All'interno di un dossier del Servizio Studi-Dipartimento di Montecitorio e dell’Ufficio Rapporti con l’Ue, allegato alla presentazione in Parlamento del DDL sulla riforma: i consulenti parlamentari ribadiscono due elementi fondamentali dei quali non si può certo prescindere nella fase dell’attuazione del piano straordinario di assunzioni: la sentenza della Corte di Giustizia di Lussemburgo e la procedura di infrazione iniziata dalla Commissione Europea e tuttora in corso.
Replica della Commissione Ue: “l’ordinamento italiano (DPR n. 1525/1963) non include l’attività didattica tra le attività di lavoro stagionale. Il fatto poi che uno stesso docente possa lavorare per più di venti anni con contratti di lavoro a tempo determinato contraddice l’esistenza delle ragioni oggettive invocate dalle autorità italiane (sostituzione e stagionalità)”. Perché si vuole far passare, chiede Orizzonte Scuola, “che i lavoratori di ruolo continuino a raccogliere le patate o a potare le viti di Lambrusco anche a stagione finita?”.
Marcello Pacifico (presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione): se passerà il piano ‘ristretto’ di immissioni in ruolo predisposto dal Governo, il problema del precariato rimarrà tutt’altro che risolto: due supplenti annuali su tre continueranno ad essere inquadrati da graduatorie che non saranno affatto svuotate. E questo continuerà ad avvenire sempre perché il Governo si ostina a non realizzare un serio censimento: una censura assurda, che ora scopriamo viene cassata anche dall’ufficio legislativo della Camera.