ROMA, 27 GIU - Graduatorie docenti nel caos. Già 10 mila ricorrono con Anief contro il decreto di scioglimento della riserva. Lo rende noto lo stesso sindacato Anief sottolineando che i ricorsi riguardano "il mancato aggiornamento dei docenti inseriti in terza fascia che chiedono una provincia diversa per le prossime immissioni in ruolo e per le supplenze. Ma anche di ricorsi contro il mancato inserimento di quegli insegnanti precari che hanno un titolo di studio abilitate, già riconosciuto valido dal Consiglio di Stato nel 2015 e 2016, come i diplomati magistrale, anche a indirizzo linguistico, i docenti cancellati che hanno chiesto il reinserimento, i diplomati di Conservatorio e Accademia di Belle Arti, nonché gli Insegnanti Tecnico Pratici: il precedente non è da poco, perché a essere inseriti sono stati in tanti. Per ulteriori informazioni e aderire ai ricorsi, clicca qui". Nel frattempo - prosegue l'Anief - "è caos per la gestione delle Graduatorie di Istituto, perché le amministrazioni scolastiche non riescono a gestire in pochi giorni l'alta mole di domande pervenute, peraltro sembra senza nemmeno avere sempre a disposizione i dati relativi a titoli e servizi presentati dagli stessi docenti tre anni fa. Mancano appena tre giorni alla scadenza per l'invio al Sidi: nuovo appello del giovane sindacato al Miur perché espliciti regole più definite e omogenee e rinvii la scadenza del 30 giugno".
Si è oggi riunito il tavolo, dopo 8 anni di blocco, per il rinnovo dei contratti pubblici, durante il quale si è anche parlato della nuova composizione del macro-comparto della Conoscenza. Il sindacalista autonomo, presente all’Aran nella delegazione confederale, ha detto che ci sono dei punti imprescindibili, a iniziare dal recupero dell’inflazione indicizzata, prendendo come base di partenza il mese di settembre 2015, come ha stabilito la Consulta. Si parla tanto di 83 euro medi a dipendente, da applicare comunque non prima del 2018, ma oggi rimaniamo alla sicura copertura di appena 36 euro lordi medi a lavoratore. Mentre il Governo deve mettere a disposizione, come media, non meno di 210 euro a dipendente: 105 sono relative all’adeguamento dell’indennità di vacanza contrattuale, a cui si aggiunge una cifra analoga come aumento di categoria. Pacifico ha poi detto che bisogna rendere indipendente il contratto dalla legge, escludendo le parti comuni con il settore privato. In ogni caso, qualsiasi norma che regola questo genere di rapporti, deve sempre aver il massimo rispetto di tutte le direttive emesse dall’UE su organizzazione e orario di lavoro, ampia informativa ai dipendenti, gestione delle ferie, congedo, pensioni e precariato. La trattativa non può non tenerne conto.
È record di adesioni per il mancato aggiornamento dei docenti inseriti in terza fascia che chiedono una provincia diversa per le prossime immissioni in ruolo e per le supplenze. Ma anche di ricorsi contro il mancato inserimento di quegli insegnanti precari che hanno un titolo di studio abilitate, già riconosciuto valido dal Consiglio di Stato nel 2015 e 2016, come i diplomati magistrale, anche a indirizzo linguistico, i docenti cancellati che hanno chiesto il reinserimento, i diplomati di Conservatorio e Accademia di Belle Arti, nonché gli Insegnanti Tecnico Pratici: il precedente non è da poco, perché a essere inseriti sono stati in tanti. Per ulteriori informazioni e aderire ai ricorsi, clicca qui.
Nel frattempo è caos per la gestione delle Graduatorie di Istituto, perché le amministrazioni scolastiche non riescono a gestire in pochi giorni l’alta mole di domande pervenute, peraltro sembra senza nemmeno avere sempre a disposizione i dati relativi a titoli e servizi presentati dagli stessi docenti tre anni fa. Mancano appena tre giorni alla scadenza per l’invio al Sidi: nuovo appello del giovane sindacato al Miur perché espliciti regole più definite e omogenee e rinvii la scadenza del 30 giugno.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’apertura agli abilitati era un’operazione necessaria e di buon senso. Anche perché va ricordato che in molte delle stesse GaE, come in quelle di Merito, derivanti dai concorsi a cattedra, non c’è più nessuno. Non è certo una novità, ma un dato di fatto venutosi a creare già da un paio d’anni. Sono da vera emergenza, a esempio, le graduatorie esaurite di Matematica alle scuole medie, di sostegno e di tante discipline tecniche. Ma una situazione analoga riguarda anche le nuove classi di concorso, come l’insegnamento di italiano agli alunni stranieri, che costituiscono quasi il 10 per cento degli iscritti, le quali, continuando a estromettere gli abilitati, continueranno a mantenere in vita il triste fenomeno della supplentite.
