I docenti supplenti svolgono il medesimo lavoro dei colleghi di ruolo, con gli stessi doveri e responsabilità, ma i diritti non sono uguali. Perché continuano a ricevere uno stipendio con 164 euro in meno al mese: sono i soldi della retribuzione professionale docenti prevista dall’articolo 7 del CCNL del 15.03.2001, ma che l’amministrazione non si comprende in base a quale criterio assegna solo a chi ha stipulato un contratto a tempo indeterminato. Sulla quota, sempre più giudici continuano ad esprimersi, reputandola estromessa in modo illegittimo: anche a Modena, dove il Tribunale ordinario, sezione Lavoro, ha condannato il ministero dell’Istruzione ad assegnare oltre 2mila euro, più “interessi legali o, se maggiore, rivalutazione monetaria”, ad una maestra che ha stipulato “ripetuti contratti d’insegnamento a tempo determinato”. E non ha nulla a che vedere con il recupero della somma non assegnata il fatto che la docente abbia svolto insegnamento di sostegno senza la specializzazione.