Il concorso è stato approvato in Legge di Bilancio 2022 per “promuovere nei giovani, fin dalla scuola primaria, l’assunzione di comportamenti e stili di vita funzionali alla crescita armoniosa, alla salute, al benessere psico-fisico e al pieno sviluppo della persona, riconoscendo l’educazione motoria quale espressione di un diritto personale e strumento di apprendimento cognitivo”.
L’ultima chiamata per salvare l’anno scolastico è il decreto legge 69 Salva-Infrazioni: la versione del DL approvata dal Consiglio dei Ministri ha modificato solo le regole sulla ricostruzione di carriera, imponendo il riconoscimento dell'effettivo servizio per intero, e aperto all’assegnazione della carta docente ai supplenti annuali ma solo ai supplenti con nomina fino al 31 agosto. Sono due prime risposte alle richieste del sindacato, in particolare alle pressioni effettuate dall’Anief al governo, ma risultano insufficienti per iniziare le lezioni a settembre senza prefigurare grossissimi problemi all’impianto organizzativo della macchina scolastica italiana. Le modifiche risolutive sono state chieste dal giovane sindacato e raccolte da diverse forze politiche: in Senato, maggioranza e opposizioni hanno infatti presentato quasi tutti gli emendamenti proposti dall’Anief (25 su 30) e già in settimana si attende l’esito attraverso l'esame di ammissibilità, l’eventuale segnalazione e poi il voto finale.
L’aumento del precariato nella scuola ha assunto livelli patologici: lo dicono i numeri, in preoccupante crescita, pubblicati dal Portale dati del ministero dell’Istruzione e del Merito e commentati in queste ore dalla rivista Tuttoscuola. Scorrendo le cifre riportate, si scopre che in sette anni la quantità di insegnanti precari è addirittura raddoppiata. “Dai 100mila del 2015-16 – scrive la rivista specializzata - il numero di quei docenti è passato l’anno dopo a quasi 126mila, poi a 135mila nell’anno successivo, e così via di aumento in aumento fino a toccare l’anno scorso quota 225mila, facendo segnare in questo modo una percentuale di docenti precari di oltre il 24%, doppia di quella del 2015-16, (225mila su 924mila docenti in cattedra): quasi uno su quattro”.
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