ROMA, 22 LUG - Sul tema del "precariato eterno forse siamo alla svolta: arriva un emendamento M5S-Lega per cancellare la norma ignobile che stoppa i precari dopo 36 mesi": lo rileva in una nota l'Anief. "La presentazione dell'emendamento, sostenuta dai due partiti che compongono la maggioranza dell'attuale esecutivo, è stata accolta con soddisfazione da parte del sindacato Anief, il quale non è un caso che a sua volta - viene evidenziato - abbia predisposto proprio in questi giorni una richiesta analoga ai parlamentari, all'interno del pacchetto emendamenti allo stesso decreto Dignità che martedì prossimo, 24 luglio, arriverà in Aula". "Approvare la cancellazione del comma 131 della Legge 107/2015 è una tappa fondamentale - afferma Marcello Pacifico di Anief-Cisal - perché il governo precedente è riuscito nell'impresa di ribaltare quanto indicato dai giudici di Strasburgo nel 2014, quando la Corte di Giustizia Europea stabilì che i 36 mesi di servizio svolto vanno considerati come soglia d'accesso e non come motivo di respingimento dalla stabilizzazione". (ANSA).
Arriva in Parlamento una richiesta di modifica al decreto Dignità con la quale i partiti di maggioranza intendono superare il tetto massimo di mesi di supplenza dei docenti e del personale Ata della scuola imposto dalla riforma Renzi: il divieto attuale, che ribalta le indicazioni UE, è stato introdotto dalla Legge 107/2015, la cosiddetta Buona Scuola, e decorre dal 1° settembre 2016, con effetti di mancata possibilità di potere accettare supplenze di lunga durata già dal 2019. Ora, però, l’emendamento al dl dignità presentato dalla maggioranza vuole dire basta a quell’ingiusto limite dei 36 mesi, previsto a decorrere da settembre 2016.
La presentazione dell’emendamento, sostenuta dai due partiti che compongono la maggioranza dell’attuale esecutivo, è stata accolta con soddisfazione da parte del sindacato Anief, il quale non è un caso che a sua volta abbia predisposto proprio in questi giorni una richiesta analoga ai parlamentari, all’interno del pacchetto emendamenti allo stesso decreto Dignità che martedì prossimo, 24 luglio, arriverà in Aula.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Approvare la cancellazione del comma 131 della Legge 107/2015 è una tappa fondamentale, perché il governo precedente è riuscito nell’impresa di ribaltare quanto indicato dai giudici di Strasburgo nel 2014, quando la Corte di Giustizia Europea stabilirono che i 36 mesi di servizio svolto vanno considerati come soglia d’accesso e non come motivo di respingimento dalla stabilizzazione.
Roma, 21 lug. (askanews) - "Non c'è pace per i diplomati magistrale, non c`è pace: fuori dalle graduatorie ad esaurimento e senza indennizzo di disoccupazione", avverte l'Anief.
Il sindacato spiega che "gli uffici competenti non avrebbero comunicato all`Inps nei tempi previsti le informazioni riguardanti i contributi versati dai docenti a partire dal primo gennaio 2018". E "questa situazione, che riguarda tutti i docenti, diventa ancor più problematica per tutti quei docenti diplomati magistrali, licenziati o estromessi dalle Gae per effetto della sentenza del Consiglio di Stato del dicembre scorso". Anief quindi "si appella alle istituzioni preposte, a cui chiede di superare il prima possibile i problemi che stanno mettendo in crisi non solo la professionalità ma anche la dignità di tanti maestri che da anni e anni portano avanti il loro preziosissimo lavoro formativo ed ora vengono messi alla porta, pure senza sussidi. È chiaro che se gli indennizzi non dovessero essere sbloccati a breve, ci attiveremo perché ciò avvenga intervenendo nelle opportune sedi legali".
ROMA, 21 LUG - Dirigenti scolastici, rinnovo contratto: I sindacati sono stati convocati dall'Aran per martedì 24 luglio sul rinnovo del contratto dei dirigenti scolastici, ma "gli aumenti in arrivo sono ridicoli". Lo afferma l'Udir, sindacato dei dirigenti scolastici, sottolineando che tra i vari aspetti da affrontare nell'ambito del negoziato c'è quello degli aumenti stipendiali, relativamente ai quali sono state già stanziate apposite risorse nella legge di Bilancio (n. 205/2017): 7 milioni di euro per il 2018; 41 mln di euro per il 2019; 96 a regime dal 2020. L'aumento, che riguarderà circa 8mila dirigenti scolastici, sarà a pioggia, dato che ad essere interessata è la retribuzione di posizione parte fissa. Ufficialmente, si continua a parlare di un aumento medio mensile di circa 400 euro. Ma la cifra reale è molto più modesta: secondo i calcoli dell'Udir, i dirigenti scolastici, i meno pagati dell'amministrazione pubblica, andranno a percepire a regime in media appena 292 euro lordi mensili che corrispondono a 160 euro netti. Ma soprattutto, a fronte di tale aumento della retribuzione fissa, è parallelamente prevista una forte diminuzione della retribuzione variabile ed accessoria. Questo comporterà che in alcune regioni italiane presto i dirigenti scolastici percepiranno meno di quanto prendevano all'inizio della vigenza contrattuale, quindi del 2016, anche di oltre 10mila euro l'anno, sostiene l'Udir. (ANSA).
Tra i vari aspetti da affrontare nell’ambito del negoziato c’è quello degli aumenti stipendiali, relativamente ai quali sono state già stanziate apposite risorse nella legge di Bilancio (n. 205/2017): 7 milioni di euro per il 2018; 41 mln di euro per il 2019; 96 a regime dal 2020. L’aumento, che riguarderà circa 8mila dirigenti scolastici, sarà a pioggia, dato che ad essere interessata è la retribuzione di posizione parte fissa. Ufficialmente, si continua a parlare di un aumento medio mensile di circa 400 euro. Ma la cifra reale è molto più modesta: secondo i calcoli dell’Udir, i dirigenti scolastici, i meno pagati dell’amministrazione pubblica, andranno a percepire a regime in media appena 292 euro lordi mensili che corrispondono a 160 euro netti. Ma soprattutto, a fronte di tale aumento della retribuzione fissa, è parallelamente prevista una forte diminuzione della retribuzione variabile ed accessoria. Questo comporterà che in alcune regioni italiane presto i dirigenti scolastici percepiranno meno di quanto prendevano all’inizio della vigenza contrattuale, quindi del 2016, anche di oltre 10mila euro l’anno.
Marcello Pacifico (presidente Udir): La verità è che i nostri capi d’istituto, portatori di responsabilità enormi, anche decuplicate rispetto ad un collega della PA che percepisce stipendi di ben altro spessore, si ritroveranno una diminuzione dello stipendio complessivo. Quella del rinnovo contrattuale è una pratica che va gestita con molta attenzione. Noi, come Udir, chiediamo l’assegnazione della Ria, della perequazione dal 2016, il recupero totale dell’inflazione e lo stesso trattamento che l’Aran ha riservato ai dipendenti statali per il 2018 cioè almeno il 3,48% e non l’1,45%%. Infine, ma forse andrebbe messa al primo posto, c’è la questione sempre aperta della sicurezza: è ora di finirla con il carico di responsabilità sulle spalle dei dirigenti scolastici che non hanno alcuna possibilità di azione reale se non quella di fare da segnalatori e passa carte, salvo poi ritrovarsi anche in carcere per colpe di altri.
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