Come anticipato dal nostro sindacato, il Ministero dell'Istruzione ha deciso di recepire in toto la sentenza del Tribunale Amministrativo n. 9234/2017 che ha confermato le tesi sostenute dall'Anief riguardo l'inserimento in II fascia G.I. dei diplomati per Insegnamenti Tecnico-Pratici. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Da anni sosteniamo i diplomati ITP e, dopo averli fatti partecipare al concorso a cattedra, ci siamo schierati al loro fianco anche in questa battaglia per il corretto inserimento nella II fascia delle graduatorie d'istituto. Attendiamo medesime determinazioni anche per tutti gli altri docenti che hanno titolo a essere inseriti nelle rispettive graduatorie degli abilitati”.
Al minuto 10 del TGR Sicilia Anief annuncia il ricorso GRATUITO per trasformare i 5000 posti in deroga di sostegno in posti stabilizzati nell'organico di diritto.
Si tratta di una BATTAGLIA DI CIVILTA' che vale la pena combattere nell'interesse dei docenti ma anche, e soprattutto, nell'interesse degli alunni disabili.
Bisogna in tutti i modi fermare l'indecoroso balletto delle cattedre che ha visto nell’anno scolastico 2016/2017 oltre 100 mila alunni disabili cambiare docente di sostegno.
La continuità didattica degli alunni disabili può essere garantita soltanto in un modo: riqualificando le cattedre in organico di fatto (disponibili solo per le supplenze) in cattedre stabilizzate nell'organico di diritto, ossia in posti utili per le assunzioni a tempo indeterminato e per i trasferimenti.
Presto le istruzioni operative per aderire al ricorso.
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ROMA, 23 AGO - Obbligo scolastico a 18 anni? Solo se si anticipa la scuola primaria all'età di 5 anni, altrimenti si tratterebbe solo di un'operazione risparmio, finalizzata a far sparire a regime 35mila cattedre della scuola superiore. E' il parere dell'Anief. Il sindacato annuncia che "se l'operazione ha come scopo primario quello di cancellare altro tempo-scuola oltre quello divorato nell'ultimo decennio a partire della legge 133/08", vi si opporrà con tutte le sue forze, sia a livello organizzativo-politico che in ambito giuridico-legale. "L'anticipo dell'uscita da scuola a 18 anni, già tentato a inizio 2000 dall'allora ministro Luigi Berlinguer, è un programma di revisione ripreso da diversi governi. Anche di recente, dall'ex ministra Stefania Giannini. Se nessuno c'è riuscito è perché è sempre mancato un percorso ragionato e condiviso" si legge in una nota. "Con la scuola primaria anticipata di un anno, durante il quale attivare delle classi 'ponte' affidate a maestri in compresenza della scuola dell'infanzia e della stessa primaria - spiega il presidente Anief Marcello Pacifico - si migliorerebbe il delicato passaggio tra la scuola materna e l'ex elementare. Lo abbiamo detto qualche mese fa: è scientificamente provato che a cinque anni i bambini hanno bisogno di una formazione di tipo essenzialmente ludico e, nello stesso tempo, di avvicinamento all'alfabetizzazione e al far di conto. L'operazione permetterebbe anche di svuotare le graduatorie di merito e le GaE dei maestri d'infanzia dimenticati dalla riforma e con pessime prospettive di stabilizzazione. Come si darebbe una bella spallata alla dispersione e all'abbandono scolastico: perché mantenendo il tempo scuola immutato e innalzando l'obbligo a 18 anni, gli studenti sarebbero più coinvolti nei progetti formativi. Certo, servirebbe anche rivedere i contenuti dei cicli scolastici, rendendoli anche più stimolanti per le nuove generazioni" conclude. (ANSA).
