Ad un anno di distanza dall’approvazione della riforma, si scopre che il legislatore ha prima illuso (lasciandoli a svolgere l’anno di prova quasi sempre nella propria provincia) e poi costretto tanti insegnanti, immessi in ruolo come “potenziatori”, a spostarsi anche a mille e oltre chilometri da casa. In caso di sovrannumero, poi, potrebbero essere trasferiti anche gli altri che oggi sono stati collocati vicino casa. Ora, giustamente, i docenti protestano anche in piazza e qualche illustre intellettuale si diverte pure ad apostrofarli come fossero degli incolti.
Marcello Pacifico (presidente Anief): sono in prevalenza ultra quarantenni e cinquantenni, che rischiano fortemente da questa estate di essere ‘nominati’ per andare ad insegnare in una delle cento province italiane, anche lontana centinaia di chilometri dai propri cari. I “potenziatori”, inoltre, sono destinati ad essere trasferiti di sede ogni triennio o anche prima, senza mai poter avere certezze o stabilità: è un trattamento assurdo, che non viene riservato nemmeno ai militari. È accaduto anche nel 2011 con la negazione del primo gradone stipendiale ai neo-assunti, ma si dimentica che esiste un principio, garantito costituzionalmente, di equo trattamento dei tutti i pubblici dipendenti: non si può decidere, di punto in bianco, che i diritti vanno garantiti solo a coloro che sono stati assunti fino ad una certa data, dopo la quale si diventa paria.
Beffati dalla mobilità strordinaria. E' la sorte toccata a tanti docenti, quasi un migliaio in Sicilia, tra quelli immessi fuori sede nella fae 0 e A. Per intenderci, gli assunti con le regole antecedenti alla "Buona Scuola", ovvero senza l'ormai famigerato algoritmo.
Il sindacato ritiene fuori luogo le dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini in base alle quali “il sistema è regolare e non ci sono errori”: perché le sedi territoriali continuano ad essere tartassate dalle domande dei docenti, che chiedono spiegazioni sulla loro collocazione a centinaia di chilometri di distanza, mentre colleghi con punteggi minori sono stati trasferiti su ambiti territoriali decisamente più vicini. Nella stessa giornata, Orizzonte Scuola ha realizzato un approfondimento, con cui spiega che “certamente qualcosa non ha funzionato, ma guai ad ammetterlo”, riferendosi all’atteggiamento pilatesco del Miur.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se non si provvede in fretta ad ammettere la realtà, a Viale Trastevere arriveranno migliaia di tentativi di conciliazione che paralizzeranno amministrazione e istituzioni scolastiche. I docenti neoimmessi non possono far dipendere la propria vita da una variabile indefinita, introdotta arbitrariamente dal Miur, peraltro non prevista dal contratto. I neoassunti si sentono traditi due volte: quando hanno dovuto scegliere una provincia non loro e oggi, perché vengono trasferiti d’ufficio in un ambito territoriale lontanissimo, senza possibilità di tornare a casa, si dice loro, prima di tre anni.
L' Espresso - L’estate calda della scuola italiana
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A seguito delle dichiarazioni del MIUR e considerando i numerosi errori di attribuzione della sede/ambito di titolarità posti in essere con le operazioni di mobilità 2016, l'Anief mette a disposizione il modello per richiedere il tentativo di conciliazione e ottenere, così, la verifica da parte delle Amministrazioni competenti della correttezza delle operazioni che riguardano il singolo docente.
Dopo l'eclatante negazione di errori e parzialità grossolane rilevate, invece, dal nostro sindacato negli esiti della mobilità 2016, il MIUR scende a più miti consigli e si dichiara disponibile a verificare tutte le segnalazioni di irregolarità attraverso l'istituto del tentativo di conciliazione previsto dagli artt. 135, 136, 137 e 138 del CCNL 2007.
"Il Ministero non ci ha voluto ascoltare". Estate agitata per i cinquantamila neoinsegnanti e per quelli che hanno chiesto il trasferimento. "Ad Anief arrivano molte segnalazioni di colleghi che hanno dovuto scegliere una provincia diversa da quella dove insegnavano da anni e che si ritrovano il posto occupato da altri assunti negli anni precedenti e quindi costretti a spostarsi di nuovo dopo aver fatto l'anno di prova" - racconta a Radio 24 Marcello Pacifico dell'Anief. "Tra l'altro secondo dei criteri (il famoso algoritmo ministeriale) che nessuno conosce per cui persone con punteggi inferiori si ritrovano in ambiti più vicini".
Alcuni dei resoconti dopo lo svolgimento degli scritti parlano da soli: Filosofia e Scienze umane in Calabria si è chiusa con nessun promosso su 23. Sempre in Calabria, numeri bassissimi nelle discipline letterarie: 95 su 320. Solo il 23 per cento è passato sui posti messi a bando per il sostegno. In Sicilia, il 70 per cento dei bocciati: le due domande in lingua straniera hanno falcidiato i candidati, come ha rivelato l’Ufficio scolastico. Quasi ogni giorno vengono presentate interrogazioni parlamentari, l’ultima proprio oggi, per i troppi sbagli e comportamenti illegittimi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è scandaloso che non siano risultati ammessi, nemmeno agli orali, dei docenti precari che in passato hanno dimostrato di possedere competenze e qualità per fare l’insegnante. Perché, ricordiamo, al concorso a cattedre di quest’anno il Miur ha voluto portare solo docenti già abilitati e molti di loro erano già risultati idonei a seguito del concorso del 2012. Pure gli altri aspiranti docenti, anche loro oggi scartati, avevano superato le selezioni a numero chiuso organizzate dalle Università. Come si fa a pensare che oggi siano diventati quasi tutti incompetenti? Qualcosa non ha funzionato. Poi ci sono tanti Itp e diplomati magistrale ad indirizzo linguistico a cui il giudice ha detto che possono partecipare, ma il Miur ancora non ha dato indicazioni sulle prove suppletive, rendendo impossibile la creazione delle graduatorie dei vincitori.
ROMA, 3 AGO - "L'assunzione di 10 mila assistenti amministrativi, tecnici e ausiliari (Ata) della scuola è sempre una notizia da accogliere con soddisfazione, ma il Governo ne doveva immettere in ruolo quattro volte tanto": commenta così Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, l'annuncio fatto ai sindacati dal sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, sulla volontà del Governo di "sbloccare il turn over degli ultimi due anni e procedere finalmente all'assunzione di circa 10.000 unità di personale Ata". "Non possiamo essere contenti, perché ci è voluto più di un anno dall'approvazione della Legge 107/2015 - dice Pacifico - per ricordarsi che nella scuola esistono anche gli Ata. È paradossale che i posti destinati alle assunzioni non coprano nemmeno il turn-over, visto che lo scorso anno fu prima approvata e poi congelata, per via del possibile assorbimento dei lavoratori delle province, l'assunzione di 6.243 precari. Ci saremmo aspettati che quelle assunzioni fossero considerate a livello giuridico con decorrenza 1 settembre 2015, ma non ci sembra che questa sia l'intenzione del Miur. Come ci saremmo aspettati che, a fronte di oltre 30 mila posti liberi, perché tali diventeranno con i prossimi pensionamenti, a Viale Trastevere avessero deciso di immettere in ruolo su tutti i posti effettivamente vacanti". (ANSA).
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