A seguito della riunione tenutasi il 2 ottobre in ARAN, incentrata sulla chiusura della sequenza contrattuale relativa alla figura del contratto di ricerca (art. 178 comma 1 lettera g del CCNL 2019/2021) constatiamo un importante avanzamento verso la definitiva chiusura di questa nuova figura all’interno delle Università e degli EPR.
L’amministrazione centrale scolastica continua a caricare le segreterie degli istituti di compiti ulteriori, ignorando che operano in uno stato di difficoltà per mancanza di personale e di professionalità adeguate: l’ultima incombenza arrivata alle segreterie scolastiche riguarda la gestione delle domande per l’accesso alla pensione prodotte da personale docente e ATA. Alle scuole viene chiesto di gestire le pratiche che da quest’anno prevedono l’utilizzo esclusivo dell’applicativo Passweb, piattaforma dell’Inps in uso nelle pubbliche amministrazioni.
"Sulla perdita di valore degli stipendi della scuola sono tutti d'accordo: numeri alla mano, blocchi di contratti protratti negli anni, aumenti limitati e inflazione galoppante hanno praticamente dimezzato, in 30 anni, i compensi di docenti.
A breve partiranno i termini della presentazione delle domande volte a fruire dei permessi per motivi di studio nel corso dell'anno 2025.
La materia, infatti, è disciplinata con riferimento all'anno solare, non all'anno scolastico.
I docenti e il personale Ata con contratto “breve e saltuario” non possono vedersi tagliato dallo stipendio le “voci” Rpd e Cia che corrispondono a fino 300 euro mensili: lo sostiene da tempo il sindacato Anief, lo ribadiscono ultimamente sempre più giudici del lavoro. Anche quello di Trieste, Sezione Civile – Controversie del Lavoro, che ha accordato la richiesta dei legali Anief di risarcire con euro “3.947,16 lordi, oltre interessi legali o rivalutazione dalle singole scadenze al saldo” un docente con contratti cosiddetti “brevi” svolti negli anni scolastici 2018/2019, 2020/2021 e 2021/2022: l’insegnante, come tutti coloro che sottoscrivono contratti di tipo non annuale, si era visto negare infatti “la Retribuzione Professionale Docenti, sempre riconosciuta ai docenti assunti con rapporto di impiego a tempo indeterminato o con rapporto di impiego a tempo determinato per l’intera durata dell’anno scolastico”.
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