Marcello Pacifico (Anief-Confedir): siamo di fronte all’ennesimo intervento del legislatore su un perverso sistema di reclutamento che è precluso ai giovani insegnanti e che tiene nelle scuole migliaia di precari senza provvedere alla loro corretta stabilizzazione.
Nonostante la pausa estiva, la scuola e le problematiche ad esse connesse restano in primo piano. Abbiamo chiesto a Marcello Pacifico, Presidente ANIEF e Segretario organizzativo Confedir, di esprimere la propria posizione su alcuni dei temi più rilevanti, a partire da quelli relativi a mobilità e turnover.
° Utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie del personale docente, educativo ed A.T.A. per l’anno scolastico 2014/15. Presentazione domande.
Il MIUR ha diramato la Nota n.6870/2014. Riportiamo in parte.
Si indicano le date di scadenza entro le quali il personale interessato dovrà presentare la domanda di utilizzazione e di assegnazione provvisoria: - dall’11 al 21 luglio personale docente della scuola dell’infanzia e primaria (le relative domande vengono presentate esclusivamente tramite la modalità istanze on-line); - dal 24 al 30 luglio personale docente della scuola di I e II grado (le relative domande vengono presentate esclusivamente tramite la modalità istanze on-line); - entro il 25 luglio personale educativo e docenti di religione cattolica; - entro il 12 agosto personale A.T.A. Le istanze dovranno essere presentate utilizzando i modelli in calce allegati. Fatta eccezione per la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, rispetto alle quali saranno impartite ulteriori istruzioni con guide operative disponibili sul portale Istanze On Line, le domande relative al personale A.T.A., al personale educativo ed ai docenti di religione cattolica vengono presentate su modelli cartacei secondo le modalità sotto indicate. Le domande di utilizzazione debbono essere indirizzate all’Ufficio territorialmente competente della provincia di titolarità per il tramite del dirigente scolastico dell’istituto di servizio. Le domande di assegnazione provvisoria e di utilizzazione in altra provincia debbono essere presentate direttamente all’Ufficio territorialmente competente della provincia richiesta e, per conoscenza, all’Ufficio territorialmente competente della provincia di titolarità. Le domande di utilizzazione e di assegnazione provvisoria degli insegnanti di religione cattolica debbono essere presentate alle Direzioni Regionali competenti (vale a dire alle Direzioni Regionali nel cui territorio è ubicata la Diocesi richiesta). Il personale interessato a produrre domanda anche per diverso ordine di scuola è tenuto a rispettare la data di scadenza del proprio ordine di appartenenza come suindicato. La documentazione e le certificazioni da allegare alle domande debbono essere prodotte in conformità a quanto riportato nell’articolo 9 del C.C.N.I. relativo alla mobilità, sottoscritto in data 26 febbraio 2014 e nell’art. 4 della relativa O.M. n 32 del 28 febbraio 2014. Si segnala la possibilità per l’utente interessato di allegare, all’atto della presentazione della domanda, la documentazione in formato elettronico…”
° Con la clava? Alla maniera di Fred e Wilma Flintstone.
Le indiscrezioni sul nuovo contratto della Scuola dipingono uno scenario torbido.
Posizioni grossolane, quelle assunte dai responsabili politici del MIUR che, con consiglieri “esperti”, stanno elaborando il nuovo orario di servizio per i docenti da proporre in sede di rinnovo contrattuale. Renzi, Faraone, che ne è, all’apparir del vero, dei buoni propositi? E’ noto che negli ultimi decenni le retribuzioni del personale scolastico sono scese di vari livelli, comparativamente nel pubblico impiego, e che in atto sono tra più basse in Europa. Non noi ma Manuela Ghizzoni ebbe a dire: «Negli ultimi 15 anni alla scuola è… stato chiesto troppo per pensare di non comprometterne il funzionamento, a scapito della qualità offerta agli studenti». U cani muzzica u sciancatu: - il tandem Gelmini-Tremonti si accanì sulla Scuola; - il serafico ex ministro Profumo (ne ricordiamo l’intuizione sull’uso del bastone e della carota) invocò un “atto di generosità” dai docenti (accettassero a gratis sei ore di lavoro settimanale in più); il successore, la Carrozza ha proceduto al saccheggio del Fondo d’Istituto (scatti stipendiali del personale finanziati con il Fondo: gioco di prestigio a danno della qualità dell’offerta formativa), imitata dal ministro Giannini che si inchioda al dogma della necessità di finanziare le paritarie. Quattro ministri ? O uno soltanto che, di volta in volta, indossa una differente maschera, come in uno sketch degli Sgommati: il sempisorridente Profumo porta la mano al collo e, sfilata la maschera di gomma, svela il volto della Gelmini, e la materna Carrozza il volto della Gelmini, e lo stesso la Giannini (similMonti). Adesso, vogliono distribuire su 12 anni l’offerta di pubblica istruzione e formazione, per risparmiare un tredicesimo di spesa, come il buon Luigi intendeva fare 3 lustri addietro: lo Stato offrirebbe ai cittadini italiani un anno in meno di servizio, tanto