L’Aula del Senato ha convertito in legge decreto PA bis (Dl 22 giugno 2023, n. 759) che contiene una serie di disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle PA, agricoltura, sport, lavoro. Il testo, grazie agli emendamenti promossi dal sindacato Anief ed in parte approvati a fine luglio alla Camera, contiene anche norme in materia di Scuola. In tutto, Sono otto le modifiche ottenute da Anief sull'accesso e la semplificazione del percorso di formazione iniziale, sui docenti di ruolo fantasma esui docenti precari ingabbiati,nelle scuole statali, paritarie e Iefp e, ancora, dell'ultimo concorso straordinario, sulla trasformazione ad esaurimento delle graduatorie già precedentemente reintegrare con gli idonei dell'ultimo concorso ordinario, sulla riassegnazione di un organico aggiuntivo per il PNRR alle scuole, sulla formazione del personale ATA.
Ancora una sentenza favorevole ad un docente precario che si è visto cancellare le ferie, come pure le festività soppresse, senza averle mai utilizzate: ad emetterla è stato il tribunale del lavoro di Firenze che detto sì alla richiesta di una docente che al termine dell’anno scolastico 2020/2021 aveva terminato il rapporto senza vedersi assegnare il corrispettivo economico derivante dai giorni di ferie e di festività soppresse non utilizzati durante il suo rapporto di lavoro a tempo determinato. Secondo il giudice, “i docenti devono fruire delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni, pur potendone fruire nella restante parte dell’anno scolastico, ma solo nei limiti di 6 giorni e laddove possano essere sostituiti”; inoltre, “i docenti assunti con contratto di lavoro a tempo determinato hanno diritto ad ottenere, in deroga alla regola generale, la monetizzazione delle ferie non godute, ma “limitatamente alla differenze tra i giorni di ferie spettanti e quelli in cui è consentito al personale in questione di fruire delle ferie”. Ne consegue che all’insegnante il Ministero ora dovrà dare la somma risarcitoria “di 320,45 euro, maggiorata degli interessi legali e la rivalutazione monetaria ISTAT”.
“Il ritorno alle abilitazioni, che mancavano dal 2014, è un primo passo verso la tutela dei diritti dei precari che fanno mandare avanti la scuola: grazie anche agli emendamenti approvati nel decreto 75 PA bis, si aprono i corsi abilitanti a chi ha svolto 36 mesi, ai vincitori del concorso straordinario bis, ai docenti delle paritarie, a quelli dei centri di formazione e pure ai docenti ingabbiati”. Lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief durante un’intervista alla rivista La Tecnica della scuola: commentando la firma sul Dpcm che definisce la nuova formazione dei docenti, il sindacalista autonomo ha spiegato che si tratta di un risultato importante anche se ci sono degli aspetti da smussare.
Sale l’interesse per l’organico aggiuntivo 2023 della scuola pubblica utile a favorire lo sviluppo del Pnrr. Con la versione definitiva approvata alla Camera del decreto 75 PA bis sono stati infatti stanziati per questo scopo 50 milioni di euro per assicurare un surplus di personale ATA, anche se solo per i primi tre mesi dell'anno scolastico e per questo noi cercheremo di trovare altre risorse. A questo punto, ci si chiede: quanti saranno i posti autorizzati? Secondo il sindacato Anief, tra i promotori più convinti del provvedimento attraverso anche emendamenti ad hoc, è tempo di fare chiarezza. Alcune riviste di settore hanno infatti calcolato che prendendo uno stipendio lordo stato di 2.100 euro mensile medio a dipendente per tre mesi, con i 50 milioni di euro di finanziamento si arriverà ad assumere 6 mila unità di personale Ata e ausiliario.
Da settembre i supplenti annuali fino al 31 agosto avranno la Carta del docente da 500 euro e se di ruolo e il riconoscimento dell’intero servizio pre-ruolo nella ricostruzione di carriera: il doppio risultato, previsto della versione finale del decreto 75 PA bis già approvata alla Camera e a breve anche a Palazzo Madama, è stato raggiunto grazie soprattutto all’azione vincente dell’Anief che ha proposto e in parte ottenuto l’approvazione di appositi emendamenti al DL. Diversi insegnanti supplenti non dovranno quindi più ricorrere in tribunale per formarsi e aggiornarsi, altri continueranno a presentare ricorso per la mancata assegnazione della Carta del docente.
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