Aumenti tre volte inferiori all'inflazione e parti compensative del biennio passato che corrispondono a quindici volte meno. Confermato il blocco degli stipendi per neoassunti e anziani. Beffati i precari. Truffate le ricostruzioni di carriera. Ignorati gli Ata. Penalizzati Dsga e Vicari. Potenziamento esteso a tutti i docenti. C'erano sette buone ragioni per non firmare. Appena Anief diventerà rappresentativa cambierà tutto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Un contratto si firma solo se si rispetta la Costituzione che impone almeno il recupero dell'inflazione per allineare i prezzi al costo della vita. Le somme concordate, quando divise per il lordo Stato (1,3838) e poi a fine anno decurtate dalla tassazione (in media del 35%), risultano lontanissime dall'aumento del costo della vita, unico parametro costituzionale da rispettare per stabilire se gli aumenti sono equi. Basti pensare che, in assenza della firma del contratto, la legge prevede l'erogazione del 50% mensile del tasso di inflazione programmata, tasso anch'esso bloccato dal 2008 al 2021 da una norma che presto sarà scrutinata dalla stessa Consulta che nel giugno 2015 aveva già fornito una chiara indicazione. Ecco perché mettiamo a disposizione dei docenti e Ata un modello di diffida che interrompe i termini di prescrizione delle somme loro sottratte, così da recuperare l’indennità di vacanza contrattuale. Il contratto si firma quando rispetta la dignità del cittadino lavoratore: in caso contrario, si contesta e si danno soluzioni per salvaguardare tale dignità. Il prossimo mese arriveranno quei pochi soldi che hanno barattato, ma si vota anche per l'elezione Rsu e si avrà la possibilità di riscrivere la propria storia.
Anief ricorda che la diffida è propedeutica al ricorso al giudice del lavoro: riguarda docenti e Ata, precari e di ruolo, e punta ad ottenere lo sblocco dell'indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018.