroso incontrarlo il prima possibile. In questo modo, Anief, che nell’ultimo decennio ha difeso a spada tratta il popolo dei precari come nessun altro sindacato, potrà indicargli qual è la strada da tracciare per cancellare il fenomeno tutto italiano della supplentite.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Quelle indicate nel decreto salva-precari erano disposizioni per nulla risolutive. Basta andarsi a vedere che fine hanno fatto tantissimi vincitori di concorso, anche riservato, degli ultimi dieci anni. Se si vuole intervenire per garantire la continuità didattica e le immissioni in ruolo, bisogna ripartire da una riformulazione delle graduatorie d'istituto, ad esaurimento e di merito esistenti, programmando concorsi e corsi abilitanti ordinati.
Se il precariato ha assunto una mole mai vista, non può essere vinto con strategie ordinarie. È bene che il ministro Fioramonti questo lo sappia e glielo diremo al primo incontro: i precari rimarranno in eterno, ad esempio, se ci sono decine di migliaia di posti con furbizia collocati in organico di fatto, perché pur essendo vacanti e disponibili permettono allo Stato di risparmiare sul pagamento dei mesi estivi, sulle ricostruzioni di carriera e sugli scatti di anzianità automatici. Vanno, piuttosto, creati dei posti ulteriori, per potenziare l’insegnamento e ancora prima l’orientamento scolastico nelle aree più a rischio abbandoni e con un’alta presenza di alunni difficili e stranieri. Dopo aver creato le condizioni per assorbire i precari, nel decreto da approvare vanno previste delle modalità che permettano di non fermarsi ai già annunciati interventi per stabilizzare i supplenti storici, entrati nel mirino della Commissione UE, utilizzando appieno il doppio canale di reclutamento parallelo alle graduatorie di merito, da utilizzare, a domanda, anche su scala nazionale per assumere gli attuali vincitori e GaE, assorbendo le attuali GaE, e proseguendo con immissioni in ruolo da graduatorie d’istituto provinciali, con corsi abilitanti ordinari per il personale di terza fascia e concorsi aperti ai giovani laureati, senza dimenticare di confermare nei ruoli chi è stato assunto con riserva e ha superato l'anno di prova”.
ROMA, 5 SET - "Fioramonti è un docente universitario - professore ordinario di Economia Politica all'Università di Pretoria (Sudafrica) - e vanta un curriculum di alto livello: è il primo e l'unico ad aver conseguito la "Cattedra Jean Monnet" in Africa. Speriamo che sia anche il primo ministro a volere risolvere dei problemi della scuola che i suoi predecessori non hanno nemmeno scalfito. Facciamo al nuovo ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, i migliori auguri di buon lavoro a capo del prestigioso dicastero che dispone l'organizzazione generale dei nostri 8 mila istituti scolastici": lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. "Confidiamo di incontrare il neo ministro al più presto, in occasione degli incontri previsti con i sindacati rappresentativi e con le parti sociali. In quell'occasione gli affideremo la lista di priorità da attuare nel complesso settore, che si avvia ad un anno scolastico particolarmente difficile, proprio a seguito della pessima gestione condotta da chi l'ha preceduto", aggiunge il sindacalista. "Oltre agli interventi da attuare con sollecitudine - continua Pacifico -, indicheremo al nuovo ministro anche l'azione da svolgere nel lungo periodo, sino a fine legislatura: assieme alla riduzione del numero di alunni nelle classi sarà anche importante agire normativamente per aggiornare la riforma sul sostegno, introdurre l'educazione fisica in tutti i cicli scolastici, abolire definitivamente gli ambiti territoriali e la chiamata diretta, sanare il contenzioso pendente su tutti i concorsi in atto, reintrodurre l'insegnamento su moduli nell'infanzia e primaria incrementando quindi il tempo scuola precedente alla riforma Gelmini, riportare l'obbligo scolastico a 18 anni", conclude il leader del sindacato autonomo. (ANSA).
Nel giorno del giuramento al Quirinale del Governo Conte bis, il neo ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti rilascia delle dichiarazioni promettenti: sostiene di volere far approvare il prima possibile il decreto salva-precari saltato nell’esecutivo precedente, con l’intenzione di migliorarne i contenuti, perché sostiene che la piaga della supplentite deve essere debellata; si oppone a qualsiasi forma di regionalizzazione, poiché ricorda, come ha sostenuto sempre l’Anief, che nella scuola già esiste ampia autonomia; infine, si dimostra deciso nel chiedere finanziamenti immediati, pari a due miliardi di euro, attraverso la prossima Legge di Stabilità reputandoli indispensabili per risollevare il settore minacciando di rimettere il mandato nel caso ciò non avvenisse. Fa ben sperare anche il programma predisposto dalla nuova maggioranza governativa, nel quale si parla apertamente di cancellazione delle classi pollaio, valorizzazione economica del ruolo dei docenti, miglioramento della sicurezza e del diritto allo studio, contrasto degli abbandoni precoci e del fenomeno del bullismo.
Marcello Pacifico (Anief): Quella del ministro Lorenzo Fioramonti ci sembra un’ottima partenza, perché va a toccare dei tasti dolenti per la Scuola italiana, per i quali il nostro sindacato si batte da anni senza avere però mai ottenuto riscontri positivi da parte dei precedenti titolari del Miur. Riteniamo anche importante stabilire al più presto un confronto con il neo ministro, per entrare nei dettagli su come agire per stabilizzare le tante tipologie di precari che esistono e fanno andare avanti oggi l’istruzione pubblica. Confidiamo inoltre nella concretizzazione della questione economica che continua a far rimanere i lavoratori della scuola italiana su livelli indecorosi e addirittura molto al di sotto del tasso di inflazione.
Anief, attraverso l'iniziativa "Sostegno, non un'ora di meno!", rinnova l’appello alle famiglie a ricorrere e chiede al corpo docente, ATA e dirigente delle scuole di segnalare i posti in deroga non attivati o quelli richiesti nel PEI e i posti di assistente all'autonomia e alla comunicazione ma negati dall’amministrazione. I ricorsi al Tar e al Giudice Ordinario, vinti in questi anni, hanno permesso entro pochi mesi dalla notifica l’assegnazione di tutte le ore e garantito il diritto all’istruzione di studenti con handicap grave e certificato riconoscendo, in alcuni casi, anche il diritto al risarcimento del danno in favore della famiglia dell'alunno con disabilità il cui diritto all'istruzione e all'integrazione era stato così palesemente violato dall'Amministrazione.
Il giovane sindacato Udir, al fine di tutelare i dirigenti scolastici, soprattutto quelli neo assunti, ha predisposto una checklist di adempimenti per la sicurezza, avvalendosi della collaborazione dei suoi esperti in quest’ambito. Per informazioni scrivere all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
PALERMO, 05 SET -La sfida al lavoro precario nella pubblica amministrazione e in particolare nella scuola riparte da Palermo. Il 19 e il 20 settembre, nel capoluogo siciliano, si avvia il progetto dalla Cesi Accademia Europea sul tema "Lavoro precario - dotare i sindacati delle capacità necessarie per raccogliere nuove sfide" finanziato dalla Commissione Ue. Per Marcello Pacifico, vicepresidente Academy Cesi e presidente Anief, "è un'occasione importante per analizzare un’emergenza globale, molto sentita in particolare nel lavoro pubblico di alcuni Stati europei e nella scuola italiana, a cui fornire risposte per dare attuazione alla risoluzione del Parlamento europeo e modificare l'attuale direttiva ormai vecchia di vent'anni". (ANSA).
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