Oggi il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, è stato in audizione presso la Commissione Cultura della Camera per discutere il decreto-legge 71/2024, il cosiddetto come Decreto Scuola.
Il legislatore può sbagliare e mettersi contro la Costituzione e i contratti di lavoro, il giudice no. A ribadirlo è stato il Tribunale di Paola, sezione Lavoro, nell’assegnare 2.500 di Carta del docente ad una insegnante che ha svolto cinque supplenze annuali dovendosi fare carico, a proprie spese, della formazione professionale: decisiva è stata, ancora una volta, la difesa dei legali Anief che hanno bene evidenziato come tale trattamento, previsto dalla Legge 107/15, fosse discriminante e da superare.
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“La destinazione del beneficio al sostegno della formazione continua dei docenti” attraverso la Carta del docente da 500 euro “costituisce un obbligo per sia per il personale a tempo indeterminato che per quello impiegato a tempo determinato, e che trova riscontro nel corrispondente obbligo di formazione da parte dell’Amministrazione convenuta – di natura contrattuale – e che questo Giudice condivide e fa proprie”: è uno dei passaggi chiave della sentenza del tribunale di Rovigo nel rispondere favorevolmente al ricorso presentato dai legali Anief in difesa di una insegnante che ha svolto supplenze tra il 2020 e il 2024 e che quindi recupera con la sua sentenza 2.000 euro “oltre interessi legali ovvero rivalutazione monetaria dalla data del diritto all’accredito sino alla concreta attribuzione”.
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