Durante le manifestazioni studentesche odierne, svolte in diverse città, contro la Legge 107/2015 e gli accordi sottoscritti con le aziende, tanti giovani hanno rivendicato, a ragione, di non voler diventare “schiavi” del lavoro, perché allo stato attuale a loro “resta soltanto la fregatura di lavorare gratuitamente e senza alcuna tutela”. La verità è che, a 15 mesi dall’approvazione della “Buona Scuola”, non c’è traccia del decreto sui diritti - doveri degli studenti lavoratori e sull'aggiornamento degli albi presso le Camere da Commercio. Tanto è vero che gli accordi e protocolli d'intesa sinora sottoscritti rimangono di numero ridotto. C’è poi un didattica, mentre risulta che spesso gli studenti svolgono queste attività in luogo delle ore curricolari.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): abbiamo chiesto più volte di intervenire con urgenza anche, chiedendo uno statuto dello studente-lavoratore. Tale statuto fornirebbe precise garanzie a chi svolge un percorso formativo in strutture non scolastiche. Tra gli emendamenti chiesti alla Legge di Stabilità, figura inoltre, l’introduzione del “Diritto” proprio nell’ambito della formazione prevista per l’alternanza scuola-lavoro del triennio finale delle superiori. Vanno anche attuate modifiche legislative, sia del Testo Unico sulla sicurezza, il D.L. 81 del 2008, sia dei piani sulla sicurezza delle scuole organizzatrici sia delle aziende ospitanti. La speranza è che il Governo abbia introdotto queste tutele per gli studenti almeno all’interno del decreto delegato di attuazione della riforma, specifico per la formazione in azienda. Parallelamente, sarebbe bene che si approvino delle norme che facciano decollare l’interesse delle aziende per la formazione dei giovani.