chi se ne accorge se, a scuola, i ragazzi non imparano ? Imparano dalla TV e sul web; e si può provare la Scuola 2.0. che non ha bisogno di un docente ogni 10 alunni ma di tecnici (uno ogni 100). Il risparmio erariale verrebbe girato alle scuole paritarie e in parte agli insegnanti di ruolo disposti a servizi aggiuntivi. Le supplenze !? Gran risparmio ! Secondo una indiscrezione di l’Unità (3 luglio) si produrrebbero risparmi, per 1.5 miliardi evitando le supplenze inferiori ai 15 giorni (gli assenti saranno sostituiti dai docenti di ruolo); verrebbero tolte ai 500mila precari che, però, sono stati indotti (dai ministri-ex rettori) a versare agli atenei 2500/3000, a cranio, a corso di formazione/specializzazione o per conseguire una o più abilitazioni utili ad accedere alle graduatorie dei supplenti. Noi che precari siamo o siamo stati, sappiamo quanti corsi a pagamento siamo stati costretti a frequentare. Il proletariato intellettuale di cui Gramsci diceva diventa sottoproletariato di disoccupati. In tutto il pubblico impiego: tra i ministeriali, tra gli statali, tra i regionali, tra il personale degli uffici e dei servizi comunali, chi può vantare una formazione altrettanto accurata e protratta, qual è quella dei professori, se non i dirigenti? quanti, negli EE.LL., hanno un lavoro per grazia ricevuta, senza avere fatto concorsi e senza formazione specifica alcuna, semplicemente essendosi iscritti a una cooperativa lungimirante ? L’accanimento torbido e scellerato contro la Scuola statale richiede che si indaghi a livello subliminale nell’infanzia (sono stati bacchettati dalla maestra?) dei decisori politici. Il fallimentare bilancio di decenni di concertazione politico-sindacale ha ridotto la Scuola a essere u muru vasciu, e adesso si vedrà se le quote associative versate sono state utili ai lavoratori o soltanto al patrimonio mobiliare e immobiliare dei sindacati consociativi.
Per questa ragione, Anief invita tutto il personale ATA che in questi giorni, a seguito della pubblicazione dei bandi degli UU.SS.RR., sta presentando domanda o di aggiornamento e intende cambiare provincia o di primo inserimento e non ha prestato servizio nella provincia in cui intende inserirsi né è inserito nelle relative graduatorie d’istituto, a seguire le specifiche istruzioni operative per la compilazione della domanda e per ricorrere al TAR Lazio. Per info e adesione, scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (per il trasferimento immediato) o aQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (per il primo inserimento immediato).
Così come per i docenti, anche al personale ATA deve essere garantita la possibilità di spostarsi di provincia, all’atto dell’aggiornamento delle graduatorie, mantenendo l’inserimento nella graduatoria provinciale 24 mesi. Per il Miur, invece, è possibile il trasferimento di provincia soltanto all’atto dell’inserimento/aggiornamento delle graduatorie di Istituto a condizione però che l’interessato chieda il depennamento dalla graduatoria provinciale, per reinserirsi quindi al successivo concorso per titoli per i profili professionali dell’area A e B del personale ATA.
In base a quanto disposto dall’O.M. 21 del 23 febbraio 2009, a seguito della nuova pubblicazione dei bandi regionali, il personale amministrativo, tecnico, ausiliario non può chiedere in fase di aggiornamento il trasferimento della propria posizione in una provincia diversa da quella di attuale inserimento. Ma questa interpretazione è stata superata da una recente sentenza della Corte di Cassazione che, rifacendosi ad una chiara espressione della Consulta, ha stabilito come il personale Ata precario abbia il pieno diritto al trasferimento senza alcun “purgatorio” annuale in graduatoria diversa da quella di appartenenza.
Pertanto, tutti i precari Ata che vogliono trasferirsi da una provincia all’altra all’atto del presente aggiornamento o che intendono inserirsi per la prima volta pur non essendo presenti nelle relative graduatorie d’istituto della provincia o pur non avendo prestato i due anni di servizio nella provincia stessa, possono seguire le istruzioni dell’Anief relative alla modalità di compilazione della domanda e le successive istruzioni per ricorrere e reclamare il diritto al trasferimento preteso. Per info e adesioni, bisogna inviare un’e-mail a:
- Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., se già inseriti in graduatoria permanente e si vuole ricorrere per ottenere il trasferimento immediato in altra provincia.
- Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., se al primo inserimento ma si vuole chiedere l’iscrizione nelle graduatorie permanenti di provincia diversa rispetto a quella nelle cui graduatorie d’istituto si è inseriti attualmente.
Con Anief puoi reclamare il tuo diritto all’assunzione. Perché attendere un anno? Se è tua intenzione trasferirti, ricorri. Il ricorso sarà presentato al tribunale amministrativo e in caso di difetto di giurisdizione sarà riproposto al giudice del lavoro. Pertanto sarà depositato al Tar Lazio entro 60 giorni dalla pubblicazione del bando regionale.
