Pur in presenza di migliaia di cattedre vacanti, il Ministero dell’Istruzione continua a tenere blindate le GaE, aprendole, fino all’8 luglio, solo per sciogliere delle riserve e per dei casi particolari. Una miriade di docenti formati e abilitati all’insegnamento continuano invece a rimanere assurdamente fuori. Il giovane sindacato scende ancora una volta in campo in difesa dei diritti del personale discriminato e ricorre al TAR: lo fa per il mancato aggiornamento della provincia e del punteggio del personale già inserito in III fascia, per il mancato accorpamento della IV fascia con la III, per il mancato inserimento in III fascia dei docenti abilitati con diploma magistrale anche linguistico e AFAM, ITP, educatori, estero, TFA e PAS, abilitati concorso, depennati da reinserire, in vista delle prossime 50mila immissioni in ruolo e delle supplenze annuali, nel rispetto delle sentenze della Consulta, Tar e Consiglio di Stato. Scadenza adesioni, 8 luglio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ci sono tantissimi posti vacanti senza più candidati a subentrare. Basti pensare a discipline come Matematica alle scuole medie oppure al solito sostegno. O ancora alle tante nuove classi di concorso, come l’insegnamento di italiano agli alunni stranieri che costituiscono quasi il 10 per cento degli iscritti che, in questo modo, lasciando fuori gli abilitati, continueranno a essere a esclusivo appannaggio del precariato. Mantenere un atteggiamento di chiusura significa destinare quei posti al precariato almeno per altri cinque anni: con questa scelta non si stanno facendo gli interessi nemmeno degli alunni. Per molti di loro la tanto nominata continuità didattica rimarrà solo una chimera.
Per il mancato aggiornamento della provincia e del punteggio del personale già inserito in III fascia, per il mancato accorpamento della IV fascia con la III, per il mancato inserimento in III fascia dei docenti abilitati con diploma magistrale anche linguistico e AFAM, ITP, educatori, estero, TFA e PAS, abilitati concorso, depennati da reinserire, in vista delle prossime 50mila immissioni in ruolo e delle supplenze annuali, nel rispetto delle sentenze della Consulta, Tar e Consiglio di Stato. Scadenza adesioni 8 luglio. Per ricorrere, clicca qui.
Replica di Marcello Pacifico (Anief-Cisal) alle dichiarazioni della Ministra: nel corso dello stop contrattuale degli ultimi anni la busta paga di un lavoratore della scuola ha perso terreno anche rispetto al costo della vita: per un recupero equo di questo gap, che ha fatto sprofondare gli stipendi di docenti, Ata e dirigenti scolastici ben al di sotto della media Ocse, servirebbero 105 euro di indennità di vacanza contrattuale dal settembre 2015, come ha stabilito la Consulta. E altrettanti di vero e proprio aumento. Pensare di colmare quel divario con 85 euro lordi, soltanto in parte già finanziati e quindi da assegnare solo dopo l’approvazione della legge di Bilancio di fine 2017, non basta. I buchi della L. 107/15 sono diversi e relativi a più fronti: dall’alternanza scuola lavoro che rischia di diventare uno sfruttamento, alla scuola dell’infanzia, la cui riforma non ha risolto un bel nulla; dalla chiamata diretta che ha collocato forzatamente e con errori migliaia di docenti su posti lontani pur in presenza di cattedre vicino casa, alla mancata assunzione di intere categorie, a iniziare dagli Ata che sono stati esclusi pure dal potenziamento. E molti altri ancora. La riforma Renzi non è emendabile, si può solo cancellare.
Anief ricorre al TAR Lazio e impugna la nota pubblicata dal Miur n. 26145 dell'8 giugno 2017 e il Decreto legislativo n. 59/2017 della Buona Scuola che non prevedono lo scorrimento delle graduatorie di merito per la scuola primaria e infanzia. Apertele adesioni al ricorso con scadenza 8 luglio.
