Da un bilancio della riforma approvata nell’estate 2015, realizzato dal Sole24Ore, risulta chiaramente che il numero di insegnanti non di ruolo che occupano stabilmente delle cattedre sia altissimo; inoltre, il bonus annuale si è rivelato un vero fallimento, perché è andato a incentivare un lavoratore della scuola su quattro, con cifre irrisorie che corrispondono in media a incrementi pari a circa 30 euro netti al mese a beneficiario. Gli aumenti veri dovevano, però, essere di 150 euro per tutti. La strada del ricorso rimane l’unica percorribile.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il fallimento è totale, se solo si torna alle intenzioni espresse nell’estate del 2014 dall’ex premier Matteo Renzi nel presentare la sua riforma della scuola con 150mila assunzioni e la fine della supplentite. Noi, dal canto nostro, non avevamo dubbi su questo esito disastroso del piano assunzionale predisposto da un Governo tutto incentrato su stesso e incurante del parere di 600mila lavoratori scesi in piazza nella primavera di un anno e mezzo fa, come mai era successo prima. Non ha portato alcun beneficio nemmeno l’assegnazione del cosiddetto “merito” professionale.