Il 10 luglio, durante l'audizione delle Confederazioni in I Commissione Affari Costituzionali, Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo della Confedir, ha ricordato che il D.L. non consente una riflessione ponderata sull'impatto normativo innovato: lo dimostra l'assenza di qualsiasi riferimento alla normativa comunitaria in tema di mobilità di personale, stabilizzazione dei precari, informazione e consultazione dei lavoratori nonché in tema di libertà sindacali.
Tra le modifiche da adottare al testo c’è una soluzione per la “Quota 96” e per i pensionati della scuola. Ma anche il rispetto della normativa comunitaria sulle stabilizzazioni per il turn-over e l'abolizione del tetto legato alla mobilità del personale, il riconoscimento della posizione giuridica ed economica in caso di trasferimento in ufficio inferiore, la tutela delle prerogative delle RSU del comparto e delle RSA della dirigenza, il ripristino della figura del ricercatore di ruolo e per la chiamata diretta, il pagamento della borsa di studio per i medici specializzati 1983-1991.
Una riforma di ampia portata come quella della pubblica amministrazione non doveva essere attuata per decreto legge. A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo della Confedir, membro della delegazione oggi audita nella I commissione della Camera dei Deputati: “la prima critica al provvedimento – ha detto Pacifico - arriva proprio contro lo strumento del decreto legge, che non consente una riflessione ponderata sull'impatto normativo innovato. Una prova ne è, a dispetto dell'art. 117, 1 comma della Costituzione, l'assenza di qualsiasi riferimento alla normativa comunitaria in tema di mobilità di personale, stabilizzazione dei precari, informazione e consultazione dei lavoratori nonché in tema di libertà sindacali come garantite dagli artt. 5 e 6 della Carta Sociale Europea vincolante per i Paesi membri della UE secondo gli accordi di Lisbona”.
Numerose le modifiche presentate al testo approvato alcune settimane fa dal CdM. Un emendamento sulla scuola all'art. 1 permetterebbe di liberare circa 4mila docenti over 60, che già il 1° settembre 2011 pensavano di aver iniziato l'ultimo anno di carriera prima che la riforma Fornero intervenisse ignorando la data di assunzione differente nella scuola rispetto al pubblico impiego. Per l'art. 3, riguardante il turn-over, per il sindacato è necessario sbloccare il computo delle eventuali stabilizzazioni disposte per effetto di pronunce dei tribunali o di processi derivanti dall'attuazione di una direttiva comunitaria. Chiesta anche la rivisitazione dell'art. 6, che così come è scritto impedirebbe effettivamente il bando di nuovi concorsi preso atto del taglio del 20% dei dirigenti e del 10% dei dipendenti della P.A. e dei processi di mobilità: “su questo punto è evidente che debba essere rispettata la progressione di carriera goduta dal personale nel cambio di mansione per non incorrere in palese violazione della norma comunitaria”, ha sottolineato Pacifico.
Per quanto riguarda le libertà sindacali è evidente che è stato quanto mai improprio, rasente di comportamento antisindacale, l'intervento del Governo - Datore di lavoro che “taglia” le prerogative ai rappresentanti dei lavoratori, per lo meno coerente con una politica che da un quadriennio ha tolto persino il diritto alla contrattazione. “Come tutto questo possa apparire democratico – ha detto Pacifico alla Commissione Affari Costituzionali - non si spiega né in termini di risparmi perché aumenterà il contenzioso nei tribunale in assenza di tutela sindacale”.
“Ad ogni modo – ha continuato il sindacalista – occorre almeno tutelare le RSU che sono sul luogo di lavoro. Sui temi universitari trattati dalla riforma, come il blocco del sistema di abilitazione nazionale, riteniamo che vada ricordato quanto in Italia è penalizzante il blocco della ricerca. Cosicché, in ossequio alla carta europea dei ricercatori, sarebbe opportuno reintrodurre la figura del ricercatore a tempo indeterminato da assumere immediatamente per chiamata diretta. Mentre per la borsa di studio dei medici – ha concluso Pacifico - ancora oggi si è nell'illegalità per la mancata corresponsioni per il periodo 1983-1991”.
Per approfondimenti:
EMENDAMENTI all’AC 2486
10 luglio 2014
Ufficio Stampa Anief
www.anief.org
L'associazione sindacale ha notificato al Tribunale amministrativo regionale più di 30 ricorsi collettivi. Già a luglio il primo responso. Ad oggi, senza la creazione di una graduatoria aggiuntiva alle GaE, questi docenti non possono insegnare nella scuola con continuità, né sottoscrivere supplenze annuali o accedere al 50% delle immissioni in ruolo: così, prima vengono formati e abilitati nelle Università statali, poi si abbandonano al loro destino.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): l’inserimento nelle graduatorie aggiuntive permetterebbe allo Stato di reclutare con regole certe dei professionisti dell’insegnamento ogni volta che si esauriscono quelle ad esaurimento o concorsuali, in attesa di nuove procedure selettive. Smettendo di alimentare la precarietà, di contravvenire alle regole comunitarie sulla stabilizzazione e di valutare con criteri diversi titoli uguali.
