L’imbarazzante situazione, di cui il Miur ha tutta la responsabilità per l’eccessiva pre-selezione sui titoli d’accesso, si verificherà in Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria e Friuli Venezia Giulia. La rigidità del Miur nel preselezionare gli aspiranti insegnanti, contrasta pure con la decisione del Tar del Lazio di dire sì alla richiesta dei docenti di ruolo di partecipare alle prove in programma nelle prossime settimane. Inoltre, quegli oltre 500 posti di sostegno che di sicuro non andranno al ruolo, sono destinati ad essere coperti da docenti laureati. Gli stessi per i quali si attende la pronuncia del Consiglio di Stato, a proposito delle istanze di chi ancora oggi risulta, comunque, salvaguardato dalla legge che gli consente di insegnare.
Marcello Pacifico (presidente Anief): nelle more della definizione della sentenza di merito, anche per come si è comportata in passato la giustizia amministrativa, sarebbe opportuno estendere la partecipazione a tutti i candidati in possesso del titolo di studio d’accesso. Superando la dimenticanza del legislatore, che ha ignorato il principio di affidamento, di buon andamento, il rispetto del merito, la parità di accesso dei cittadini ai pubblici uffici, i principi di ragionevolezza e di equità. L’obiettivo rimane quello di ottenere dei provvedimenti d’urgenza favorevoli ai ricorrenti prima del 31 maggio. Lo stesso potrebbe accadere per le discipline, molte delle quali hanno fatto registrare domande appena superiori alle cattedre messe a bando.