Anief su Italia Stampa - Sugli aumenti stipendiali ancora giallo from Anief on Vimeo.
Finalmente i sindacati maggiori, CGIL, CSIL, UIL, SNALS e GILDA, si rendono conto che l’accordo del 24 aprile scorso, a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, era una farsa: comunque vada l’imminente Consiglio dei Ministri, che esaminerà anche il Decreto scuola per andare incontro alle problematiche del precariato, quell’intesa ha avuto un’incidenza vicina allo zero. Le stesse organizzazioni sindacali sono state costrette oggi a organizzare in fretta e in furia una conferenza stampa, durante la quale hanno minacciato di ricorrere allo sciopero generale in autunno qualora il decreto sui precari non venisse approvato. Marcello Pacifico (Anief): Sarebbe ora che i 5 sindacati, CGIL, CSIL, UIL, SNALS e GILDA, facessero mea culpa e ammettessero di aver fallito, soprattutto considerata la marcia indietro che ha portato alla revoca dello sciopero del 17 maggio; in conclusione, lo sciopero generale minacciato ad agosto è fumo negli occhi ai precari.
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Sui posti da assegnare alle immissioni in ruolo del personale docente si sta realizzando la previsione dell’Anief: la maggior parte, probabilmente in media due su tre, non si effettuerà e quindi si incrementerà il numero di contratti a termine di ben 30 mila unità. Andando a realizzare esattamente l’opposto di quello che chiede la Commissione Europea. Poi ci sono i 12 mila posti non andati ai ruoli, i 5 mila tagliati dal Mef, almeno 30 mila di sostegno in deroga e quasi 20 mila derivanti da Quota 100. La prima provincia a confermare l’impossibilità di assumere a tempo indeterminato è quella di Torino dove sono appena iniziate le procedure di immissione in ruolo dei nuovi docenti: più della metà delle 4.650 previste non verrà attuata. Anche in Lombardia non si scherza.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “La situazione è fuori controllo. L’attenzione si sta spostando sul decreto scuola, che dovrebbe essere approvato in Consiglio dei ministri venerdì prossimo 9 agosto, salvo le resistenze del Movimento 5 Stelle, ma si tratta comunque di soluzioni a lungo termine. Mentre quelle immediate sono state individuate da tempo dell’Anief: in particolare, lo spostamento di tutti gli abilitati nelle GaE, anche da graduatoria d’istituto, e degli idonei dei concorsi su altre regioni. Senza queste disposizioni immediate, l’anno scolastico prenderà il via nella disorganizzazione totale, con milioni di alunni che si ritroveranno con tante discipline scoperte perché il docente verrà nominato se va bene in autunno”.
Si è svolto nei giorni scorsi a Bangkok l’VIII Congresso Internazionale sull’Istruzione sul tema dell’iniziativa degli educatori e dei sindacati. Al centro del dibattito ci sono stati la promozione dei diritti di democrazia, umani e sindacali, l’avanzamento, l’importanza di un’istruzione di qualità per tutti, ma soprattutto il futuro della professione dell’insegnante. Come ribadito dall’Anief, già partecipe della stesura del Manifesto europeo della professione insegnante, occorre, a livello internazionale, compiere sforzi congiunti per garantire un’istruzione pubblica di qualità ed esortare tutti i governi a fornire risorse adatte alla gestione scolastica, denunciando piani di austerità, adeguamenti strutturali e tutte le misure risultanti che minano il futuro dell'istruzione, della gioventù e, più in generale, della nostra società.
Non sono cifre altissime, però anche il Governo del Cambiamento non ha saputo sottrarsi alla politica inflazionata dei tagli alla scuola: nel decreto di assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2019, approvato in Senato e adesso al vaglio della Camera, si conferma la “voce” sull’accantonamento e l’indisponibilità di 100 milioni di euro da sottrarre alla formazione e alla Conoscenza. Tra i settori che subiranno riduzioni di spesa figura soprattutto il primo ciclo, con riduzioni di spesa anche per le supplenze brevi della scuola materna.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “comunque la si giri, si continua a parlare di tagli e non investimenti, proseguendo la linea orientata al risparmio già contenuta nel Def che anticipa la legge di Bilancio di fine 2019, nella quale si prospettava la riduzione nel prossimo ventennio di investimenti rispetto al Pil, con il fondo che si toccherà nel 2040, quando si scenderà dal 3,9% al 3,1%. Tutto questo è particolarmente grave, perché gli investimenti medi nell’istruzione pubblica da parte dei Paesi dell’Ocse si aggira al 5%. La tendenza al ribasso, quindi, non si arresta. E diventa ancora più intollerabile quando si va ad indebolire un settore importantissimo come quello dell’infanzia, dove le supplenze anche solo per un giorno sono prioritarie”.
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Udir comunica che entro oggi dovrebbe essere pubblicata la graduatoria finale comprensiva di rettifiche; entro giovedì 8 agosto dovrebbe essere pubblicato il provvedimento di assegnazioni delle regioni. In seguito a quella data, gli USR stileranno i calendari delle successive attività
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