Sono 15mila i docenti che, attraverso i legali dell'Anief, chiedono al Tar Lazio di poter insegnare nelle scuole: il Ministero dell’Istruzione li ha infatti lasciati fuori dalle graduatorie provinciali perché non riconosce loro l’abilitazione o l’idoneità di Stato come titolo valido per entrare di ruolo o ricevere una supplenza annuale dalle graduatorie dei precari. Oggi l’associazione sindacale ha notificato al Tribunale amministrativo regionale del Lazio più di 30 ricorsi collettivi. E già nel mese di luglio, prima dell'inizio del nuovo anno scolastico, è atteso il primo responso dei giudici.
Anief ritiene che quanto sta accadendo, l’ennesimo ricorso ai tribunali, è un paradosso tutto italiano: la conferma del mal funzionamento della pubblica amministrazione, contro cui il cittadino lavoratore professionista non può fare altro che ricorrere al giudice attraverso l'azione del sindacato. Stavolta, il Miur ha abilitato con il TFA (tirocinio formativo attivo) gestito dalle università a numero programmato, ben 11.000 docenti, in base a una previsione di posti vacanti e disponibili. Successivamente, però, non li ha fatti inserire nelle graduatorie aggiuntive alle graduatorie ad esaurimento da cui si recluta per il 50% dei posti a tempo indeterminato (l’altra metà è riservata ai vincitori del concorso a cattedra) e da cui si assegnano ogni anno 140.000 supplenze annuali o al termine delle attività didattiche.
Allo stesso modo, il MIUR lascia fuori dalle graduatorie anche 7.500 idonei che hanno superato l’ultimo concorso “concorsone”, come i 25.000 docenti in possesso del diploma magistrale conseguito prima del 2001. Né apre le porte ai prossimi 65.000 docenti che si abiliteranno ai PAS (percorsi abilitanti speciali) o ai laureati in Scienze delle formazione primaria dopo il 2011 abilitati per l’infanzia o per la primaria.
L’unica “finestra” concessa da Viale Trastevere è quella relativa all’inserimento nelle graduatorie d’istituto per ottenere una supplenza breve. Ma è davvero una magra consolazione, anche perché bisogna considerare che già molti docenti precari vi erano inseriti come laureati. Ecco perché in 15.000 si sono rivolti all’Anief: per ottenere il giusto riconoscimento del titolo e della propria professionalità.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, la decisione di impugnare l’esclusione dalle GaE “non è soltanto buon senso o senso comune di giustizia, ma è anche una questione di ragionevolezza e buon andamento della P.A. Perché – spiega il sindacalista – l’inserimento nelle graduatorie aggiuntive permetterebbe allo Stato di reclutare con regole certe del personale abilitato alla professione ogni qual volta si esauriscono le graduatorie ad esaurimento o concorsuali, in attesa di nuove procedure selettive, senza alimentare la precarietà o contravvenire alle regole comunitarie sulla stabilizzazione”.
“La natura delle graduatorie, peraltro, è permanente fino a quando il legislatore tra un concorso e l’altro non le trasforma ad esaurimento. Per non parlare del rispetto del principio di uguaglianza e di parità di accesso dei cittadini ai pubblici uffici che – conclude Pacifico – non possono permettere una valutazione diversa di titoli uguali”.
Chi ha presentato domanda di inserimento nelle GaE, ma non il ricorso al TAR può ancora farlo rivolgendosi al Presedente della Repubblica sulla base delle modalità che il sindacato renderà note nei prossimi giorni.
A seguito delle numerose richieste pervenute presso gli uffici della segreteria nazionale, ANIEF ha inviato una formale istanza di interpello per richiedere al Miur il riconoscimento del diploma di laurea in scienze politiche conseguito dopo l’a.a. 2000/01.
La normativa prevede, infatti, che per i laureati in Scienze politiche l’accesso all’insegnamento sia limitato a coloro che hanno conseguito il titolo entro l’a.a. 2000/01. In caso di esito negativo da parte del ministero, il sindacato proporrà ricorso per il riconoscimento di tale titolo di studio.
Pubblichiamo alcuni articoli sulla bocciatura dell'Anief al piano Miur che vorrebbe raddoppiare l'orario di servizio degli insegnanti e sugli oltre 2mila presidi in meno per il prossimo anno scolastico.
Il Miur vuole raddoppiare l'orario di servizio degli insegnanti
Corriere della Sera: Genova, al sabato le scuole superiori chiuse «per crisi»
Agenzia Aris: radiogiornale del 2 luglio 2014
Repubblica: Patto sulla scuola. "Un premio ai prof ma dovranno lavorare di più"
Libero: Scuola: un premio ai professori ma dovranno lavorare di più
Il Diario del Lavoro: Anief boccia il piano Miur
TMNews: Scuola, sindacato Anief dice no a nuovo orario degli insegnanti. Il presidente Pacifico: ci si allontana sempre più dall'Ue
Roma, 2 lug. (TMNews) - Il sindacato "respinge con forza la proposta che vorrebbe portare tutti gli insegnanti a 36 ore a scuola, spazzare via quasi mezzo milione di supplenti che hanno appena rinnovato le graduatorie d'istituto e ridurre di un anno le superiori". L'Anief spiega in una nota che nel computo il ministero "dimentica il lavoro oscuro dei docenti: colloqui con i genitori, riunioni con i colleghi, compilazione dei registri, stesura di relazioni e programmazioni e progetti, preparazione delle lezioni, correzioni dei compiti degli alunni". Il presidente Marcello Pacifico spiega: "Così ci si allontana sempre più dall'Ue e si incrementa la disoccupazione intellettuale e giovanile. Siamo di fronte ad un'operazione immotivata: più indagini, nazionali ed internazionali, hanno dimostrato che i nostri docenti lavorano alla pari, se non più, dei colleghi degli altri Paesi avanzati: basta dire che sono impegnati 39 settimane rispetto alle 38 OCDE, 175 giorni rispetto ai 185 OCDE".
