Anief ricorre al TAR Lazio e impugna la nota pubblicata dal Miur n. 26145 dell'8 giugno 2017 e il Decreto legislativo n. 59/2017 della Buona Scuola che non prevedono lo scorrimento delle graduatorie di merito per la scuola primaria e infanzia. Apertele adesioni al ricorso con scadenza 8 luglio.
L’impugnazione in tribunale ha preso ancora più vigore, dopo le vittorie conseguite e dopo che il Ministero dell'Istruzione ha ammesso che le Graduatorie di Merito del Concorso 2016 dovranno essere utilizzate integramente scorrendo anche oltre il 10% degli idonei, dunque attingendo dagli elenchi aggiuntivi ai fini delle immissioni in ruolo conferite già con decorrenza 1° settembre 2017. Alla luce di questi esiti, appare davvero assurdo che lo stesso Miur possa aver dimenticato i docenti risultati idonei alle prove concorsuali per la scuola dell’infanzia e primaria.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): siamo coscienti che la nostra battaglia, che ci ha già visto vincitori per una parte dei candidati che hanno partecipato al concorso 2016, non può essere arrivata a conclusione. Auspichiamo che il Miur provveda con urgenza a sanare quest'ulteriore stortura e si cancelli così in fretta l'evidente discriminazione posta in essere, a discapito di questa particolare categoria di insegnanti già flagellati da decisioni penalizzanti giunte con la Buona Scuola. In caso contrario, il Miur non farebbe un buon servizio alle 8.400 scuole italiane, agli alunni e alla famigerata continuità didattica. Perché il nuovo reclutamento, legiferato a fine maggio con i decreti attuativi della L. 107/15, prevede una fase transitoria che porterà in cattedra i docenti, a titolo definitivo, non prima del 2022. Nel frattempo chi andrà a coprire le cattedre vuote e quelle che si svuoteranno ulteriormente con il turn over?
L'Anief ottiene ancora una volta giustizia in favore dei lavoratori precari della scuola: riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per illegittima reiterazione di contratti a termine e alle progressioni stipendiali anche durante il precariato a una docente che da ben 10 anni lavora con continuità alle dipendenze del Miur. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Salvatore Russo ottengono una nuova soddisfacente vittoria presso il Tribunale del Lavoro di Roma con una sentenza esemplare che condanna il Ministero dell'Istruzione per discriminazione e sfruttamento del lavoro precario. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): 'i diritti dei precari non possono essere calpestati: il Ministero dell'Istruzione agisce, ancora oggi, in aperto contrasto con la normativa comunitaria continuando a reiterare contratti a tempo determinato su posti vacanti e negando al personale con contratto a termine il diritto alle progressioni stipendiali. Il nostro impegno è quello di continuare a tutelare i loro diritti e a pretendere dall'Amministrazione rispetto per quei lavoratori della scuola che ogni anno permettono il regolare svolgimento delle attività didattiche'. L'Anief ha promosso specifici ricorsi per la tutela dei lavoratori precari cui è ancora possibile aderire per ottenere il giusto riconoscimento della propria professionalità.
Nel decreto alla firma del Capo dello Stato è presente il diktat di non sforare il limite di organico imposto dal Ministero dell’Economia: pur attribuendo i posti in base all’incremento o decremento degli alunni, si arriva a ipotizzare un taglio di 32 unità di personale non docente. Il provvedimento si aggiunge ad altri altrettanto penalizzanti per la categoria: perché arriva dopo che essa è stata ignorata sia in occasione del piano straordinario di immissioni in ruolo della riforma Renzi, sia del successivo organico di potenziamento degli istituti e dopo essere rimasta in vigore l’assurda norma taglia-supplenze brevi, introdotta un anno fa con il comma 332 della Legge di Stabilità 2015 che ha portato i tagli alle supplenze 'brevi'. Così come non si comprende l’esclusione dal bonus di aggiornamento professionale, né si conoscono i motivi della mancata proroga dei contratti per il personale assunto fino al 30 giugno su posti vacanti e disponibili.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): chiediamo al presidente della Repubblica di non firmare il decreto sugli organici del personale Ata, perché con la Legge 107/2015 gli impegni e le incombenze amministrative e di supporto alla didattica si sono moltiplicate. Negli ultimi cinque anni i governi hanno soppresso quasi 50mila posti, tra amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici. Come se non bastasse, dal 2011 non si attuano immissioni in ruolo sulla categoria. È una scelta deliberata, non casuale, che non ha senso. E non è nemmeno supportata dalla normativa. Perché la stessa legge 133 del 2008, la madre di tutti i tagli nella scuola nell’ultimo decennio, conteneva delle precise indicazioni sul dare seguito al turn over e alla copertura dei posti disponibili, senza alcuna differenza per il personale docente e non docente. Invece, si continua a pensare che l’informatizzazione, quindi il computer, possa sostituire il lavoro umano. Nel 2015, contro il blocco delle assunzioni attivammo una class action. Siamo pronti a fare il bis.
