I docenti precari hanno diritto ad avere in busta paga i medesimi scatti stipendiali dei colleghi già di ruolo: lo ha ribadito il tribunale del lavoro di Bari, che per questo motivo ha condannato il ministero dell’Istruzione a risarcire con una somma superiore a 6 mila euro ad un insegnante proprio per la mancata assegnazione, per i periodi di servizio svolti come supplente, degli aumenti periodici previsti per i colleghi già stabilizzati. Nella sentenza, il giudice ha ordinato al dicastero dell’Istruzione di assegnare il risarcimento, in virtù dell’assegnazione della “medesima progressione stipendiale prevista per i dipendenti a tempo indeterminato”. Una posizione che sta trovando spazi sempre più consistenti anche in ambito europeo: basta ricordare che di recente il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa si è pronunciato sulla denuncia di Anief accolta dal Comitato europeo dei diritti sociali.
Salgono i contagi di Covid tra i giovani: lo dice oggi il bollettino settimanale della sorveglianza integrata dell’Istituto Superiore di Sanità, specificando che in una settimana i casi di positività passano "in età scolare" dal 24% al 30%. “Questo dato non fa che confermare che gli alunni, anche quelli vaccinati, sono collocati in un contesto scolastico tutt’altro che sicuro: bisognava riattivare la didattica a distanza per tutti dopo le festività natalizie, invece non è stato fatto. E non sono stati presi i provvedimenti necessari: si fa lezione senza aeratori, senza mascherine Ffp2, tranne dove ci sono contagi e comunque facendole pagare a tutti gli studenti e a quasi tutto il personale”.
La firma dell'ipotesi di contratto per i trasferimenti per il triennio 2022/2024 è diventata argomento di campagna elettorale RSU e ha diviso ancora di più le sigle sindacali presenti al tavolo tra chi ha firmato l'accordo come la CISL e si vanta di aver favorito il personale, chi al momento non ha firmato come CGIL-FLC, UIL, SNALS, GILDA perché aspetta risposte sulle richieste presentate, e chi non ha potuto partecipare al tavolo come ANIEF per via delle attuali regole che ammettono la partecipazione dei soli sindacati firmatari del CCNL vigente. “La verità – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che i vincoli di 5 anni sulla mobilità dei neo-assunti sono stati messi con la Legge 145, del 30 dicembre 2018, a seguito dell'accordo firmato a Palazzo Chigi il 24 aprile 2018 da tutti gli altri sindacati. L’accordo di Palazzo Chigi siglato anche per Anief il 20 maggio scorso, li avrebbe dovuti fare cadere, anche su assegnazione provvisoria: non è stato fatto. Come non sono state tolte le aliquote su trasferimenti e passaggi di ruolo volute dai sindacati: una decisione scellerata che fa respingere il 40% delle domande sulla mobilità, nonostante i posti liberi. A chi amministra la scuola, infine, ricordiamo che le deroghe si possono fare: come nel 2011, quando nel contratto integrativo i sindacati hanno chiesto e ottenuto l’eccezione al vincolo sulle assegnazioni provvisorie introdotto dalla Legge 106/11”. Cerchiamo quindi di capire come si è arrivati all’attuale situazione frastagliata e di spaccature.
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