Per l'Anief è sbagliato "portare l'orario di servizio dei docenti a 36 ore, cancellare quasi mezzo milione di precari delle graduatorie d'Istituto, ridurre gli anni di scuola superiore da 5 a 4". Perché "più che un rinnovo di contratto, il milione di lavoratori della scuola sembrerebbe travolto da uno tsunami di novità peggiorative".
I contenuti della imminente legge delega, riportati dalla carta stampata e che il Governo "avrebbe intenzione di approvare prima della pausa estiva, prevede 'premi stipendiali fino al 30 per cento per i docenti impegnati in ruoli organizzativi (vicepresidi, docenti senior) o attività specializzate (lingue e informatica)'. In cambio il ministero chiede agli insegnanti una maggiore disponibilità: più ore a scuole per un periodo più lungo".
Insomma per l'Anief "premesso che non è ancora chiaro se l'aumento delle ore di servizio avvenga a costo zero oppure comporti un incremento stipendiale, come logica vorrebbe, Anief reputa assurdo che si imponga al personale scolastico di lavorare di più a queste condizioni: un tale trattamento, tra l'altro deciso in modo unilaterale, allontanerebbe ancora di più l'istruzione italiana da quella europea. E incrementerebbe la già alta disoccupazione tra i giovani laureati".
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, spiega: "Già oggi un insegnante può dare disponibilità a svolgere fino a 6 ore in più di supplenza, oltre le quali deve necessariamente subentrare quel supplente che di punto in bianco il Miur vorrebbe ora far sparire. Ma soprattutto non si capisce perché debba essere esteso l'orario di servizio dei docenti della scuola italiana dal momento che più indagini, nazionali ed internazionali, hanno dimostrato che lavorano alla pari, se non più, dei colleghi degli altri Paesi avanzati".
Secondo l'indagine "Education at a Glance", che ha messo a confronto i sistemi educativi nell'ultimo decennio, negli ultimi due lustri le ore di insegnamento dei nostri insegnanti sono aumentate: da 762 a 782 alla primaria, da 681 a 704 nella secondaria di primo grado, da 608 a 658 nella secondaria di secondo grado. Complessivamente, gli insegnanti italiani lavorano 39 settimane rispetto alle 38 OCDE, 175 giorni rispetto ai 185 OCDE.
Repubblica: Prof e studenti contro il piano del governo
ANSA: Scuola: Anief, no a raddoppio orario servizio insegnanti
(ANSA) - ROMA, 2 LUG - L'Anief boccia il piano del Ministero dell'Istruzione anticipato oggi da "La Repubblica", "che vorrebbe portare tutti gli insegnanti a 36 ore a scuola, spazzare via quasi mezzo milione di supplenti che hanno appena rinnovato le graduatorie d'Istituto e ridurre di un anno le superiori". Nel computo, secondo il sindacato, il Ministero dimentica il lavoro oscuro dei docenti: colloqui con i genitori, riunioni con i colleghi, compilazione dei registri, stesura di relazioni e programmazioni e progetti, preparazione delle lezioni, correzioni dei compiti degli alunni. "Così - protesta il presidente Marcello Pacifico - ci si allontana sempre più dall' Ue e si incrementa la disoccupazione intellettuale e giovanile. Siamo di fronte a un'operazione immotivata: più indagini, nazionali ed internazionali, hanno dimostrato che i nostri docenti lavorano alla pari, se non più, dei colleghi degli altri Paesi avanzati: basta dire che sono impegnati 39 settimane rispetto alle 38 Ocde". Insomma, per l'Anief il piano del Miur è "uno tsunami di novità peggiorative". "Premesso che non è ancora chiaro se l'aumento delle ore di servizio avvenga a costo zero oppure comporti un incremento stipendiale, come logica vorrebbe, Anief reputa assurdo che si imponga al personale scolastico di lavorare di più a queste condizioni: un tale trattamento, tra l'altro deciso in modo unilaterale, allontanerebbe ancora di più l'istruzione italiana da quella europea" si legge in una nota. "Già oggi un insegnante può dare disponibilità a svolgere fino a 6 ore in più di supplenza - spiega Pacifico - oltre le quali deve necessariamente subentrare quel supplente che di punto in bianco il Miur vorrebbe ora far sparire". "Viene infine da chiedersi, poi, come si fa a presentare una proposta del genere, dal momento che tutti gli insegnanti hanno di fatto lo stipendio fermo dal 2009 e corroso da un'inflazione che ha corso per più di 4 punti percentuali, facendo perdere per strada uno stipendio l'anno? E con i nostri insegnanti delle superiori che a fine carriera, sempre per rimanere all'area Ocde, guadagnano il 30% in meno, pari a quasi 8mila euro l'anno?". (ANSA).
