Dopo i 6mila euro tagliati per il triennio precedente, con la Buona Scuola d’ora in poi agli 8mila presidi italiani vengono tagliati altri 4.300 euro annui: non bastava lo stipendio più basso tra i dirigenti pubblici, la metà rispetto ai colleghi del comparto privato, e il ridicolo incentivo di 200 euro lordi al mese conferito ad una stretta cerchia di “meritevoli”. In alcune regioni il quadro di perdite potrebbe diventare catastrofico.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): a parole si valorizzano i dirigenti scolastici, chiedendo loro con la Buona Scuola più compiti e responsabilità, mentre nei fatti si costringono gli stessi presidi a rivolgersi al giudice del lavoro per recuperare l’integrazione, il taglio permanente dello stipendio e l’una tantum per gli anni precedenti. Presto, dopo la firma dei contratti regionali o dopo l’emissione degli atti unilaterali, considerato che in parecchie regioni i contratti non verranno firmati, sapremo quanto queste stime erano in difetto. È certo sin d’ora che non staremo a guardare: chi vuole, potrà impugnare in tribunale l’inaccettabile danno.