“Potrebbe venir meno l’aumento stipendiale a pioggia per l’intera categoria docenti, destinando le risorse allo “straordinario”, quindi incarichi aggiuntivi, tra i quali quelli svolti nell’ambito del Middle Management”: lo scrive la rivista Orizzonte Scuola, partendo dalle “misure previste nella vision di medio e lungo termine del ministro Azzolina”, le quali prevedono “una ristrutturazione della funzione docente su base gerarchica quindi l’istituzione a regime del Middle Management e annessa corresponsione di retribuzioni accessorie. In parte un proseguimento della Buona Scuola di Renzi”.
Il giovane sindacato ribadisce che l’introduzione di nuove regole contrattuali, di incrementi stipendiali degni di almeno 250 euro al mese e possibilità di sviluppare una carriera, anche per il personale Ata, rappresentano dei traguardi imprescindibili: stiamo parlando dei compensi più bassi in Europa e nei Paesi Ocse. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato, ci si può anche confrontare sulla possibilità di “cominciare a valutare con maggiore attenzione chi opera in condizioni di difficoltà e in territori dove è più difficoltoso sviluppare lo stesso livello di apprendimento che si riscontra in altre aree. Ma solo dopo comunque avere allineato gli stipendi a quelli dell’Unione europea. Significa, quindi, assegnare stipendi sopra l’inflazione e metterli sullo stesso piano dei colleghi d’oltre confine. Poi, si può anche premiare chi è più motivato e opera, ad esempio, nei territori più difficili. Siamo pronti al confronto del tavolo, a patto che si porti anche avanti la volontà di attuare la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, pure per la ricostruzione di carriera, la mobilità, senza più assurdi vincoli che fanno stare lontano, anche quando non è indispensabile, da casa e affetti”.
Di aumenti di stipendio si parla anche nell’atto di indirizzo della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, datata 4 gennaio 2021, nella quale c’è scritto che “sarà necessario valutare la definizione, in seguito ai necessari passaggi legislativi e contrattuali, in spirito di ampia condivisione, per la prima volta, dell’area del cd. MIDDLE MANAGEMENT, cui possano accedere, secondo modalità trasparenti, docenti capaci, per esperienza, professionalità e vocazione, di gestire attività complesse formalmente delegate, tra quelle di competenza del dirigente scolastico”.
L’ATTO DI INDIRIZZO
Nello stesso documento si legge che “appare necessario procedere al rinnovo del Contratto collettivo nazionale di Lavoro per il comparto scuola, sulla base delle risorse aggiuntive stanziate per l’incremento a regime della retribuzione del personale docente, anche operando sugli aspetti giuridici che regolano la professione stessa, attraverso la definizione di un vero e proprio percorso di carriera professionale che connoti il ruolo, dal momento della immissione fino al collocamento a riposo, su base meritocratica”. Inoltre, continua la rivista, “si parla di due percorsi di carriera per gli insegnanti. Il primo riguarderà la funzione docente in senso stretto: gli importi delle retribuzioni saranno collegati al cosiddetto merito. E un secondo canale, basato sul conferimento di incarichi fiduciari da parte del dirigente scolastico, che consisteranno nello svolgimento di compiti su delega del preside. Quest’ultimo aspetto è già presente nella scuola; la novità, non da poco, è quella però di inserire una vera e propria Area Middle Management nel nuovo CCNL e di conseguenza il riconoscimento giuridico e contrattuale dei Collaboratori dei DS”.
GIÀ LA BUONA SCUOLA DI RENZI...
L’Atto di indirizzo politico-istituzionale anno 2021 della ministra Lucia Azzolina sembra ricalcare quanto asserito anni fa da Matteo Renzi che nel 2015 era il Presidente del Consiglio, e da Stefania Giannini, titolare del dicastero dell’istruzione. All’epoca, in fase di discussione ed elaborazione antecedente la Legge 107/2015, ribattezzata “Buona scuola”, venivano messi sul tavolo i temi riguardanti la possibilità di carriera dei docenti, non più in base alla sola anzianità, ma al merito. Ecco alcune affermazioni tratte dal documento “Buona scuola”, datato 3 settembre 2014: bisogna “cominciare a considerarli finalmente come persone e come professionisti disposte ad assumersi impegni diversi” e “non accontentarsi delle prospettive di carriere fondate sul mero dato dell’anzianità. Per fare questo è necessario ripensare la carriera dei docenti, per introdurre elementi di differenziazione basati sul riconoscimento di impegno e meriti oltre che degli anni trascorsi dall’immissione in ruolo”.
IL RECOVERY PLAN
Anief ricorda che maggiorazione degli stipendi dei docenti, ma anche più responsabilità e nuove mansioni, con l’introduzione di una vera e propria carriera dei docenti, sono previsti anche dal capitolo istruzione del Recovery Plan approvato solo pochi giorni fa dal Consiglio dei Ministri. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – che ha una dotazione di 222 miliardi e attraverso cui il Governo vuole fare l’Italia un Paese più moderno, digitale, sostenibile e inclusivo - per il capitolo Istruzione e ricerca sono previsti oltre 28 miliardi per l’istruzione. Di questi 16,72 per ‘Potenziamento delle competenze e diritto allo studio’ e 11,77 per il punto ‘Dalla ricerca all’impresa’. E puntare sulla carriera del docente, in base a quanto si legge, potrebbe risultare come stimolo per gli insegnanti e con ricadute positive sull’offerta formativa.
LA CARRIERA
A questo scopo, riporta il capitolo, si dovrà “costruire una carriera docente dando l’opportunità ai docenti più dinamici e capaci di assumere responsabilità all’interno della scuola, accompagnata alla possibilità di crescere in ruolo”. Inolte, nel punto 5 tramite, la ministra dell’Istruzione si impegna ad “incentivare i processi di reclutamento, formazione e valorizzazione del personale scolastico”. Ritenendo quindi “necessario procedere al rinnovo del Contratto collettivo nazionale di Lavoro per il comparto scuola, sulla base delle risorse aggiuntive stanziate per l’incremento a regime della retribuzione del personale docente, anche operando sugli aspetti giuridici che regolano la professione stessa, attraverso la definizione di un vero e proprio percorso di carriera professionale che connoti il ruolo, dal momento della immissione fino al collocamento a riposo, su base meritocratica”.
COSA PREVEDE L’ULTIMA LEGGE DI BILANCIO
Il sindacato ricorda, infine, che la Legge di Bilancio, definitivamente approvata e già pubblicata in Gazzetta Ufficiale qualche settimana fa, prevede che per i rinnovi contrattuali che riguardano il triennio 2019-2021 dei settori della pubblica amministrazione sono stanziati 400 milioni di euro che si aggiungono ai 3.335 milioni già disposti con le leggi di bilancio del 2019 e 2020 per un totale complessivo di 3.775 milioni di euro. Considerando che vanno divisi per oltre tre milioni di dipendenti pubblici e che una parte consistente sarà utilizzata per la perequazione, l’aumento lordo dovrebbe aggirarsi sui 90 euro a lavoratore.
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