Dopo l'infinita serie di errori sull'attribuzione della sede/ambito ai docenti che hanno partecipato alla mobilità 2016, si abbatte sul MIUR anche la decisione del Tribunale del Lavoro di Cuneo, che, con un'ordinanza emanata ieri d'urgenza che dà piena ragione al nostro sindacato, ha dichiarato il diritto di una docente a “partecipare alle procedure di mobilità per l’anno scolastico 2016/2017 su tutti i posti vacanti dell’organico dell’autonomia e al riconoscimento, a tale fine, del servizio da ella prestato sul ruolo di sostegno precedentemente all’assunzione a tempo indeterminato” ordinando all’Amministrazione scolastica di adottare tutti gli atti conseguenti. Gli Avvocati Patrizia Gorgo, Ida Mendicino, Walter Miceli e Fabio Ganci ottengono una pronuncia esemplare che riconosce l'illegittimità del mancato riconoscimento del servizio pre-ruolo già prestato sul medesimo posto ai fini del superamento del quinquennio di permanenza su posti di sostegno prima di poter richiedere il trasferimento su posti di tipo curricolare.
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Avvisi con requisiti creativi, convocazioni in contemporanea e date di pubblicazione degli esiti che variano. Ci sono presidi che restringono a loro piacimento i titoli di laurea per l’accesso agli insegnamenti, altri che chiedono esperienze solo nelle loro scuole o video a busto intero. Tutte stranezze che non stanno certo nel Ptof. Anief, pertanto, rinnova il monito ai dirigenti scolastici perché evitino forme fantasiose di ricerca dei docenti e decide di mettere a disposizione il proprio ufficio di consulenza per valutare il rispetto dei principi di parità di accesso al pubblico impiego, imparzialità, ragionevolezza, merito, trasparenza e pubblicità degli atti di individuazione dei docenti selezionati da dirigenti scolastici a seguito della visione del curriculum vitae e dell'eventuale colloquio o, ancora, individuati dall’Usr.
Marcello Pacifico (presidente Anief): sarà valutato il rispetto della normativa vigente: laddove ve ne siano i presupposti, sarà anche investito il Tar, a cui si chiederà se, nella scelta del docente, è stata rispettata o meno la legittimità costituzionale, in particolare se le scelte adottate da ogni scuola siano state rispettose del Piano triennale dell'offerta formativa approvato dal Collegio dei docenti dell’istituto stesso.
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