Anief ricorda che per il personale Ata continuano a essere aperte le adesioni sul portale Anief per aderire ai ricorsi per la stabilizzazione, gli scatti di stipendio e l’estensione dei contratti al 31 agosto.
Roma, 12 giu. (AdnKronos) - Riservare "la metà dei posti" previsti dal concorso per i dirigenti "ai docenti incaricati" e dare "un punteggio aggiuntivo a chi ha fatto il vicario, il collaboratore o il responsabile di sede". La richesta è dell'Anief che fa sapere di condividere "la proposta che l'Ancodis che si accinge a portare dopodomani alla Ministra Valeria Fedeli per l'assegnazione urgente di quasi duemila posti da preside". "Deve essere stabilito -sottolinea Anief- un adeguato punteggio per gli anni svolti per la collaborazione e il servizio reso deve avere il riconoscimento di stage formativo". Per l'assegnazione delle nuove dirigenze scolastiche, Anief chiede che "si preveda quindi un concorso con il 50% dei posti annualmente vacanti e il 50% da assegnare tramite graduatorie degli incarichi di Presidenza: una sorta di doppio canale, come si fa per le Gae dei docenti, con possibilità di accedere a un corso-concorso per chi ha svolto almeno 36 mesi di incarico". Il sindacato ritiene "particolarmente importante valorizzare tutti quei docenti che negli anni si sono spesi per il bene delle loro scuole, acquisendo competenze e professionalità". Con l'occasione, Anief torna a chiedere "la partecipazione al prossimo concorso dei docenti precari che hanno alle loro spalle cinque anni di servizio e siano in possesso del titolo di ammissione, quale è la laurea". A questo proposito, il sindacato ricorda ancora una volta al Miur che "la sentenza del Tar Lazio, la 5011/2014 del Tar del Lazio, mai sospesa dal Consiglio di Stato, ha ammesso i candidati alla precedente selezione: è ancora possibile aderire al ricorso contro l'esclusione illegittima dal concorso per dirigenti scolastici". "Nel frattempo, Eurosofia ha avviato da tempo corsi in presenza e a distanza per prepararsi alle prove" annuncia il sindacato. "Non si comprende perché in Italia spesso le espressioni dei giudici non trovino seguito nei regolamenti e nei concorsi pubblici" afferma Marcello Pacifico di Anief-Cisal. "Considerando che gli ultimi 200 idonei della selezione del 2011 sono stati assunti lo scorso settembre, viene da chiedersi cosa frena ancora il Ministero dell'Istruzione ad accordare la nostra richiesta. Come quella -continua Pacifico- di riservare una parte dei posti vacanti a chi ha già dimostrato nelle scuole di avere doti organizzative e di gestione delle risorse umane". "In caso contrario, stiamo valutando la possibilità di avviare un ricorso apposito per questi docenti-collaboratori" avverte.
Si tratta della conferma del blocco triennale della provincia di immissione in ruolo e del divieto di domanda per chi ha ottenuto trasferimento. Non avrà conferma, quindi, la mediazione voluta saggiamente lo scorso anno per limitare i danni dovuti all’assurda decisione di assumere decine di migliaia di docenti su area nazionale. In quell’occasione si arrivò a una decisione coerente, anche perché al ricatto dell’immissione in ruolo in cambio dell’indicazione da parte dell’aspirante docente a tempo indeterminato di tutte le cento province italiane, si aggiunse la lotteria dell’algoritmo impazzito che ha destinato tantissimi insegnanti fuori provincia, anche a mille e più chilometri, pur in presenza di posti vacanti a due passi da casa. Oltre all’incomprensibile passo indietro rispetto a soli dodici mesi fa, visto che le condizioni sono rimaste immutate, c’è almeno un altro aspetto che rende illogica la presa di posizione del Miur: il fatto che la deroga sia stata già confermata nel contratto sulla mobilità del prossimo anno scolastico, alla voce ‘trasferimenti’.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): come si spiegherà al personale che la deroga al blocco per assunti nell’ultimo triennio è concessa solo a una parte di personale? Per noi è chiaro che, a parità di condizioni, la deroga va confermata. Altrimenti, ricorreremo al giudice del lavoro. Perché la vita professionale e gli affetti dei docenti valgono molto di più delle norme altalenanti e prive di logica prodotte da un’amministrazione sempre più confusionaria.
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