Tuttoscuola: senza nomine il 2018-19 sarebbe un anno horribilis ancor più dell’anno prossimo, gravato da un numero crescente d'istituti affidati al preside di altre scuole. Se le sedi vacanti al prossimo settembre si possono stimare intorno a 1.500, dall’anno successivo potrebbero sfiorare le 2.000, a cui vanno aggiunte le 334 sedi sottodimensionate che, per legge, non dispongono del dirigente titolare e sono anch’esse affidate in reggenza. Del ritardo sembra compiacersi il 'Ministero dell’economia e finanze, perché, conti alla mano, deve pagare per una sede vacante soltanto l’indennità di reggenza, mentre per una sede coperta dal concorso dovrà pagare la retribuzione da DS del vincitore nonché lo stipendio di un altro docente chiamato a ricoprire il posto lasciato vacante dal neo DS'. Appello Anief: si è ancora in tempo per modificare il regolamento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non si può gestire la scuola senza un minimo di programmazione. Se, a breve, una scuola su quattro si ritroverà senza preside e una su due con lo stesso dirigente scolastico, non possiamo nasconderci dietro a un dito. Si provveda, quindi, ad allestire un concorso pubblico con un adeguato numero di posti. Così come si permetta di superare l’immissione in ruolo come requisito imprescindibile per l’immissione in ruolo come dirigente. Dalla nostra parte abbiamo anche la sentenza della Corte di Giustizia europea sul procedimento C-177/10 dell’8 settembre 2011: una pronuncia che, assieme alle espressioni dello stesso tenore del Tar, peserà, ne siamo certi, nelle valutazioni dei giudici.
È ancora possibile aderire al ricorso contro l’esclusione illegittima dal concorso per dirigenti scolastici. Nel frattempo, Eurosofia ha avviato da tempo corsiin presenza ea distanza per prepararsi alle prove concorsuali usufruendo di vantaggiose convenzioni e vantaggi.
Sebbene siano buoni ultimi nella graduatoria degli stipendi dei dirigenti pubblici italiani, ai presidi laziali sono stati sottratti oltre 2 milioni e 200mila euro complessivi, per colpa di calcoli errati sulla restituzione del 'Fondo unico nazionale' dell’a.s. 2015/2016.
Marcello Pacifico (Confedir-Udir): nell’ ‘orgia dei tagli’ degli ultimi anni, il Miur si è fatto prendere la mano e ha tagliato nel Lazio anche più del dovuto, per il semplice motivo che ha sbagliato a fare i conti. Non è che si tratta di cifre irrisorie. Per questo motivo, l’Udir ha diffidato il Ministero dell’Istruzione e l’Ufficio scolastico regionale del Lazio a restituire ai Dirigenti Scolastici laziali i 2.224.746 euro oggi sottratti.
Udir attraverso apposito ricorso intende recuperare tutti gli arretrati sinora non percepiti. Inoltre, il sindacato ha deciso di avviare ricorso al Tar Lazio anche per l’incremento del Fondo Unico nazionale. La giovane organizzazione sindacale, che opera a tutela dei dirigenti scolastici, è pronta anche a impugnare tutti i Contratti Integrativi Regionali che saranno sottoscritti.Aderisci al ricorso gratuito. Udir mette, infine, a disposizione specifici modelli di diffida, puntando al recupero di una serie di 'voci' e diritti sino a oggi negati: Recuperi Erariali, Trattenuta TFR/TFS, Trattenuta ENAM, Indennità di vacanza contrattuale, RIA, FUN.
Appena una piccola parte potrà sottoscrivere questa estate il contratto a tempo indeterminato, perché in organico le cattedre libere scarseggiano e per loro non sono state messe da parte. Per tutti gli altri, se riparla nel 2018. Solo che nel frattempo sarà già vicina la scadenza del triennio di validità delle graduatorie. Il sindacato dinanzi a questa prospettiva non starà a guardare e annuncia ricorsi, per prolungare l’arco temporale nel quale sarà possibile immettere in ruolo chi ha dimostrato di possedere le competenze giuste per fare l’insegnante nella scuola pubblica. Anche perché nei prossimi anni entrerà in vigore il rinnovato percorso selettivo-formativo derivante dalla Legge 107/15 che porterà in cattedra i nuovi docenti a titolo definitivo non prima del 2022. Così a coprire quei posti saranno ancora una volta i supplenti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): siccome serviranno diversi anni per vedere immessi in ruolo vincitori e idonei, non si comprende perché il tetto dei tre anni dalla stipula della graduatoria debba ancora rimanere in vita. La verità è che chi amministra la scuola pubblica ha combinato un altro pasticcio: se non si corre al più presto ai ripari, con un provvedimento ad hoc che estende i tre anni di validità delle graduatorie, l’errore potrà ancora una volta essere superato solo in tribunale.
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