Blitz Quotidiano: Scuola, cosa cambia per i docenti: da 18 a 36 ore settimanali, premi stipendiali
Il Velino: Scuola, il piano: aperte fino alle 22, premi ai prof, orari più lunghi
You-ng: Istruzione, la proposta: docenti più presenti e lezioni fino alle 22
Ustation: Patto sulla scuola, docenti a lavoro per 36 ore a settimana
Net 1 News: Patto sulla scuola, un premio ai prof e scuole aperte fino alle 10 di sera
Informazione Scuola: La mazzata alla scuola arriva dal Governo Renzi, quello votato dagli insegnanti
Italpress: Scuola, Anief "No a piano Miur che raddoppia orario servizio insegnanti"
Avvenire: Docenti, più ore di lavoro. E' rivolta
Repubblica: Piano scuola, la rivolta degli insegnanti
Il Giornale di Brescia: Anief: e il Governo vorrebbe Istituti aperti fino alle 10 di sera?
News Vaticano: Scuola, il ministro Giannini: i sindacati non difendano privilegi
Il Quotidiano del Sud: Governo: scuole aperte fino alle 22, e chiusura delle Province
Repubblica: Riforma della scuola sotto tiro. Bocciata da docenti e studenti
Teleborsa: Riforma della scuola sotto tiro. Bocciata da docenti e studenti
IMG Press: Mentre il Governo pensa ad aprire le scuole fino alle 22, le Province le chiudono
Blasting News: Miur, Scuola: ANIEF 'boccia' il piano delle 36 ore per gli insegnanti
Italpress: Scuola, anief "Prime crepe per piano Governo su orario"
Aetnanet: Genova, al sabato le scuole superiori chiuse «per crisi»
ANSA: Scuola: Anief, errore ignorare ruolo insegnanti precari
E affidare supplenze a docenti di ruolo
(ANSA) - ROMA, 7 LUG - "I precari svolgono un ruolo prezioso e non accessibile a chi svolge già tante ore di lezione frontale". Lo afferma l'Anief facendo riferimento a dichiarazioni del sottosegretario all'Istruzione Roberto Reggi. "Parlando dei punti più importanti che il Governo intende introdurre attraverso un ddl da presentare entro l'estate, il rappresentante del Governo - sottolinea il sindacato - ha speso parole critiche verso l'attuale collaudata organizzazione delle sostituzioni degli insegnanti assenti per brevi periodi, definendola un 'sistema mordi e fuggi': in futuro per le supplenze, ha sottolineato Reggi, bisognerà 'usare gli insegnanti di ruolo. Il gruppo degli insegnanti dell'organico 'funzionale' dovrà prendersi carico anche delle supplenze brevissime'". L'errore, secondo il sindacato, è "pensare che si possa migliorare la qualità del prodotto finale, in questo caso delle lezioni da svolgere in assenza del docente titolare, cancellando in un colpo solo la disponibilità a fare supplenze 'brevi' di oltre 622mila aspiranti docenti. Di questi, si salverebbero solo i 154.398 abilitati inseriti anche nella Graduatorie ad Esaurimento: per quasi mezzo milione, invece, non ci sarebbe più spazio per le supplenze". "Dopo le 36 ore di servizio da imporre a tutti gli insegnanti, che sono poi quelle che già svolgono, dal sottosegretario Reggi giunge un'altra convinzione che - sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief - gli consigliamo di rivedere: non è infatti possibile affidare le supplenze del personale di ruolo ai colleghi presenti a scuola. Introdurle in modo sistematico, oltre le 6 ore di disponibilità che già oggi danno, significherebbe caricare di lavoro gli insegnanti di ruolo oltre le proprie possibilità". Secondo il sindacato, le questioni sul precariato su cui discutere sarebbero altre, a cominciare dal fatto che i docenti precari che hanno prestato più di 36 mesi di servizio hanno diritto alla stabilizzazione e al pagamento degli scatti di anzianità: "Perché Reggi non ammette che almeno un posto su due ricoperto su supplenze sino al termine delle attività didattiche o al 30 giugno doveva essere assegnato in supplenza annuale? Perché i tecnici del Ministero non dicono che la trattenuta del 2,5% sul Tfr è illegittima e che le ferie dei precari devono essere pagate per intero senza decurtazioni? Meno male che lo dicono le leggi vigenti, a partire dalla Costituzione, e il diritto comunitario". (ANSA).
