Le ultime notizie indirizzano la trattativa verso un compromesso per lo sblocco dell'accordo quadro sui rinnovi nel pubblico impiego. Una delle ipotesi, da quanto si apprende, consiste nel far saltare gli aggettivi che nella bozza di intesa accompagnano l'indicazione sull'incremento contrattuale di 85 euro: non sarebbero più "medi" e "non inferiori a", ovvero minimi. Si assiste all’ennesimo rimando dopo aver raggiunto, poi, solo un accordo di massima utile a ottenere, peraltro, degli incrementi stipendiali ridicoli. Nella migliore delle ipotesi, i dipendenti pubblici dovranno attendere un tempo ancora indefinito: potrebbero passare anni, infatti, prima di vederli acquisiti a regime.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il Governo farebbe bene ad incrementare il fondo previsto nella legge di bilancio, sia per coprire gli aumenti con immediatezza, anziché pensare di assegnarli a piccole ‘dosi’, sia per prevedere l’incremento minimo relativo all’indennità di vacanza contrattuale: quest’ultima, attraverso il DEF 2016, è stata invece congelata da diversi anni e rimarrà tale sino al 2018 e forse anche fino al 2021. Questi parametri sono stati adottati per il rinnovo dei metalmeccanici. Per quelli dei comparti pubblici, invece, non se ne parla: qualora, invece, la Funzione Pubblica volesse proseguire sulla strada intrapresa, allora vorrà dire che sarà sepolto dai ricorsi. I lavoratori pubblici hanno, infatti, pieno diritto a ricevere uno stipendio equo, giusto e allineato al costo della vita, come previsto, costituzionalmente, in tutti i Paesi moderni dove il rinnovo di contratto non può prescindere dal riferirsi all’Ipca, l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi UE.
Anche il tribunale di Brescia ha ribadito il valore abilitante all’insegnamento del loro titolo conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. Superata, ancora una volta, l’esclusione imposta dal Miur che voleva negare a una docente la possibilità di conseguire supplenze con il riconoscimento della validità del titolo posseduto ai fini abilitanti. In accoglimento del ricorso, l'Anief ha ottenuto la dichiarazione del “diritto della ricorrente all’inserimento nella II fascia delle graduatorie di Istituto classi di concorso scuola dell’infanzia e scuola primaria per gli anni scolastici 2014/2017 nella posizione derivante dal punteggio attribuitole in base ai titoli e servizi posseduti e condanna le amministrazioni convenute al reinserimento della ricorrente nelle suddette graduatorie con decorrenza dall’approvazione delle graduatorie d’istituto valide per gli anni 2014/2017”.
Marcello Pacifico (Anief – Cisal): “La sentenza ha ribadito che il diritto di questi docenti è sancito dalla normativa primaria e da una granitica giurisprudenza ottenuta dai nostri legali in Consiglio di Stato ed è di primaria rilevanza per la battaglia che conduciamo da anni in favore dei docenti in possesso di diploma magistrale linguistico.
L’Anief, sindacato che da anni si batte in tribunale per la tutela dei loro diritti, ha attivato anche uno specifico ricorso,con scadenza di adesione e invio della documentazione utile entro il prossimo 7 dicembre, per far fronte anche alla loro esclusione dalle Graduatorie a Esaurimento imposta da alcuni Ambiti Territoriali Provinciali.
In Calabria, Campania e Sicilia, risultano ancora senza docente molti spezzoni di cattedra: per la scuola dell’infanzia e primaria, nelle provincie di Terni, Cosenza, Perugia, Campobasso, Roma, Latina e Palermo, sono ancora in corso le convocazioni per il conferimento degli incarichi annuali e a Catanzaro si devono completare pure quelle del personale Ata. Al Nord non va meglio: a Genova il 30% dei bambini disabili delle scuole primarie non ha ancora avuto (forse non arriverà mai) un insegnante di sostegno specializzato; a Savona scarseggiano i docenti del primo ciclo e le scuole sono costrette a ricorrere ai candidati privi di abilitazione che hanno presentato la sola “messa a disposizione”; a Torino, ci sono da coprire ancora 339, di cui 230 di sostegno e vi sono, inoltre, ancora vuoti “a macchia di leopardo” alle medie e alle superiori; carenze di docenti delle superiori si segnalano anche in Veneto ed in altre regioni. A Firenze un gruppo di genitori lancia un appello pubblico: Per Natale vogliamo una maestra o una prof!
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): mai era accaduto che così tanti insegnanti e pure una parte di Ata dovessero attendere più di tre mesi per essere nominati su posti vacanti o spezzoni di cattedre residui. Il tutto diventa intollerante perché, ancora una volta, gli uffici scolastici non si sono attivati per coprire i vuoti sul sostegno che riguardano qualcosa come 40mila posti: non possono, poi, essere di certo i docenti del “potenziamento” a fare da tappabuchi su insegnamenti per i quali non sono nemmeno abilitati. Sembra assurdo, ma la riforma della scuola, alla resa dei conti, ha aggravato il fenomeno del precariato e della copertura adeguata dei posti.
Confermato anche dal Giudice del Lavoro di Brescia il valore abilitante del diploma magistrale sperimentale a indirizzo linguistico conseguito entro l'a.s. 2001/2002, così come sostenuto da sempre dall'Anief. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Lara Bianzani ottengono una sentenza fondamentale per il riconoscimento dei diritti dei docenti abilitati illegittimamente esclusi dal MIUR dalla possibilità di conseguire supplenze con il riconoscimento della validità del titolo posseduto ai fini abilitanti. Marcello Pacifico (Anief-Cisal) “Ancora una volta abbiamo raggiunto un traguardo importante nella tutela dei diritti dei lavoratori della scuola. Il Ministero dell'Istruzione si sta nuovamente ostinando a negare un diritto sancito dalla normativa primaria e da una granitica giurisprudenza ottenuta dai nostri legali in Consiglio di Stato”. Pronti a partire anche i ricorsi specifici dedicati a quanti, in possesso di diploma sperimentale linguistico, sono stati illegittimamente esclusi dalle Graduatorie a Esaurimento, nonostante il favorevole pronunciamento del Tribunale Amministrativo e del Consiglio di Stato.
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