Il dato proviene da una lettura approfondita del rapporto Bes 2015: favoriti i giovani che appartengono ad un buon contesto socio-economico e coi genitori in possesso di titoli di studio medio-alti. Si riducono le opportunità di mobilità sociale, con un ulteriore calo di immatricolazione dei neo-diplomati che si iscrivono all’università. Lo studio dell’Istat confermato dall’Ocse: per i giovani che hanno difficoltà a trovare un lavoro, la prospettiva di proseguire gli studi è raramente considerata come un investimento, malgrado sia ampiamente dimostrato che possa migliorare le loro opportunità di successo in campo occupazionale.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): si fa sempre più forte l’esigenza di investire sull’orientamento scolastico e sulla maggiorazione di quote di organico di personale da destinare nelle aree più a rischio dispersione, rilanciando l’alternanza scuola-lavoro, prendendo esempio di quella tedesca, e di attuare seri investimenti nell’Ict, ma anche artigianato, turismo e nuove tecnologie.