L’impugnazione in tribunale ha preso ancora più vigore, dopo le vittorie conseguite e dopo che il Ministero dell'Istruzione ha ammesso che le Graduatorie di Merito del Concorso 2016 dovranno essere utilizzate integramente scorrendo anche oltre il 10% degli idonei, dunque attingendo dagli elenchi aggiuntivi ai fini delle immissioni in ruolo conferite già con decorrenza 1° settembre 2017. Alla luce di questi esiti, appare davvero assurdo che lo stesso Miur possa aver dimenticato i docenti risultati idonei alle prove concorsuali per la scuola dell’infanzia e primaria.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): siamo coscienti che la nostra battaglia, che ci ha già visto vincitori per una parte dei candidati che hanno partecipato al concorso 2016, non può essere arrivata a conclusione. Auspichiamo che il Miur provveda con urgenza a sanare quest'ulteriore stortura e si cancelli così in fretta l'evidente discriminazione posta in essere, a discapito di questa particolare categoria di insegnanti già flagellati da decisioni penalizzanti giunte con la Buona Scuola. In caso contrario, il Miur non farebbe un buon servizio alle 8.400 scuole italiane, agli alunni e alla famigerata continuità didattica. Perché il nuovo reclutamento, legiferato a fine maggio con i decreti attuativi della L. 107/15, prevede una fase transitoria che porterà in cattedra i docenti, a titolo definitivo, non prima del 2022. Nel frattempo chi andrà a coprire le cattedre vuote e quelle che si svuoteranno ulteriormente con il turn over?
L'Anief ottiene ancora una volta giustizia in favore dei lavoratori precari della scuola: riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per illegittima reiterazione di contratti a termine e alle progressioni stipendiali anche durante il precariato a una docente che da ben 10 anni lavora con continuità alle dipendenze del Miur. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Salvatore Russo ottengono una nuova soddisfacente vittoria presso il Tribunale del Lavoro di Roma con una sentenza esemplare che condanna il Ministero dell'Istruzione per discriminazione e sfruttamento del lavoro precario. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): 'i diritti dei precari non possono essere calpestati: il Ministero dell'Istruzione agisce, ancora oggi, in aperto contrasto con la normativa comunitaria continuando a reiterare contratti a tempo determinato su posti vacanti e negando al personale con contratto a termine il diritto alle progressioni stipendiali. Il nostro impegno è quello di continuare a tutelare i loro diritti e a pretendere dall'Amministrazione rispetto per quei lavoratori della scuola che ogni anno permettono il regolare svolgimento delle attività didattiche'. L'Anief ha promosso specifici ricorsi per la tutela dei lavoratori precari cui è ancora possibile aderire per ottenere il giusto riconoscimento della propria professionalità.
Nel decreto alla firma del Capo dello Stato è presente il diktat di non sforare il limite di organico imposto dal Ministero dell’Economia: pur attribuendo i posti in base all’incremento o decremento degli alunni, si arriva a ipotizzare un taglio di 32 unità di personale non docente. Il provvedimento si aggiunge ad altri altrettanto penalizzanti per la categoria: perché arriva dopo che essa è stata ignorata sia in occasione del piano straordinario di immissioni in ruolo della riforma Renzi, sia del successivo organico di potenziamento degli istituti e dopo essere rimasta in vigore l’assurda norma taglia-supplenze brevi, introdotta un anno fa con il comma 332 della Legge di Stabilità 2015 che ha portato i tagli alle supplenze 'brevi'. Così come non si comprende l’esclusione dal bonus di aggiornamento professionale, né si conoscono i motivi della mancata proroga dei contratti per il personale assunto fino al 30 giugno su posti vacanti e disponibili.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): chiediamo al presidente della Repubblica di non firmare il decreto sugli organici del personale Ata, perché con la Legge 107/2015 gli impegni e le incombenze amministrative e di supporto alla didattica si sono moltiplicate. Negli ultimi cinque anni i governi hanno soppresso quasi 50mila posti, tra amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici. Come se non bastasse, dal 2011 non si attuano immissioni in ruolo sulla categoria. È una scelta deliberata, non casuale, che non ha senso. E non è nemmeno supportata dalla normativa. Perché la stessa legge 133 del 2008, la madre di tutti i tagli nella scuola nell’ultimo decennio, conteneva delle precise indicazioni sul dare seguito al turn over e alla copertura dei posti disponibili, senza alcuna differenza per il personale docente e non docente. Invece, si continua a pensare che l’informatizzazione, quindi il computer, possa sostituire il lavoro umano. Nel 2015, contro il blocco delle assunzioni attivammo una class action. Siamo pronti a fare il bis.
Anief ricorda che per il personale Ata continuano a essere aperte le adesioni sul portale Anief per aderire ai ricorsi per la stabilizzazione, gli scatti di stipendio e l’estensione dei contratti al 31 agosto.
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