Finalmente i sindacati maggiori, CGIL, CSIL, UIL, SNALS e GILDA, si rendono conto che l’accordo del 24 aprile scorso, a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, era una farsa: comunque vada l’imminente Consiglio dei Ministri, che esaminerà anche il Decreto scuola per andare incontro alle problematiche del precariato, quell’intesa ha avuto un’incidenza vicina allo zero. Le stesse organizzazioni sindacali sono state costrette oggi a organizzare in fretta e in furia una conferenza stampa, durante la quale hanno minacciato di ricorrere allo sciopero generale in autunno qualora il decreto sui precari non venisse approvato. Marcello Pacifico (Anief): Sarebbe ora che i 5 sindacati, CGIL, CSIL, UIL, SNALS e GILDA, facessero mea culpa e ammettessero di aver fallito, soprattutto considerata la marcia indietro che ha portato alla revoca dello sciopero del 17 maggio; in conclusione, lo sciopero generale minacciato ad agosto è fumo negli occhi ai precari.
Il caso
Premesso che le disposizioni che si vorrebbero attivare – Pas abilitanti e concorsi di vario genere, ordinario e straordinario – non sono affatto risolutivi, viene da chiedersi per quale motivo questi sindacati abbiano dato credito a un vago accordo senza avere preteso mai uno straccio di garanzia scritta nero su bianco. Ecco perché l’Anief, assieme agli altri sindacati, il 17 maggio è sceso in piazza confermando lo sciopero generale, dopo che aveva proclamato altri scioperi nel corso del 2019 (il 27 febbraio, l’8 marzo, il 10 e il 17 maggio, oltre a quello dell’11 settembre 2018).
Infatti l’accordo sui precari, frutto della famosa intesa del 24 aprile, per l’Anief era inutile e fallimentare nei contenuti. Nell’accordo governo-sindacati, prima di tutto, non ci sono riferimenti sulla parità di trattamento tra personale di ruolo e precario. Resta sotto accusa, per Anief, il blocco del doppio canale di reclutamento e dei corsi abilitanti che lascia migliaia di insegnanti abilitati fuori dalle graduatorie ad esaurimento e altrettanti precari storici sempre come supplenti. Per loro tante parole e pochi fatti, come pure per i diplomati magistrale, pari ad oltre 50 mila insegnanti estromessi incredibilmente dal Consiglio di Stato.
Il commento del presidente Anief Marcello Pacifico
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, “se nel decreto precari non ci saranno le norme che il sindacato reclama da tempo, avremo a che fare ancora una volta con delle norme inefficaci e che illudono tantissimi lavoratori precari che in qualsiasi altro Paese moderno sarebbero da tempo stati immessi in ruolo con modalità automatica e pure con stipendi superiori. Certamente, si tratta di un modo di fare sempre più autolesionistico, visto che nella lettera partita da Bruxelles qualche giorno fa la Commissione Europea chiedeva conto proprio sull’abuso di precariato: ora, con quali argomenti convincenti lo Stato italiano risponderà, entro meno di sessanta giorni, se dovrà anche presentare il biglietto da visita senza precedenti delle 200 mila supplenze annuali?”.
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