Il regolamento, che riduce di un terzo le classi concorsuali e colloca quel che rimane all’interno di otto enormi “contenitori”, dovrà ora essere registrato alla Corte dei Conti e arriverà in Gazzetta Ufficiale probabilmente entro martedì 23 febbraio. Troppi gli accorpamenti forzati, che purtroppo avranno inevitabili ripercussioni negative sulla didattica. Ad iniziare dalla nuova classe di tecnologie e tecniche della comunicazione, che assorbe addirittura sei delle classi di concorso attualmente in vigore.
Anief, inoltre, mantiene diversi dubbi sullo svolgimento dello stesso concorso, diversi dei quali ravvisati anche dal Consiglio superiore della pubblica istruzione. Perché alle immotivate esclusioni dei giovani laureati, dei precari non abilitati con 36 mesi di servizio, dei docenti di ruolo, oltre che degli specializzandi nel sostegno e abilitandi nelle discipline, vanno aggiunte delle incongruenze nello svolgimento delle prove. Soprattutto in lingua straniera.
Marcello Pacifico (presidente Anief): dopo sette anni di attesa e diverse bozze di revisione andate a vuoto, ci viene ora proposto un modello organizzativo delle discipline da insegnare che svaluta il personale docente, perché in molti casi d’ora in poi verranno messi in cattedra degli insegnanti pur se sprovvisti delle specifiche competenze e conoscenze della disciplina. Così, il tanto agognato “merito” si allontana sempre più, perché i candidati dovranno confrontarsi con programmi iper-allargati. Questi accorpamenti, inoltre, potevano avere un senso per il futuro. Ma non per questa tornata concorsuale, visto che tutti i laureati che vi parteciperanno si sono formati su piani di studio ed argomenti tarati sui programmi di studio precedenti.
Il Tribunale del Lavoro di Pescara accoglie altri due ricorsi ANIEF e dichiara il diritto dei docenti cancellati per non aver prodotto domanda di aggiornamento ad essere reinseriti nelle Graduatorie a Esaurimento d’interesse. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo e Edoardo Diligenti mettono a segno una nuova vittoria per il nostro sindacato con la condanna del MIUR all’immediato reintegro dei due docenti nelle graduatorie e al pagamento delle spese di giudizio.
L’ordine è stato accompagnato dalla nomina di un commissario ad acta, al fine di sovraintendere a tutte le operazioni a carattere esecutivo nella persona di un dirigente del ministero, cosicché possa essere assicurato il rispetto del diritto. A distanza di quattro anni dalla questione “pettine” cambiano i Governi ma non il risultato: il sindacato autonomo vince sempre. Stavolta i diplomati magistrali che hanno presentato domanda al tribunale amministrativo nel 2014 per l’inserimento nelle liste dei precari, utili alla stipula dei contratti a tempo determinato e indeterminato come docenti della scuola pubblica, devono essere inseriti e immessi in ruolo. Questo è il risultato di quattro decreti monocratici emessi ieri dal Consiglio di Stato, nonostante il Parlamento blindi ancora le GaE.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): ancora una volta siamo riusciti a far rispettare i principi costituzionalmente protetti, che avrebbero dovuto garantire l’immissione in ruolo del personale selezionato e idoneo, proprio nel momento in cui il Parlamento cerca di blindare le graduatorie ad esaurimento proponendone una proroga dell’aggiornamento ancora per un triennio .
Il Ministero dell’Istruzione riceve una nuova pesante sconfitta in tribunale grazie alla sapiente azione dell’Anief con la consacrazione del pieno diritto dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/2002 all’inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento e una condanna alle spese di lite che supera i 25.000 Euro. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Salvatore Russo, hanno, infatti, ottenuto ben 12 sentenze di pieno accoglimento, sicuramente destinate a segnare la giurisprudenza in materia, in cui vengono scardinati punto per punto i motivi addotti dal MIUR a tutela del proprio illegittimo operato considerato dai Giudici irragionevole e discriminatorio.