Radio Città Fujiko: Scuola, per risolvere il problema dei precari basta cancellarli
Redattore Sociale: Scuola, Pacifico (Anief): "I precari svolgono un ruolo prezioso"
Italpress: Scuola: Anief a Miur "Precari svolgono ruolo prezioso"
ANSA: Scuola: Anief, no a riduzione anni alle superiori
‘Quasi 200 mila giovani rischierebbero ogni anno di essere Neet'
(ANSA) - ROMA, 6 LUG - Anief è contraria alla riduzione del numero di anni alle scuole superiori. Perché - precisa in un comunicato - "sempre meno diplomati che escono dalle superiori continuano il percorso formativo all'Università: quasi 200mila giovani rischierebbero ogni anni di diventare nuovi Neet". Secondo Marcello Pacifico (Anief-Confedir), "la vera riforma dei cicli passa per l'estensione dell'obbligo formativo sino alla maggiore età. Siamo d'accordo, invece, sul potenziamento dell'apprendistato, ma a patto che ai tirocinanti venga assegnata una retribuzione minima". "Dal Cantiere scuola, in corso a Terrasini - prosegue - il Pd sta discutendo anche della riforma dei cicli scolastici: l'obiettivo è soprattutto quello ridurre l'alta percentuale di giovani che lasciano i banchi prima di arrivare al diploma di maturità. Il dibattito si sta concentrando sull'ipotesi di accesso anticipato di un anno all'Università, come avviene già in alcuni Paesi moderni. In tal caso, però, la scuola superiore si ridurrebbe a quattro anni anziché cinque. Allargando a tutti gli istituti italiani la sperimentazione, autorizzata dal Miur, oggi in atto in alcun scuole superiori statali e parificate". Per l'Anief, "riducendo il percorso della scuola superiore non si risolleverà il livello dell'offerta formativa, né tantomeno si risolverà il problema dell'abbandono scolastico: in questo modo non si farebbe altro che anticipare di un anno l'uscita dal percorso formativo di quasi mezzo milione di studenti. Ma poiché sempre meno diplomati, poco più della metà, continuano il percorso formativo all'Università, buona parte dei 200mila giovani rimanenti rischierebbero di diventare nuovi Neet: considerando le difficoltà oggettive nel trovare un impiego, questi ragazzi avrebbero alte possibilità di aggiungersi ai 2 milioni e 200mila giovani che, come ricordato in questi giorni da un'ampia ricerca di Tuttoscuola, costano allo Stato italiano 32,6 miliardi di euro l'anno".(ANSA).
Roma Daily News: Il Sottosegretario Reggi: mai sognato di aumentare le ore degli insegnanti
Tecnica della Scuola: Anief raccoglie la proposta di Reggi, ma ad un patto
Italpress: Scuola: Anief "No a riduzione di un anno delle superiori"
Italpress: Scuola: Anief "Ok proposta Sottosegretario Reggi, ma allineare stipendi"
Il Mirino: Uno tsunami sulla scuola: il Sindacato ANIEF non ci sta!
Aetnanet: Verso il nuovo patto per la scuola che alcuni chiamano 'pacco'
Blasting News: Miur, scuola e supplenze secondo Reggi: ecco perché la proposta è indecente per tutti
Il prossimo anno si aprirà con 8.094 presidi: 2.100 in meno rispetto al 2011, due tagli su tre al Sud
Rassegna.it: Scuola, Anief: prossimo anno scolastico con nuovi tagli
Lente Pubblica: Scuola: l’anno prossimo si aprirà con 2.100 presidi in meno. Due tagli su tre al Sud
ANSA: Scuola: Anief, nel prossimo anno 2.100 presidi in meno
Rispetto al 2011, due tagli su tre al Sud
(ANSA) - ROMA, 8 LUG - Il prossimo anno scolastico si aprirà con 8.094 presidi, circa 2.100 in meno rispetto al 2011-12, quando erano 10.211: il dato ufficiale è contenuto nel decreto del Miur contenente il contingente dei dirigenti scolastici assegnati ad altrettante scuole autonome dal prossimo 1 settembre. Lo ricorda l'Anief in una nota. "Il sensibile decremento di istituzioni scolastiche si deve alla lunga serie di cancellazioni e accorpamenti introdotti nell'ultimo triennio, ma soprattutto - sottolinea l'associazione - alla Legge Tremonti-Gelmini 111/2011 che ha introdotto parametri minimi di iscritti spiccatamente più elevati rispetto al passato. Con il risultato di produrre una lunga serie di sparizioni e fusioni di istituti, che hanno ridotto drasticamente la qualità dell'offerta formativa italiana. Anief ricorda inoltre che "è particolarmente grave che questo processo non solo non si sia arrestato, ma che non fossero state ripristinate le sedi scolastiche autonome illegittimamente tagliate o accorpate: nel frattempo, infatti, la Corte Costituzionale, attraverso la sentenza 147 del 2012, ha ritenuto 'costituzionalmente illegittimo' l'articolo 19, comma 4, del decreto legge 98 del 2011, poi legge 111/2011, proprio nella parte che fissava l'obbligo di accorpamento in istituti comprensivi delle scuole dell'infanzia, elementari e medie che per acquisire l'autonomia sarebbero dovuti "essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche".(ANSA).