Altrimenti si tratterebbe solo di un’operazione risparmio, finalizzata a far sparire a regime 35mila cattedre della scuola superiore. A sostenerlo è l’Anief: se l’operazione ha come scopo primario quello di cancellare altro tempo scuola oltre quello divorato nell’ultimo decennio a partire della Legge 133/08, il giovane sindacato annuncia sin d’ora che si opporrà con tutte le sue forze. Sia a livello organizzativo-politico che in ambito giuridico-legale. L’anticipo dell’uscita da scuola a 18 anni, già tentato a inizio 2000 dall’allora Ministro Luigi Berlinguer, è un programma di revisione ripreso da diversi governi. Anche di recente, dall’ex Ministra Stefania Giannini. Se nessuno c’è riuscito è perché è sempre mancato un percorso ragionato e condiviso.
Marcello Pacifico (presidente Anief): Con la scuola primaria anticipata di un anno, durante il quale attivare delle classi ‘ponte’, affidate a maestri in compresenza della scuola dell’infanzia e della stessa primaria, si migliorerebbe il delicato passaggio tra la scuola materna e l’ex elementare. Lo abbiamo detto, qualche mese fa, sia a Montecitorio che a Palazzo Madama: è scientificamente provato che a cinque anni i bambini hanno bisogno di una formazione di tipo essenzialmente ludico e, nello stesso tempo, di avvicinamento all’alfabetizzazione e al far di conto. L’operazione permetterebbe anche di svuotare le graduatorie di merito e le GaE dei maestri d’infanzia dimenticati dalla riforma e con pessime prospettive di stabilizzazione. Come si darebbe una bella spallata alla dispersione e all’abbandono scolastico: perché mantenendo il tempo scuola immutato e innalzando l’obbligo a 18 anni, gli studenti sarebbero più coinvolti nei progetti formativi. Certo, servirebbe anche rivedere i contenuti dei cicli scolastici, rendendoli anche più stimolanti per le nuove generazioni.
Italia Oggi: “Comprensibile e giustificato il malessere che circola tra il personale Ata”, non solo “per il numero ridotto di assunzioni a tempo indeterminato autorizzato per l’anno scolastico 2017/2018, ma anche a causa dei continui maggiori carichi di lavoro imposti soprattutto al personale amministrativo a seguito anche delle incombenze ulteriori derivanti dal decreto vaccini che tra l’altro competerebbero ad altre istituzioni”. “Anche il blocco della mobilità professionale e le retribuzioni ferme a quelle stabilite dal contratto fermo del 2007 contribuiscono a ritenere che il nuovo anno scolastico sarà tutt’altro che tranquillo”.
L’Anief, che da tempo denuncia la carenza di immissioni in ruolo e i carichi di lavoro insopportabili, torna a ricordare che rimane troppo alta la discrasia tra il numero di assunzioni accordate dal Miur e il considerevole numero di posti vacanti: oltre ai 12mila posti disponibili, incomprensibilmente assegnati quasi sempre fino al 30 giugno anziché al 31 agosto, ve ne sono almeno altrettanti oggi ancora “mascherati” nell’organico di fatto. Quindi 25mila amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici che dovrebbero passare nei ruoli dello Stato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Già due anni fa avevamo assistito all’assurdo spostamento dell’assegnazione di migliaia di posti, già destinati al personale Ata, a favore dei lavoratori soprannumerari delle province, contro cui avviammo una class action. Ora si fa il bis, con l’aggravante di assegnare tantissimi posti vacanti senza i mesi di luglio e agosto. Per questo, invitiamo sempre tutto il personale Ata che ha sottoscritto un contratto su posto vacante e disponibile a presentare ricorso per recuperare gli stipendi dei mesi estivi. Sia per l’anno scolastico in corso, sia per quelli passati. Non ci rassegniamo nemmeno per la mancata assunzione e per il conferimento degli scatti, per i quali continuiamo a lottare in tribunale.
Anief invita il personale Ata non assunto ad aderire ai ricorsi per la stabilizzazione e gli scatti di stipendio non percepiti (cliccare qui). Ma anche per il recupero della differenza retributiva per aver ricoperto il ruolo di DSGA, come per la stabilizzazione per chi ha svolto funzioni DSGA per oltre 36 mesi (cliccare qui), oltre che per recuperare gli stipendi dei mesi estivi, sottratti in modo illegittimo.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.