Il Governo aveva lasciato libero il Parlamento di adottare la soluzione migliore per risolvere il problema dei docenti inseriti nelle GaE dopo l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, ma le Commissioni VI e XI riescono a scontentare tutti, arrivando a licenziare pure i maestri già assunti in ruolo: peggio di così non si poteva certo fare e ora la parola giungerà all’Aula della Camera, prima del passaggio lampo in Senato. Se non vi saranno modifiche, si prospetta l’apertura della più grande stagione di ricorsi: non ci sarà precario che non andrà in tribunale per reclamare i propri diritti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Cui prodest? Anief continua a essere pronta al dialogo ma, come ben sappiamo, per dialogare bisogna essere in due. La nostra proposta di riapertura delle GaE, nelle ultime ore trasformata in un appello pubblico, era chiara e condivisa anche da diversi parlamentari, ma è stata totalmente ignorata. Noi, rimanendo a fianco dei precari e lottando con loro e per loro, continueremo a chiedere ai parlamentari di cambiare la norma, poi lo chiederemo ai giudici, perché i politici cambiano, anche le norme, ma la nostra scuola deve andare avanti.
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Eurosofia ha curato la preparazione per la prova preselettiva del Concorso a Dirigente Scolastico, con una metodologia vincente che ha consentito al 75% dei nostri iscritti di superare la prima fase del concorso.
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Il corso, sull’onda del precedente successo, sarà articolato in 10 incontri, in modalità webinar, da tre ore ciascuno.
Durante ogni incontro i corsisti risolveranno una prova (che verterà sulle materie d'esame di cui all'art. 10, comma 2, del decreto ministeriale), della durata di 150 minuti, articolata in cinque quesiti a risposta aperta e due quesiti in lingua inglese.
Il formatore consegnerà il compito e ciascun corsista, in maniera autonoma e comodamente da casa sua, potrà compilare la prova.
Il formatore, al termine, fornirà indicazioni e suggerimenti utili alla risoluzione del compito proposto durante ogni incontro.
Gli incontri saranno curati dal dott. Rosario Gianni Leone, ex Provveditore agli Studi di Palermo e di Trapani, che dal 1981 si occupa di formazione del personale docente ed amministrativo ed attualmente è professore a contratto presso l'Università di Palermo.
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Modalità di svolgimento del corso di preparazione alla prova scritta
I 10 incontri, da 3 ore ciascunoin modalità webinar si svolgono in diretta secondo il calendario comunicato e, inoltre, la registrazione sarà disponibile e fruibile nella piattaforma elearning di Eurosofia.
Ieri ha avuto luogo l’incontro Aran-sindacati per il rinnovo del Contratto dei DS, ma sempre di più l’atteggiamento dello Stato nei confronti di una sua categoria sembra lontano dalla giusta misura: distante la perequazione interna ed esterna, arretrati dieci volte inferiori all'inflazione e prime risorse aggiuntive soltanto dal 1° gennaio 2018. In pratica, gli ex presidi dell'area V continuano a prendere un terzo degli aumenti degli altri dirigenti dell'area VII di seconda fascia. Come spesso Udir ha affermato, i dirigenti scolastici rappresentano la categoria dirigenziale con maggior numero di responsabilità ma anche di adempimenti e adesso sono di meno, 7936, per via del dimensionamento, ma in realtà 6600 in servizio dal prossimo anno dovranno ancora sobbarcarsi l’onere delle reggenze; per magna concessione, hanno ricevuto un mese di tempo in più per compilare un portfolio che non rende certamente merito alla loro professionalità.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Udir): È necessario valorizzare il ruolo dei dirigenti scolastici e renderlo coerente con le responsabilità e le nuove missioni che vengono loro affidate: inutile parlare di portfolio del Dirigente se questo non ha una funzione legata agli incarichi e agli oneri. La storia di questi ultimi tempi dimostra che gli interventi sulla scuola, mondo complesso, non sono stati fatti in modo organico, né sono stati ponderati nelle loro concause a medio e lungo periodo: è indispensabile rivedere l’organizzazione, partendo anche dagli accorpamenti delle scuole, eccessivi ed indiscriminati, con l’unico scopo di contenimento dei costi a discapito del sistema stesso
Proprio con l’intento di capovolgere gli eventi, la giovane organizzazione sindacale ribadisce l'azione legale e ricorda che sono attivi i ricorsi per Fun, Ria e Perequazione esterna.
In base agli ultimi dati Eurostat, il nostro Paese investe per istruire i propri cittadini il 4% del Pil: sotto di quasi un punto percentuale rispetto alla media della Ue (4,9%) e poco più della metà di quanto investito da Danimarca (7%), Svezia (6,5%) e Belgio (6,4%). Inoltre, dei 114mila italiani che si sono trasferiti fuori dalla Penisola nel 2016, si stima che oltre 30mila siano in possesso di un titolo di laurea. In parte, proprio le discipline tecnico-scientifiche fanno fatica ad essere reperite fra i nostri laureati. La spiacevole tendenza a perdere “cervelli” conferma la richiesta formulata dall’Anief solo pochi giorni fa: Per garantire l'attività scientifica, servono investimenti veri, affiancati da nuove disposizioni. Come recepire la Carta europea dei ricercatori e reintrodurre la figura dei ricercatori a tempo indeterminato. Sempre a proposito di falsi miti da demonizzare, va ricordato che di recente l’Aran ha rivelato, con un report sull’evoluzione numerica degli “Occupati nella pubblica amministrazione”, che negli ultimi 15 anni sono stati cancellati ben 35mila posti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Per il sistema di istruzione e di ricerca occorre un investimento capiente che accosti il nostro Paese agli impegni degli altri a noi vicini. Altro che tagli. C’è anche da introdurre una nuova assegnazione degli organici, sulla base delle esigenze dei territori, oltre che dei dati Ocse-Pisa più sfavorevoli, e non più del numero di alunni iscritti. Come è fondamentale aumentare l’obbligo scolastico fino alla maggiore età. Inoltre, per l’immediato, nella Scuola occorre un decreto urgente che assicuri il regolare avvio del nuovo anno scolastico: è fondamentale riaprire le GaE, attraverso il Decreto Dignità, dopo che il Consiglio di Stato ha messo fuori decine di migliaia di maestri con diploma magistrale, 6 mila già assunti a tempo indeterminato. Bisogna infine trasformare tutti i posti oggi in organico di fatto in quello di diritto e immettere in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, attraverso il doppio canale di immissioni in ruolo.
