Se l’alunno con disabilità è costretto a rimanere nel proprio domicilio, perché malato o in quarantena, non può essere il solo docente di sostegno a garantirgli la didattica recandosi direttamente a casa dell’allievo. I dubbi dell’Anief vengono confermati dal Consiglio superiore della pubblica istruzione, che con parere ufficiale, pubblicato il 21 dicembre, boccia senza mezzi termini lo schema di decreto del Ministero dell’Istruzione sulle modalità di svolgimento del servizio dei docenti impegnati in attività di istruzione domiciliare: “L’inclusione è compito di tutti i docenti della classe e della comunità scolastica e il docente di sostegno è un insegnante della classe e non del solo allievo con disabilità”, dice il Cspi, secondo il quale non si può fare “ricadere solo sul docente di sostegno il progetto di istruzione domiciliare”.
Anief aveva sin da subito espresso dei dubbi sullo schema ministerialesostenendo che quella di permettere al docente di sostegno di svolgere la lezione nel domicilio dell’alunno dovrebbe essere una facoltà e non un’imposizione dall’alto. Marcello Pacifico, leader dell’Anief, ricorda a questo proposito che “gli insegnanti di sostegno sono assegnati alla classe e non al singolo alunno disabile. E lo spostamento a casa dell’alunno farebbe venire meno quell’l’azione didattico-pedagogica tesa sempre a favorire l’inclusione. Si tratta di un punto centrale della didattica speciale che non può venire meno. Per attuare l’assistenza domiciliare bisogna inoltre prevedere il consenso di tutte le parti, a partire dallo stesso docente di sostegno. Liquidare la questione con un decreto monodirezionale non può essere la soluzione al complesso problema”.
Anche con 45mila contagi e 168 morti di Covid in un giorno le scuole rimangono aperte, ma così il personale docente e Ata rischia sulla propria pelle ricevendo in cambio stipendi modesti, fermi da tre anni, e nessuna indennità per il pericolo al quale si sottopone ogni giorno: è giunto il momento di assegnargli delle indennità di sede, di rischio biologico e di incarico. A dirlo è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di una diretta trasmessa sul canale Facebook per commentare anche l’approvazione da parte dell’Aula di Palazzo Madama della fiducia al maxi-emendamento della manovra 2022.
Anief avvia il ricorso al Giudice del lavoro contro la sospensione dal servizio senza retribuzione del personale scolastico che non ha adempiuto all'obbligo vaccinale.
Può aderire a questo ricorso tutto il personale scolastico (docente, Ata, educativo), di ruolo o precario, che è stato sospeso dal servizio senza retribuzione per non aver adempiuto all'obbligo vaccinale Covid-19.
Per aderire al ricorso cliccare al seguente link. È possibile partecipare all’azione legale entro il 30 dicembre.
I docenti e il personale scolastico hanno dimostrato negli ultimi anni una grande dedizione, e grande amore per la loro professione, si sono impegnati tutti, con sacrificio e zelo, per adeguare le loro competenze e stare vicini agli allievi, per tutelarli al meglio quando sono ricominciate le lezioni in presenza.
La scorsa settima abbiamo trasmesso in diretta un incontro dal titolo: “Didattica, inclusione e 25 ore di formazione obbligatoria. Facciamo il punto con i nostri esperti” utile a focalizzare i nuovi obiettivi formativi previsti dal Miur e a chiarire l’importanza di una nuova visione dell’inclusività che non deve essere soltanto una responsabilità dei docenti di sostegno ma deve coinvolgere tutti gli attori dell’istituzione scolastica.
Confermati per la scuola i contratti per soli 18.000 docenti e 7.800 Ata in organico Covid, fino a giugno. Aumento di 270 milioni del MOF (270 euro medie per docente assegnati alle scuole in contrattazione integrativa), di 926 euro per 3.240 insegnanti delle piccole isole - indennità di sede disagiata, insegnamento di due ore di educazione motoria in IV elementare dal prossimo anno e in V dall’anno successivo, e organici differenziati dove vi è alta dispersione da realizzare con il calo delle natalità
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