Poiché lo stesso nuovo titolare del Miur non vuole perdersi in chiacchere, annunciando che al primo Consiglio dei Ministri utile sarà “pronto a far ripartire il decreto Salva precari", riteniamo doveroso incontrarlo il prima possibile. In questo modo, Anief, che nell’ultimo decennio ha difeso a spada tratta il popolo dei precari come nessun altro sindacato, potrà indicargli qual è la strada da tracciare per cancellare il fenomeno tutto italiano della supplentite.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Quelle indicate nel decreto salva-precari erano disposizioni per nulla risolutive. Basta andarsi a vedere che fine hanno fatto tantissimi vincitori di concorso, anche riservato, degli ultimi dieci anni. Se si vuole intervenire per garantire la continuità didattica e le immissioni in ruolo, bisogna ripartire da una riformulazione delle graduatorie d'istituto, ad esaurimento e di merito esistenti, programmando concorsi e corsi abilitanti ordinati.
Se il precariato ha assunto una mole mai vista, non può essere vinto con strategie ordinarie. È bene che il ministro Fioramonti questo lo sappia e glielo diremo al primo incontro: i precari rimarranno in eterno, ad esempio, se ci sono decine di migliaia di posti con furbizia collocati in organico di fatto, perché pur essendo vacanti e disponibili permettono allo Stato di risparmiare sul pagamento dei mesi estivi, sulle ricostruzioni di carriera e sugli scatti di anzianità automatici. Vanno, piuttosto, creati dei posti ulteriori, per potenziare l’insegnamento e ancora prima l’orientamento scolastico nelle aree più a rischio abbandoni e con un’alta presenza di alunni difficili e stranieri. Dopo aver creato le condizioni per assorbire i precari, nel decreto da approvare vanno previste delle modalità che permettano di non fermarsi ai già annunciati interventi per stabilizzare i supplenti storici, entrati nel mirino della Commissione UE, utilizzando appieno il doppio canale di reclutamento parallelo alle graduatorie di merito, da utilizzare, a domanda, anche su scala nazionale per assumere gli attuali vincitori e GaE, assorbendo le attuali GaE, e proseguendo con immissioni in ruolo da graduatorie d’istituto provinciali, con corsi abilitanti ordinari per il personale di terza fascia e concorsi aperti ai giovani laureati, senza dimenticare di confermare nei ruoli chi è stato assunto con riserva e ha superato l'anno di prova”.
Anief accoglie con fiducia la volontà del nuovo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, di approvare al più presto il decreto salva-precari, non prima però di averlo rimodulato perché a suo dire “presenta criticità”. Anief lo sostiene da tempo, ricordando che, così come era stato approvato in CdM, avrebbe stabilizzato solo il 10% del precariato storico, mentre nel frattempo sarebbero ancora rimasti a casa i vincitori dei precedenti concorsi, con il rischio concreto, di questo passo, di collocarli in pensione, dopo aver operato per l’educazione dei nostri giovani, senza mai essere entrati in ruolo.
Il decreto salva-precari, approvato un mese fa dal Governo con l’insolita formula del ‘salvo intese’, prevedeva l’indizione dei concorsi straordinari per i precari della scuola di primo e secondo grado, più quello ordinario per medie e superiori, dopo che per il primo ciclo si era arrivati al decreto in Gazzetta Ufficiale. Per la secondaria, si sarebbero riorganizzati, inoltre, i percorsi abilitanti attraverso l’attivazione dei Pas. Peccato che queste procedure, mai approvate in via definitiva, siano rimaste sulla carta. Oltre a contenere delle soluzioni fortemente insufficienti. Il vero #decretosalvascuola è quello, invece, proposto dell’Anief.
“Accogliamo anche con favore l'idea di far stanziare, pena le dimissioni, 2 miliardi nella scuola e 1 miliardo nell'università dove, peraltro, bisogna ripristinare la figura del ricercatore a tempo indeterminato, cancellata dalla riforma Gelmini, senza trascurare di stabilizzare il personale Ata, gli educatori, gli assistenti all'autonomia al pari dei lavoratori delle cooperative dei servizi esternalizzare, con un imperativo – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: prevedere la totale parità di trattamento tra personale precario e quello di ruolo, anche ai fini della ricostruzione di carriera”.
“Per risollevare in modo netto la figura dell’insegnante, anche socialmente e agli occhi dell’opinione pubblica – continua Pacifico - occorre assolutamente recuperare da subito le risorse risparmiate nella scuola e destinarle al rinnovo del contratto e favorire la mobilità del personale per conciliare diritto al lavoro e alla famiglia. In questo modo potremmo garantire da subito incrementi medi di 200 euro mensili. E a questi soldi aggiungere quelli già approvati con l’ultima Legge di Bilancio. Integrandoli con il massimo che si potrà fare con la prossima, bilancio permettendo. Solo una volta prodotti degli incrementi medi attorno ai 300 euro a lavoratore, quindi finalmente superiori al costo della vita e più vicini a quelli europei, Anief si dirà favorevole ad un eventuale rinnovo contrattuale comprensivo di incrementi legati al merito e a particolari condizioni nelle quali si insegna.
Infine, per combattere la dispersione scolastica, bisogna cominciare a destinare gli organici in base alle esigenze del territorio e non con una media automatica. In questo modo si rispetta e si attua l'autonomia scolastica, che come il ministro ha ricordato non ha niente a vedere con l'autonomia differenziata delle Regioni. Su questi argomenti chiediamo un incontro urgente per arricchire un dialogo del buon senso e rispondente alle esigenze della scuola”.
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