Italpress: Scuola: Anief "Anno prossimo si aprirà con 8.094 presidi, -2.100 sul 2011"
Il Secolo XIX: Scuola, restano gli accorpamenti: 2.100 presidi in meno in due anni
Il Mattino di Sicilia: Scuola, l’anno prossimo 8.094 presidi: 2.100 in meno rispetto al 2011
La Difesa del Popolo: Scuola: sempre meno presidi e personale Ata
Vittoria piena dell'ANIEF contro le illegittime determinazioni del MIUR poste in essere negli ultimi anni attraverso le “liste salvaprecari”: il Tribunale di Milano riconosce il diritto all'inserimento nelle liste “prioritarie” ex Legge 167/2009, anche a quanti avevano prestato i 180 giorni di servizio in diverse istituzioni scolastiche con conseguente attribuzione in loro favore del punteggio spettante e non riconosciuto dal MIUR. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli ottengono una prima storica sentenza in favore di una nostra iscritta con la condanna del MIUR per aver posto in essere provvedimenti illogici e di dubbia costituzionalità.
L'Avv. Ezio Guerinoni, della cui professionalità l'ANIEF si avvale sul territorio, ci trasmette sentenza di pieno accoglimento emanata dal Giudice del Lavoro di Milano presso cui, con la perizia e la competenza che contraddistinguono il lavoro dei legali ANIEF, ha ottenuto ragione in favore di una nostra iscritta e la condanna del Ministero dell'istruzione al riconoscimento immediato di 12 punti nelle Graduatorie a Esaurimento e al pagamento delle spese di lite.
La vexata quaestio del “salvaprecari” inizia nel 2009, annus horribilis per i precari della scuola travolti dalla famigerata “riforma Gelmini”, quando il Legislatore decide di intervenire in favore di quanti, pur avendo prestato servizio a tempo determinato con contratto annuale o fino al termine delle attività didattiche nel 2008/2009, si erano ritrovati letteralmente “tagliati fuori” dalla possibilità di stipulare la medesima tipologia di contratto per l'anno scolastico successivo a causa della “carenza di posti disponibili” diretta conseguenza di quella “razionalizzazione” voluta proprio dall'allora Ministro dell'Istruzione.
La Legge 167/2009, infatti, da subito fortemente contestata dall'ANIEF, aveva posto in essere una discussa forma di “tutela” nei confronti del personale scolastico precario prevedendo il loro inserimento in “liste prioritarie”, meglio note come “liste salvaprecari”, per garantire loro le assegnazioni “con precedenza assoluta” delle supplenze temporanee. Il MIUR decide, discostandosi dalla previsione normativa, di “restringere il campo” attraverso il DM n. 100/2009, prevedendo che potevano accedere al “salvaprecari” solo quei docenti che avessero prestato servizio nel 2008/2009 con supplenza di almeno 180 giorni “in un’unica istituzione scolastica”.
La discriminazione odiosa e ingiustificata, denunciata dall'ANIEF come non rispettosa del principio di uguaglianza di cui all'art. 3 della nostra Costituzione, ha ottenuto, ora, piena censura da parte del Tribunale di Milano, che con una chiara e puntuale sentenza ha dato ragione al nostro sindacato confermando che il MIUR era andato ben oltre la “ratio” della normativa primaria, adottando un criterio restrittivo ritenuto assolutamente “illegittimo” non ravvedendo nella determinazione del MIUR “elementi giuridici e logici” di sorta. La sentenza rileva, infatti, che la “restrizione” ad un'unica istituzione scolastica del servizio valutabile ai fini dell'inserimento nel “salvaprecari” e contenuta nel DM 100/2009 “appare contraria sia con il dato letterale che con la “ratio” della norma di rango primario contenuta nella L. 167/2009”.
Il Tribunale di Milano, dunque, ha sposato in pieno le tesi dell'ANIEF convenendo che “una diversa interpretazione sarebbe del resto contraria con il principio di uguaglianza sostanziale, sancito dall’art. 3 Cost, e con il principio di ragionevolezza visto che un docente che svolga 180 giorni di supplenza presso un solo istituto scolastico, anche attraverso più contratti (“tramite proroghe o conferme contrattuali”), sarebbe preferito ad altro docente che svolga il medesimo o anche un numero superiore di ore di supplenza - come avvenuto nel caso di specie - con identico numero di contratti ma presso due o più istituzioni scolastiche”. MIUR condannato, dunque, a sanare l'illegittimità nei confronti della nostra iscritta inserendola “ora per allora, negli elenchi prioritari” validi per la provincia di interesse e attribuendole i 12 punti spettanti, proprio ex. art. 1 L. n. 167/2009, in riferimento all’anno scolastico 2009-2010, “con effetto immediato”. Condanna alle spese conseguente a carico del MIUR che dovrà pagare anche 1.400 € oltre accessori di lite.
L'ANIEF, come sempre trionfante in tribunale al fianco dei docenti precari, ribadisce la propria politica di aperta condanna nei confronti di qualsiasi illegittima determinazione che il MIUR ha voluto o vorrà porre in essere e si conferma con soddisfazione unico sindacato che sa far valere con efficacia le ragioni dei lavoratori della scuola inducendo sempre il Ministero dell'Istruzione al pieno rispetto della normativa primaria e della nostra Costituzione.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.