Ancora una soddisfacente vittoria per l’Anief presso il Tribunale del Lavoro di Ragusa che ha accolto il ricorso Anief contro il mancato riconoscimento del servizio preruolo ai fini del computo degli anni di permanenza su posto di sostegno e del conseguente ottenimento del diritto a richiedere il trasferimento su posto comune dopo un quinquennio. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non tenere in considerazione gli anni svolti con contratti a termine per il superamento del quinquennio su posto di sostegno va contro il principio di non discriminazione dettato dalla normativa europea. È inaccettabile che lo Stato italiano ponga ancora in essere questa e altre disparità di trattamento tra il servizio svolto da precario e il servizio svolto con contratto a tempo indeterminato. Interverremo ai tavoli contrattuali per tutelare i diritti dei lavoratori della scuola.
Il sindacato ricorda che è ancora possibile aderire ai ricorsi Anief per la Mobilità 2018/2019 per quanti hanno dichiarato i titoli e i servizi utili ai fini del ricorso nella domanda di trasferimento/passaggio di ruolo.
Nelle ore decisive per il destino degli 850 emendamenti al Decreto Dignità, dal presidente nazionale Anief Marcello Pacifico arriva un appello accorato ai parlamentari italiani perché presentino e approvino la richiesta di subemendamento al testo 4.24 dei Relatori: “Solo in questo modo – dice il sindacalista - è ancora possibile salvare più di 50 mila maestri precari della primaria e delle superiori prima dei nuovi concorsi straordinari, confermando nei ruoli i docenti inseriti con riserva che hanno superato l'anno di prova”. Entro le ore 11 i termini di scadenza, poi al voto. Il leader de giovane sindacato denuncia ancora: “Se non si interviene, il Miur sarà travolto da una pioggia di ricorsi, presentati dai docenti di ruolo licenziati, dai controinteressati, dai docenti delle superiori. L’unica soluzione è presentare la proposta di Anief ed evitare un nuovo caos nei tribunali”.
IL SUBEMENDAMENTO AL TESTO 4.24 DA APPROVARE
Dai relatori della maggioranza spunta la proposta di realizzare un concorso a cattedra straordinario, aperto ai precari in possesso di diploma magistrale abilitante e laureati in scienze della formazione primaria, purché nel corso degli ultimi 8 anni scolastici abbiano svolto almeno due annualità di servizio specifico anche non continuative, su posto comune o sostegno. Secondo il sindacato autonomo Anief, questa proposta, seppure non selettiva, porterà di sicuro una nuova stagione di contenziosi e non risolverà il problema del precariato che nella sua drammaticità è vissuta anche nell’attuale gestione della fase transitoria del reclutamento nelle superiori fissata dalla riforma Renzi-Giannini. Il giovane sindacato invita, invece, parlamentari e Governo ad esprimersi in modo favorevole sull’emendamento 4.1. con cui si chiede la riapertura delle GaE, l’unica reale soluzione non solo per il problema dei diplomati magistrale ma di tutto il precariato scolastico italiano. Nella fattispecie, approvando tale richiesta di modifica, si confermerebbero anche nei ruoli tutti i maestri assunti con riserva a tempo indeterminato e si aprirebbero finalmente le GaE a tutto il personale abilitato.
Intanto, presso le Commissioni Cultura vengono segnalati anche il 4.17 (pure questo sulla riapertura Gae), 4.23 (nuovi concorsi), 4.2 (320 giorni), 4.3 (GRMP), 4.11 (120 giorni), 4.12, 4029 (limite ai contratti). I relatori dopo l’invito di Anief presentano la loro proposta 4.24: trasformazione dei contratti dei maestri con diploma magistrale da t.i. al 30 giugno 2019 e conferma delle supplenze entro la stessa data, concorsi ordinari biennali e straordinario riservato a laureati SFP e diplomati magistrale con 24 mesi di servizio negli ultimi otto anni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La soluzione provvisoria trovata dalla maggioranza non tutela negli anni successivi i supplenti inseriti con riserva nelle GaE della scuola primaria e secondaria. Inoltre, non conferma nei ruoli i 6 mila maestri diplomati magistrale assunti con riserva che hanno anche superato l’anno di prova, limitandosi ad estendere alla scuola primaria e dell’infanzia quella gestione del transitorio pensato dalla Legge 107/2015 che si è rivelata un vero disastro: basta ricordare che al primo e unico concorso svolto, solo un docente precario abilitato su tre ha partecipato e in alcune regioni ci vorranno 40 anni per entrare di ruolo.
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