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Utilizzare gli anticipi pensionistici in vigore oggi per anticipare l’uscita dal lavoro: a dirlo, aggi a Repubblica, non è un economista qualsiasi, ma Elsa Fornero, l’ex ministra del Lavoro del Governo Monti che nel 2011 introdusse la riforma sulla previdenza che oggi costringe tantissimi dipendenti a rimanere al lavoro fino alle soglie dei 70 anni pur avendo un numero altissimo di anni, anche 40, di contributi. La dottoressa Fornero, nel commentare la fine di ‘Quota 100’ ha detto che occorre “un compromesso per evitare un innalzamento troppo brusco dell'età pensionabile per alcuni lavoratori ma, nello stesso tempo, anche un messaggio molto chiaro verso il ritorno al percorso indicato dalla riforma del 2011”. E la soluzione poteva essere quella di utilizzare gli “strumenti già esistenti per ammorbidire l'aumento dell'età pensionabile, penso, tra gli altri, all'Ape social e ad Opzione donna”. Entrambi hanno però fallito l’obiettivo: Anief ricorda che il primo ha escluso tutte le professionalità della scuola, mettendo anche in dubbio la presenza dei maestri della scuola dell’Infanzia, mentre dalla Documento programmatico della Legge di Bilancio 2022 sembra che ‘Opzione donna’, peraltro ultra-penalizzante per chi vi aderisce, sia arrivata al capolinea.
“L’unica verità – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che ci sono delle professioni, come quelle degli insegnanti, che devono obbligatoriamente avere un trattamento a parte. Noi siamo convinti che per chi lavora a scuola debbano valere le stesse regole che portano alla pensione i dipendenti delle forze armate, così da far lasciare il servizio a tutti a 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza. Andrebbe bene includere le professionalità della scuola nella lista dell’Ape Social: nei giorni scorsi la Commissione che sta lavorando su questo sembrava che vi avesse giustamente incluso i maestri della primaria e i collaboratori scolastici. Noi abbiamo chiesto di estendere questa facoltà a tutti i dipendenti della scuola, ma ora sembra addirittura che l’accesso non riguardi più nessuno”.
Riguarda l'abolizione dell'obbligo del possesso e dell'esibizione del Green Pass sul luogo di lavoro il più importante dei 14 emendamenti del sindacato Anief al Decreto Legge 127/21, presentati alla prima Commissione Affari costituzionali, su cui il Senato si esprimerà nei prossimi giorni: lo ha confermato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un'intervista radiofonica a Italia Stampa: ''Stiamo parlando - ha detto il sindacalista - di un obbligo che in questo momento riguarda solo il nostro Paese, perché non esiste in nessun'altra parte del mondo, e che tra l'altro potrebbe essere anche controproducente laddove fa venire meno il rispetto delle norme di distanziamento tra i lavoratori, che invece diventano sempre più necessarie per evitare che le nove varianti del virus possano diffondersi come già è accaduto in Inghilterra''.
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