Due piattaforme semplici, che consentono una compilazione rapida e aiutano a gestire al meglio pagamenti e servizi: le piattaforme MePa e PagoPa. Pochi le conoscono e le utilizzano sebbene siano in grado di semplificare le attività e ridurre le tempistiche lavorative in maniera sostanziale solo un numero esiguo di impiegati della scuola e degli uffici statali hanno fatto corsi di aggiornamento per utilizzarle al meglio
“Potrebbe venir meno l’aumento stipendiale a pioggia per l’intera categoria docenti, destinando le risorse allo “straordinario”, quindi incarichi aggiuntivi, tra i quali quelli svolti nell’ambito del Middle Management”: lo scrive la rivista Orizzonte Scuola, partendo dalle “misure previste nella vision di medio e lungo termine del ministro Azzolina”, le quali prevedono “una ristrutturazione della funzione docente su base gerarchica quindi l’istituzione a regime del Middle Management e annessa corresponsione di retribuzioni accessorie. In parte un proseguimento della Buona Scuola di Renzi”.
Il giovane sindacato ribadisce che l’introduzione di nuove regole contrattuali, di incrementi stipendiali degni di almeno 250 euro al mese e possibilità di sviluppare una carriera, anche per il personale Ata, rappresentano dei traguardi imprescindibili: stiamo parlando dei compensi più bassi in Europa e nei Paesi Ocse. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato, ci si può anche confrontare sulla possibilità di “cominciare a valutare con maggiore attenzione chi opera in condizioni di difficoltà e in territori dove è più difficoltoso sviluppare lo stesso livello di apprendimento che si riscontra in altre aree. Ma solo dopo comunque avere allineato gli stipendi a quelli dell’Unione europea. Significa, quindi, assegnare stipendi sopra l’inflazione e metterli sullo stesso piano dei colleghi d’oltre confine. Poi, si può anche premiare chi è più motivato e opera, ad esempio, nei territori più difficili. Siamo pronti al confronto del tavolo, a patto che si porti anche avanti la volontà di attuare la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, pure per la ricostruzione di carriera, la mobilità, senza più assurdi vincoli che fanno stare lontano, anche quando non è indispensabile, da casa e affetti”.
Tornano domani in classe gli studenti delle superiori della Puglia, Calabria, Basilicata, Sardegna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Campania: gli studenti potranno tornare a frequentare in presenza, pur rispettando una capienza ridotta al 50% alternandosi in classe, quindi alternando con la didattica a distanza. Considerando gli studenti già in classe di Toscana, Abruzzo, Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Molise, Umbria, Lazio, Liguria, Bolzano e Trento, secondo Tuttoscuola, si ritroveranno in classe non meno di 7 milioni di alunni per effetto dell'ordinanza del ministro della Salute che ha portato in zona gialla 14 regioni, e in zona arancione 4 regioni (Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e provincia di Bolzano), con nessuna zona rossa.
Come riportato oggi da Orizzonte Scuola, ogni regione ha organizzato il rientro del 1° febbraio con modalità logistiche, di sanità preventiva e scolastiche sulla base delle proprie esigenze. Molto dipenderà anche dalle singole scuole: “le decisione prese dagli organi collegiali, quindi da consigli di classe, collegi dei docenti e consigli d’istituto, hanno risentito in modo forte delle caratteristiche peculiari dei vari territori", commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
"Le decisioni prese dai territori – commenta il leader del giovane sindacato – sono frutto degli incontri svolti dalle parti interessate con i prefetti e con le città metropolitane per i collegamenti, anche se soprattutto nelle città più grandi i mezzi pubblici rimangono inferiori alle esigenze. Si è cercato di provvedere con gli ingressi scaglionati, ma non sono facili da applicare: certamente si è ridotto il pericolo di assembramenti, ma di base se le vetture per viaggiare mancano, gli orari diversificati non le hanno fatte di certo moltiplicare. È bene, inoltre, che le decisioni prese siano concordate anche con i dirigenti scolastici e con le scuole: è un’esigenza fondamentale, che però sembra che non sia stata sempre rispettata. Sempre per cercare di tutelare l’attività didattica. Solo ieri sera, ad esempio, le scuole superiori della Sicilia sono state avvisate che la dad sarebbe continuata un’altra settimana”.
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