La decisione del legislatore di assegnare la Carta del docente solo al personale di ruolo è errata e discriminante. Lo ha ricordato anche il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1842 del 16/3/2022, evidenziando il contrasto “con l’esigenza del sistema scolastico di far sì che sia tutto il personale docente (e non certo esclusivamente quello di ruolo) a poter conseguire un livello adeguato di aggiornamento professionale e di formazione, affinché sia garantita la qualità dell’insegnamento complessivo fornito agli studenti” corrispondente al canone di buona amministrazione”. A ricordarlo è stato pochi giorni fa il tribunale del lavoro di Udine, che nell’accogliere il ricorso presentato dai legali Anief ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a risarcire con 2.000, più accessori di legge, una insegnante precaria che per quattro anni si è dovuto aggiornare professionalmente a proprie spese. Sempre il giudice del lavoro ha osservato che gli artt. 63 e 64 del CCNL di riferimento “pongono a carico dell’Amministrazione l’obbligo di fornire a tutto il personale docente, senza alcuna distinzione tra docenti a tempo indeterminato e a tempo determinato, “strumenti, risorse e opportunità che garantiscano la formazione in servizio”.