Sono 6mila docenti e 2mila Ata in meno rispetto allo scorso anno, quando le richieste di lasciare il servizio furono circa 24mila. I benefici dell’emendamento Gnecchi alla Legge 190/2014, che ha permesso di far accedere alla pensione prima dei 62 anni di età, con circa 41-42 anni di contributi senza incappare nelle decurtazioni, sono stati cancellati dal decreto interministeriale Mef - Ministero del Lavoro, che ha posticipato di ulteriori quattro mesi l’età e i requisiti. E pensare che nel 2007 a lasciare furono più di 35mila lavoratori.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): a tenere alta l’età media dei nostri insegnanti c’è anche la decisione del Miur di escludere non abilitati e laureati dal concorso a cattedra, in via di approvazione e contro cui noi abbiamo già deciso di fare ricorso. Non dimentichiamo, poi, che questo Governo ha abbandonato oltre 4mila Quota 96. Come quasi tutti i dirigenti dimenticano ancora oggi di somministrare il test per il rilevamento dello stress da lavoro correlato, divenuto obbligatorio dal 2011. Si sarebbe accertato quello che è noto da tempo, grazie alle ricerche scientifiche: la categoria degli insegnanti è quella che più conduce verso patologie psichiatriche e inabilità al lavoro, con 3 docenti italiani su 4 stressati per il lavoro dietro la cattedra troppo logorante.
(ANSA) - ROMA, 11 FEB - Nel contratto sulla mobilità degli insegnanti, per i docenti di sostegno rimane l'obbligo di permanenza di cinque anni. Lo denuncia l'Anief che contesta la conferma del vincolo quinquennale. "Perché - spiega - questi insegnanti già sono stati troppo bistrattati e inoltre la Legge 107/2015 non dice questo: al comma 108 si legge che 'il piano straordinario di mobilità territoriale e professionale su tutti i posti vacanti dell'organico dell'autonomia, rivolto ai docenti assunti a tempo indeterminato entro l'anno scolastico 2014/2015'. Punto". Anief, non appena l'Ordinanza sulla mobilità 2016-2017 del personale sarà pubblicata, fornirà quindi precise indicazioni su come presentare la domanda di mobilità e a chi rivolgersi laddove venisse respinta. "Non è certo sottraendo i diritti dei docenti di sostegno o reinterpretando la legge - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - che si tutela la continuità didattica agli alunni disabili. Questa, lo abbiamo detto e lo ribadiamo, si riscontra solo in un modo: assicurando la stabilizzazione sugli oltre 33mila posti rimasti vacanti e che invece continuano a essere assegnati in 'deroga' anziché attraverso l'organico di diritto. I sindacati maggioritari non dovevano accettarlo. E non basta di certo inserire delle dichiarazioni a latere del contratto di mobilità dove si ricorda che i docenti di sostegno sono come gli altri. Fare sindacato, significa tutelare i diritti di tutti, nessuno escluso". (ANSA).
Sino a prova contraria, tutti e tre gli individuati, nulla potevano contro la volontarietà del gesto dello studente, svolto deliberatamente e senza costrizione. Inoltre, esaminando la normativa sulla sicurezza, si evince che vi sono responsabilità che non si soffermano sul singolo istituto. Lo stesso coordinamento tra più enti coinvolti, rende difficile interventi rapidi e snelli di adeguamento. Che non sempre vengono ottemperati nei tempi utili.
Marcello Pacifico (presidente Anief): si tratta di circostanze che è legittimo verificare, perché c’è da capire se il terribile incidente accaduto al ragazzo abruzzese poteva essere evitato. Vanno escluse situazioni di ‘culpa in vigilando’, di mancata ottemperanza della normativa sulla prevenzione. Detto questo, tuttavia, riteniamo che la strada è lunga prima di associare l’evento di Roccaraso ad una responsabilità diretta di un dipendente. Non dimentichiamo che, raramente, nella fornitura di attrezzi e arredi è presente anche un piano di manutenzione, ammortamento e rinnovo degli stessi e le sostituzioni vengono fatte ‘a rottura’.
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