Gli ultimi dati Aran ci dicono che il fanalino di coda della Pubblica Amministrazione sono proprio gli assistenti amministrativi, i tecnici e gli ausiliari della scuola, che percepiscono in media meno di 22mila euro lordi annui: queste cifre diventano imbarazzanti quando si scopre che la retribuzione dei dirigenti di prima fascia delle Agenzie fiscali raggiunge i 220mila euro annui. Non molto distanti ci sono gli insegnanti: un docente d’infanzia e primaria neo-assunto prende 1.262,39. Ora, la Funzione Pubblica e il Governo vogliono farci credere che con qualche decina di euro riusciremo ad “accorciare la forbice tra chi guadagna di più e chi guadagna di meno”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i lavoratori sanno bene quante difficoltà incontrano per vivere del magro stipendio che lo Stato gli conferisce. Se il Governo avesse davvero voluto andare incontro ai docenti, il dipendente pubblico oggi dovrebbe aver dovuto avere lo stesso 20 per cento in più nel settennio concesso ai colleghi metalmeccanici, che lo scorso fine settimana hanno sottoscritto il nuovo accordo a queste condizioni. Che, a fronte di uno stipendio medio di 1.500 euro, fanno 300 euro a lavoratore. Invece, ci troviamo ancora una volta costretti ad invitare i lavoratori a rivolgersi al giudice, per recuperare almeno l’indennità di vacanza contrattuale attraverso appositi ricorsi in trbunale.