La scuola italiana versa in una condizione molto critica, in particolar modo per una carenza di docenti specializzati sul sostegno. È rimasto scoperto oltre il 40% dei posti, pertanto gli Uffici scolastici regionali sono state costretti ad affidare spesso gli incarichi a insegnanti non specializzati, risorse umane che non sono in possesso dei titoli e delle competenze necessarie per il supporto degli allievi bes e dsa. Purtroppo le criticità, le incombenze e le problematiche di tipo pratico diventano di esclusivo appannaggio del docente
Bisogna rispettare le regole della democrazia e la volontà dei lavoratori della scuola per evitare un contenzioso in tribunale
“Non è possibile - dichiara Marcello Pacifico, presidente del sindacato autonomo - che quasi due anni dopo la rilevazione delle deleghe, a ben 18 mesi di distanza dall'ultima elezione RSU, 90 giorni dopo la sottoscrizione dell'ipotesi di Accordo quadro che ci riconosce rappresentativi nel comparto dell'istruzione e della ricerca, ancora non si possano esercitare le prerogative sindacali previste dalla legge: dalla partecipazione agli importanti tavoli con gli altri sindacati firmatari di contratto, alle ore di permesso e di distacco sindacale che qualcun altro continua illegittimamente ad usufruire, alle assemblee sindacali, alla contrattazione nazionale e integrativa. Dopo mesi di attesa, se non si avrà una risposta chiara nelle prossime ore, ricorreremo alla giustizia, in modo così da rispondere alla violazione delle più elementari regole democratiche e anche perché un giudice spieghi ai 70 mila docenti e Ata nostri iscritti, perché siano gli unici lavoratori a non aver diritto a essere rappresentati. Anche per questo scioperiamo il 12 novembre, con manifestazione davanti a Montecitorio: volgiamo far sentire al Governo quella voce della piazza che viene ignorata dai palazzi”. Scarica la lettera inviata al Presidente Conte
Sempre più scuole alzano i muri contro l’utilizzo ad oltranza dei telefoni cellulari, da dove connettersi h24 per consultare internet, video, Facebook e Instagram: alla decisione del dirigente scolastico del comprensivo “Biella 2” fa seguito quella dell’istituto Tecnico Oriani di Faenza (Ravenna) – scrive Orizzonte Scuola – dove il cellulare non potrà essere utilizzato in classe ma neanche nei momenti di pausa e neppure in palestra. Chi lo porterà comunque a scuola dovrà consegnarlo all’ingresso e depositarlo in apposite custodie.
Il sindacato Anief è sicuramente favorevole all’utilizzo delle nuove tecnologie interattive, utili a tutti coloro che vi operano, docenti e discenti, quindi, anche all’uso del telefono cellulare ma a condizione che sia funzionale all'attività didattica. Certamente, lo strumento va regolamentato e gestito meglio di quanto avviene oggi a scuola, visto che gli insegnanti si lamentano perché si utilizza non di rado per fini puramente personali o per isolarsi dal mondo. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che è sbagliato pensare “che il telefonino moderno sia utile solo per comunicare con l’esterno. Noi siamo favorevoli al suo utilizzo, ovviamente solo per motivi didattici, come la ricerca dei dati, ma anche le sperimentazioni, l’uso empirico e le simulazioni”.
Eurosofia da molti anni svolge un’azione formativa specifica per la preparazione ai concorsi del comparto scuola. L’ 11 NOVEMBRE DALLE 15:00 ALLE 17:00 segui il webinar: "Concorso straordinario secondaria I e II grado - cosa c'è da sapere"
Relatore: Barbara Argo
Ciò accadrà alla vigilia del sit-in e della protesta cui ha aderito Udir lanciata autonomamente da più di 600 presidi non più disposti a lavorare ogni giorno con il rischio di essere sospesi dal servizio, come è accaduto alla ds Franca Principe per delle responsabilità di cui devono essere esonerati, perché non hanno il potere di spesa per gli interventi sulla messa in sicurezza degli edifici, come chiedono anche due proposte di legge del PD e del M5S al vaglio del Parlamento. Marcello Pacifico (Udir): È arrivato il momento di modificare la norma (TU, d.lgs. 81/08) nella legge di Bilancio. La politica intervenga subito senza più chiacchiere, perché la vita degli studenti e dei lavoratori deve essere tutelata
Questa volta lo ha detto la Corte di Appello di Firenze che ha respinto l’appello del MIUR e confermato il diritto rivendicato dal ricorrente. Il personale educativo, infatti, è inquadrato nel contratto come personale docente. “Ora – chiede Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il Parlamento trovi nuove risorse nella legge di Bilancio per estendere tale facoltà a tutto il personale educativo ma anche al personale Ata e soprattutto a tutto il personale precario, perché la formazione è un diritto-dovere di tutti i lavoratori della scuola, indipendentemente dalla durata del contratto per garantire un'istruzione migliore".
Cresce l’età media dei docenti italiani, con due su tre che hanno più di 50 anni. E con loro cresce anche il livello di usura psicofisica: lo sostiene il dottorVittorio Lodolo D'Oria, tra i massimi esperti nazionali sulle malattie derivanti da attività professionali, secondo il quale nella scuola, come in tutto il pubblico impiego, “dal 1992 al 2012 sono intervenute quattro riforme previdenziali ‘al buio’, cioè senza valutare la salute della categoria professionale dei docenti”. Marcello Pacifico (Anief): “Basta indugi: ci sono decine di migliaia di docenti in attesa, che meritano l’accesso alla pensione adottato nella maggior parte dei Paesi europei. In caso contrario, le loro condizioni psico-fisiche sono destinate a peggiorare, con lo Stato che se ne dovrà pure fare carico”.
L’importanza di una ricostruzione di carriera correttamente compilata spesso sfugge ai più ma non può essere sottovalutato un aspetto così importante della propria attività lavorativa, per tanti motivi in particolar modo per il giusto inquadramento dei gradoni stipendiali che nel tempo definiranno anche le condizioni contributarie ai fini pensionistici.
5 NOVEMBRE DALLE 15:30 ALLE 18:30 segui in diretta il webinar: "La ricostruzione di carriera - Cosa c'è da sapere".
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Siamo presenti in tutte le province.