Bisogna rispettare le regole della democrazia e la volontà dei lavoratori della scuola per evitare un contenzioso in tribunale
“Non è possibile - dichiara Marcello Pacifico, presidente del sindacato autonomo - che quasi due anni dopo la rilevazione delle deleghe, a ben 18 mesi di distanza dall'ultima elezione RSU, 90 giorni dopo la sottoscrizione dell'ipotesi di Accordo quadro che ci riconosce rappresentativi nel comparto dell'istruzione e della ricerca, ancora non si possano esercitare le prerogative sindacali previste dalla legge: dalla partecipazione agli importanti tavoli con gli altri sindacati firmatari di contratto, alle ore di permesso e di distacco sindacale che qualcun altro continua illegittimamente ad usufruire, alle assemblee sindacali, alla contrattazione nazionale e integrativa. Dopo mesi di attesa, se non si avrà una risposta chiara nelle prossime ore, ricorreremo alla giustizia, in modo così da rispondere alla violazione delle più elementari regole democratiche e anche perché un giudice spieghi ai 70 mila docenti e Ata nostri iscritti, perché siano gli unici lavoratori a non aver diritto a essere rappresentati. Anche per questo scioperiamo il 12 novembre, con manifestazione davanti a Montecitorio: volgiamo far sentire al Governo quella voce della piazza che viene ignorata dai palazzi”. Scarica la lettera inviata al Presidente Conte
L'accertamento della rappresentatività raggiunta dall’Anief continua a essere rinviata: esiste nei numeri delle deleghe e dei voti, è ufficialmente riconosciuta ma non è possibile esercitarla. Ad un anno e mezzo dal rinnovo delle Rsu d’Istituto, attraverso il quale il giovane sindacato ha superato ampiamente la soglia del 5 per cento, atto indispensabile per sedersi ai tavoli di contrattazione nazionale, come riconosciuto dall’Aran già da dieci mesi, la situazione rimane bloccata da una serie di formalismi e da una burocrazia complessa e disarmante.
La ratifica anche nel CCNQ
Eppure, lo scorso 17 luglio all’Aran era stata sottoscritta una lpotesi di contratto collettivo nazionale quadro di ripartizione delle prerogative sindacali nel triennio 2019-2021 che sembrava sbloccare il caso. Dopo avere confermato “sostanzialmente l’impianto del precedente CCNQ del 4 dicembre 2017” e definito “il riparto dei distacchi e dei permessi tra i sindacati rappresentativi che, nelle more della definizione dei comparti e delle aree di contrattazione per il triennio 2019-2021, sono stati determinati tenendo conto dei vigenti comparti ed aree”, il nuovo testo prevedeva anche una serie di modifiche rispetto al precedente contratto derivanti proprio dal nuovo assetto sindacale, dopo decenni di stallo, che è andato a rivedere la ripartizione dei distacchi e permessi tra le associazioni sindacali rappresentative dei comparti e nelle aree di contrattazione nel triennio 2019/21.
Il commento del presidente Anief
“Il problema – dice Marcello Pacifico, leader dell’Anief - è che si è consumata la metà di quel triennio, senza che l’Anief abbia avuto la possibilità di confrontarsi con la parte pubblica. L'ultimo appello era stato lanciato al ministro della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone, durante l'incontro al ministero della PA con le Confederazioni sindacali. Ogni ulteriore ritardo, ormai, risulta inaccettabile. Per questo ci siamo rivolti alla massima rappresentanza del Governo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per chiedere di sbloccare una situazione che mina le libertà della rappresentatività sindacale e della democrazia garantite dalla Costituzione. Nel frattempo l'ufficio legale si è attivato per studiare la praticabilità di un ricorso d'urgenza che ci riconosci i diritti tutelati dalla legge”.
La lettera al premier
Nella missiva, il professor Marcello Pacifico chiede al premier “di esprimere nel più breve tempo possibile il parere positivo del Governo e nel caso l’abbia espresso di adoperarsi per accelerare le opportune verifiche per la sottoscrizione definitiva dell’ipotesi del CCNQ sottoscritto. Non possiamo – si legge ancora nella lettera inviata a Conte - più non dare una risposta ai lavoratori che ci hanno scelto per rappresentarli e chiediamo l’immediato riconoscimento dei diritti sindacali”, alla luce anche della “grave situazione che - conclude Pacifico - riguarda il nostro sistema dell’istruzione, dell’università e della ricerca” che richiede di “intervenire immediatamente”.
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