"A seguito dell’ipotesi di contratto che sarà probabilmente firmata da tutti i contraenti, e del nuovo CCNQ che detta le regole sulla rappresentatività, con la riduzione dei comparti, finalmente potrà aprirsi la stagione contrattuale. Quindi è inutile in questo momento fare diffide per i rinnovi dei contratti perché verrà da se questa nuova trattativa per i rinnovi contrattuali." Questo è quanto dichiara in prima battuta il presidente Anief Marcello Pacifico durante un’intervista.
Il Collegio del Tar Lazio, che nel precedente bando di concorso si era dovuto adeguare alla pronuncia del CdS, ora, in maniera inusuale con sentenza breve su richiesta di provvedimento cautelare, anziché confermare vista la medesima censura posta, ritorna nei suoi errori, ci ripensa e con sentenza breve n. 4253/16 ribadisce l’esclusione dei nuovi ricorrenti “malgrado l’autorevole orientamento espresso dalla richiamata sentenza del Consiglio di Stato” in verità, espresso con la sentenza n. 4723/14. Per Anief, è una cosa incredibile, mirabile dictu. La giurisprudenza è legge. Faremo appello e chiederemo l’annullamento. Esiste la certezza del diritto.
Se questo è l’inizio di una chiara presa di posizione del Collegio del Tar Lazio in merito alla nuova procedura concorsuale, è evidente, che i legali dell’Anief come per le altre volte tenteranno la tutela giurisdizionale fino all’ultimo grado di giudizio. Non è raro, infatti, che le sentenze del Tar Lazio siano annullate dal Consiglio di Stato, giudice di appello. Inoltre, il Tar Lazio dovrebbe spiegare come sia possibile ancor oggi insegnare senza abilitazione dalla terza fascia delle graduatorie d’istituto, visto che ritiene, nella sentenza, la funzione docente una professione regolamentata ai sensi della direttiva 2006/36/CE e riservata soltanto al personale laureato abilitato. Anche per questo chiederemo il parere di quel giudice di appello così rispettato a parole e così ignorato in punto di diritto.
Nuovo successo dell'Anief in tribunale a tutela dei diritti dei lavoratori precari della scuola, da anni sfruttati dal MIUR con contratti illecitamente reiterati a termine in palese violazione delle norme comunitarie. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Michele Ursini ottengono nuovamente piena ragione in favore di due nostre iscritte e fanno condannare il Ministero dell'Istruzione al risarcimento del danno e al riconoscimento delle progressioni stipendiali mai corrisposte.
Esplora il significato del termine: Al Nord meno prof che al Sud, e nessuno vuole trasferirsi: boom di domande nelle regioni meridionali, dove le chance di assunzione diminuiscono, e penuria in quelle del nord, dove invece gli uffici scolastici dovranno ricorrere ai supplenti (non abilitati)Al Nord meno prof che al Sud, e nessuno vuole trasferirsi: boom di domande nelle regioni meridionali, dove le chance di assunzione diminuiscono, e penuria in quelle del nord, dove invece gli uffici scolastici dovranno ricorrere ai supplenti (non abilitati). Continua a leggere.
Le Sezione Unite della Corte hanno stabilito che oltre 200mila lavoratori precari del pubblico impiego potranno ricorrere contro lo Stato italiano per ottenere un risarcimento che varia da 2,5 a 12 mensilità, come per il settore privato.Già pronti i ricorsi.Per i docenti della scuola pubblica, la Legge 107/2015 riconosce già un fondo apposito per risarcire i pagamenti disposti dai giudici del lavoro: solo che si tratta di una “mancia”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quello che serviva prioritariamente era stabilire, per legge, i criteri di risarcimento danni nei confronti dei tanti precari assunti e licenziati per anni, anche decenni, in violazione di norme e direttive, a partire dalla direttiva Ue 70/1999 CE. Per la scuola, l’ultima parola sulla stabilizzazione però ancora si deve pronunciare: aspettiamo, intanto, la metà di maggio, quando si esprimerà la Consulta.
Iniziano i ricorsi dei lavoratori del pubblico impiego per i risarcimenti.
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Siamo presenti in tutte le province.