Con le immissioni in ruolo dei docenti in pieno svolgimento, da concludersi entro il prossimo 31 agosto, molti docenti neo immessi in ruolo o in procinto di esserlo chiedono di sapere quale sarà il loro stipendio: si tratta, è bene dirlo subito, di cifre tutt’altro che rispettabili, non certo giustificate per un insegnante laureato, pluri-abilitato e specializzato. Se si vanno a guardare le buste paga del personale Ata, poi, c’è da mettersi le mani nei capelli, perché a loro il contratto di categoria, sottoscritto dagli altri sindacati, riserva gli importi più bassi di tutta l’amministrazione pubblica italiana.
Per muovere in modo finalmente sostanzioso gli stipendi di docenti e Ata, però, un sistema c’è. E non è nemmeno oneroso per lo Stato. Anief lo ha indicato da tempo: “si tratta – spiega il suo presidente nazionale Marcello Pacifico - di sbloccare i soldi destinati alla scuola dalla Legge 133/2008, visto che quel dimensionamento vergognoso, con conseguente taglio massiccio degli organici, prevedeva un corposo reinvestimento sulla carriera dei docenti di una buona percentuale dei soldi risparmiati. Abbiamo calcolato che solo da questa operazione si potrebbero ricavare aumenti di circa 200 euro. A cui andrebbero poi aggiunti quelli già stanziati nell’ultima Legge di Bilancio per tutti gli statali: una cifra minima, che però non deve andare persa”. Per il sindacalista autonomo, “l’attuazione di quella norma, da inserire chiaramente nella voce tabellare dello stipendio, quindi con ricadute dirette anche sui contributi pensionistici, produrrebbe finalmente un investimento sul ruolo professionale del docente, predisponendo anche il passaggio di livello funzionale degli Ata, previsto per legge e mai attutato. Si tratta di un recupero fondamentale”.