Sul numero minimo di formazione delle classi scolastiche in territori con esigenze particolari finalmente qualcosa si muove: a sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, dopo avere appreso le intenzioni del Governo sulla materia. "Le nuove norme che si vorrebbero approvare – dichiara il sindacalista all’Agenzia Teleborsa - portano delle deroghe ai criteri sulla formazione delle classi, in particolare nelle piccole isole e nelle zone montane, dopo il dimensionamento che è stato approvato lo scorso anno in Legge di Bilancio. Per noi è una risposta chiara quella che finalmente arriva, anche per le carenze di organico che hanno le scuole”.
“I posti in deroga sul sostegno assegnati dall’ATP Caserta sono pochi e non sufficienti per colmare il disagio dei docenti specializzati sul sostegno che restano ancora senza incarico” commenta il presidente provinciale Anief Caserta, Giuseppe Di Pascale, che propone due interventi strutturali da effettuare: aumentare l'organico di diritto per stabilizzare i precari della prima fascia sostegno che da anni prendevano incarichi annuali nelle stesse scuole; riflettere sull’introdurre un limite in percentuale alle assegnazioni provvisorie come previsto per la mobilità.
Dopo il giudice di Roma, Padova, Venezia e Parma, stavolta a mettere le cose in chiaro sulla Carta del docente è stato ancora quello ordinario parmense: nella sentenza vinta – che ha portato 2.000 euro all’insegnante che ha prodotto ricorso assistito dai legali Anief - si legge che “la ‘Carta elettronica’ per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, di cui all’art. 1 della Legge n. 107/2015” non può essere sottratta ai precari perché “tale esclusione si pone in contrasto con i principi costituzionali desumibili dagli artt. 3, 35 e 97 Cost., in quanto realizza una discriminazione nei confronti del personale non di ruolo non giustificata dalle concrete modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, come ritenuto anche dal Consiglio di Stato 16 marzo 2022, n. 1842”.
Continua il confronto tra la parte pubblica e i sindacati rappresentativi sulle sequenze contrattuali relative all’accordo raggiunto lo scorso 14 luglio sul Contratto collettivo nazionale 2019/21 dei comparti Istruzione, Università e Ricerca, con l’obiettivo comune di definire nei dettagli i principi generali, rendendoli in questo modo attuativi, e arrivare il prima possibile, se vi saranno le condizioni, alla firma finale: dopo la ripresa delle trattative all’Aran di inizio settembre, le parti si sono riviste a metà mese. L’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle pubbliche amministrazioni ha inoltre convocato le organizzazioni sindacali rappresentative già per due altri incontri: il 12 e il 18 ottobre.
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