La stampa nazionale si sofferma sul dato che il 55,2% dei candidati al ruolo non è stato ritenuto all’altezza. Tanto basta per parlare di selezione dagli “esiti agghiaccianti”, di “somari in cattedra” e “insegnanti scadenti”. Si dà per scontato che decine di migliaia di docenti già abilitati all’insegnamento siano regrediti al punto da non meritare nemmeno l’idoneità col minimo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): siamo al qualunquismo. Tanti di quei docenti, oggi bocciati, hanno acquisito la loro abilitazione con le Ssis universitarie. Per accedervi, hanno superato dure selezioni, tenute da accademici anche sulla base del loro voto di laurea. Sono stati scelti da supervisori, docenti di lungo corso - almeno 10 anni di ruolo, certificazioni di competenze di primo livello ed esperienze pregresse – che sono stati a loro volta selezionati attraverso un vero e proprio concorso per formatori, vivendo sulla loro pelle un percorso di accesso che non ha precedenti. Gli abilitandi hanno dovuto frequentare corsi teorici, laboratoriali ed esperienze docimologiche, svolgere decine di esami universitari, sottoporsi ad un lungo tirocinio nelle scuole, sviluppato una tesi finale davanti ad una commissione analoga a quelle dei concorsi pubblici. Ora, però, si prende per oro colato il giudizio espresso nel 2016 da commissioni, spesso improvvisate, su risposte a discutibilissimi quesiti.