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Altri 15 docenti precari potranno usufruire delle progressioni stipendiali e degli scatti di anzianità grazie all'azione legale promossa dall'Anief. I tribunali del lavoro di tutta Italia stanno accogliendo i ricorsi del nostro sindacato e condannando il Ministero dell’Istruzione per discriminazione. Ancora possibile aderire agli specifici ricorsi per la tutela dei lavoratori a tempo determinato.
Vittorie in tutta Italia per i ricorsi Anief sul diritto alle progressioni di carriera anche durante il periodo di precariato. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Le ragioni secondo le quali il Ministero dell'Istruzione ha tentato di giustificare la disparità di trattamento posta in essere da decenni a discapito dei lavoratori precari della scuola sono state correttamente ritenute dai Giudici senza alcuna correlazione logica con la negazione della progressione retributiva in funzione dell’anzianità di servizio maturata, che risponde unicamente ad una finalità di risparmio di spesa pubblica del tutto estranea alle “ragioni oggettive” nell’accezione di cui alla clausola 4, punto 1, dell’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato”. L’ANIEF ricorda a tutti i lavoratori precari della scuola che è ancora possibile ricorrere per vedersi finalmente riconosciuti i propri diritti e per ottenere pari dignità retributiva rispetto ai docenti a tempo indeterminato.
Sono destinati a raddoppiarsi i candidati, diversi dei quali anche laureati, che aggiornano la Graduatoria d’Istituto rispetto al triennio precedente: a dispetto dei tagli agli organici, della stretta sulle sostituzioni del personale assente e delle poche irrisorie immissioni in ruolo disposte, rimane appetibile fare il collaboratore scolastico, l’amministrativo e il tecnico nella scuola pubblica. In “palio” ci sono 12mila posti in organico di diritto, a cui va aggiunta una quota di posti non molto lontana per quelli in organico di fatto (con contratti da stipulare fino al 30 giugno dell’anno successivo) per vari motivi non computati dal Miur. Con circa 20mila posti da assegnare, significa che solo uno su cento, dei due milioni di attuali potenziali aspiranti, ce la farà a conquistare l’agognato posto annuale. Poi, ci sono le supplenze “brevi” ma le ultime disposizioni di spending review hanno ridotto ai minimi termini le possibilità di lavorare in caso di assenza del lavoratore Ata titolare.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Fa pensare questo alto interesse per lavorare nella scuola, peraltro per compensi sempre più bassi, meno di mille euro al mese, i più bassi nella PA, se si fa riferimento alle tabelle dell’ultimo Contratto collettivo nazionale, nonostante le mansioni e responsabilità siano cresciute in modo esponenziale. Significa che la scuola rappresenta ancora un punto fermo nella società, sia per gli studenti che per chi vi opera al loro servizio. Malgrado i Governi facciano di tutto per scoraggiare. Ormai siamo al risparmio ad oltranza. Gli stessi precari più fortunati che stipuleranno un contratto annuale, pur lavorando su posti vacanti e disponibili, si ritroveranno tra le mani una supplenza priva delle mensilità di luglio e agosto. Salvo rari casi decisi dai dirigenti scolastici per cause di forza maggiore, saranno così costretti a presentare ricorso per recuperare gli stipendi dei mesi estivi, sottratti in modo illegittimo.
Anief invita inoltre il personale Ata non assunto ad aderire ai ricorsi per la stabilizzazione e gli scatti di stipendio non percepiti (cliccare qui). Ma anche per il recupero della differenza retributiva per aver ricoperto il ruolo di DSGA, come per la stabilizzazione per chi ha svolto funzioni DSGA per oltre 36 mesi (cliccare qui).
L’ultima dichiarazione è del sottosegretario Miur, on. De Filippo, ma è dal CCNL 2008-2009 che Governo e Organizzazioni Sindacali s’impegnano a non discriminare il 75% dei Dirigenti Scolastici in servizio, il 7% della dirigenza pubblica. Nel frattempo, in assenza delle risorse in legge di stabilità, ogni ex preside può rivendicare 7.251,62€ di arretrati per mancato adeguamento dell’IVC dal settembre 2015 (101,57€ al mese dal 2018). Invia la diffida Udir per interrompere la prescrizione. Per firmare un contratto equo, ci vogliono ulteriori 203,14€ mensili.
Lo ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, replicando alla Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, che interpellata sulle proteste sindacali per i ritardi dell’Atto d’indirizzo del contratto e delle poche risorse sinora stanziate, ha tenuto ad assicurare il massimo impegno per produrre “fatti e non solo parole”. Siamo arrivati al punto che solo Slovacchia e Grecia possono contare su buste paga inferiori a quelle dei nostri insegnanti. Tutto ciò fa ancora più rabbia se si pensa che il nostro corpo insegnante lavora assai di più in media rispetto ai colleghi europei. E se i sindacati si fanno sentire, rappresentando il malcontento del personale scolastico, non va bene.
Solo con 17 miliardi si potrebbero adeguare gli stipendi al 50% del costo della vita che negli ultimi anni è crescita di 14 punti percentuali. E applicare aumenti adeguati. Allo stesso tempo, occorre trasformare con immediatezza i posti dall’organico di fatto a quello di diritto. In questo modo, infatti, sarà possibile finirla con il continuare a chiamare ancora quasi 100mila supplenze annuali, a partire dai 40mila in deroga per il sostegno. Non sono da meno le mancate immissioni in ruolo del personale Ata: si lasciano 12mila posti in supplenza, perché in questo modo si continuano a far sottoscrivere contratti a tempo determinato con scadenza 30 giugno anziché 31 agosto. Siamo arrivati al punto di ottenere la miseria di 85 euro lordi per il triennio 2016-2018; dobbiamo sperare nell’intervento provvidenziale di un Ministro in perenne contesa col Mef. Ecco perché diciamo che è ora di finirla con i buoni propositi. E ci rivolgiamo al giudice.
Per tali motivi, secondo Anief-Cisal risulta necessario inviare una diffida per sbloccare l’indicizzazione dell’Indennità di vacanza contrattuale al 50% dell’inflazione per recuperare 1.300 euro annui per docenti e Ata. La questione è stata trattata e discussa anche da Udir, sindacato che si batte per i diritti dei dirigenti scolastici, per il comparto dirigenziale: per loro, la cifra da recuperare sarebbe 3mila euro. Anche in questo caso è stato predisposto un apposito ricorso.
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