Anief presenta ricorso al Tar del Lazio per ottenere la valutazione di tutto il servizio prestato “di fatto ma non di diritto” nel profilo di appartenenza a causa di una errata attribuzione del punteggio da parte dell’amministrazione, corretta solo successivamente, nella terza fascia delle graduatorie d’istituto del personale Ata.
Possibile ricorrere fino al 22 aprile, per aderire cliccare qui.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, - che stamani ha partecipato all'audizione informale con i rappresentanti dei Gruppi parlamentari delle Commissioni 7ª e 12ª del Senato in merito all'affare assegnato n. 621, relativo all’impatto della didattica digitale integrata (DDI) sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico degli studenti – ha affermato che il sindacato “ha condotto un’analisi con l’intento di migliorare la didattica a distanza. Purtroppo abbiamo rilevato dei dati negativi: 8% degli studenti non ha fatto didattica a distanza, quindi questo ha aumentato le divergenze, facendo registrare una carenza per quanto riguarda gli strumenti e la formazione, portano disagi anche alle famiglie. Bisogna pensare alla didattica digitale integrata non come a un farmaco, ma come a un integratore alimentare che può solo giovare anche a una didattica in presenza, che possiamo continuare a prendere quando l’emergenza da Covid-19 sarà rientrata. Il problema è anche legato all’impossibilità di accedere, per i precari, alla card adibita proprio alla possibilità di fornirsi di connettività e strumenti informatici. Nel complesso sugli studenti l’impatto è stato devastante, è necessario dare supporto a insegnanti e alunni. Bisogna tornare alla didattica in presenza ma bisogna capire come operare con le scuole aperte, perché non ci sono ancora gli strumenti adeguati e il prossimo anno non ci sarà nemmeno l’organico Covid; dobbiamo fare i conti ancora con le classi pollaio. Dobbiamo riflettere su come sono aperte queste scuole”, ha concluso Pacifico.
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Oggi una delegazione Anief, a seguito del presidente nazionale Marcello Pacifico, ha partecipato all'audizione informale con i rappresentanti dei Gruppi parlamentari delle Commissioni 7ª e 12ª del Senato, in merito all'affare assegnato n. 621, relativo all’impatto della didattica digitale integrata (DDI) sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico degli studenti. Pacifico ha ricordato che “rispetto allo scorso anno sono stati fatti tanti passi avanti: con l’auspicio che si possa tornare alla didattica in presenza integrale, abbiamo avanzato le nostre proposte per migliorare la didattica attuata a distanza”.
Il giovane sindacato è pronto alla verifica del rispetto dell’applicazione delle norme e delle disposizioni per la tutela della salute dei lavoratori: “L’obiettivo – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è fare il massimo sforzo per evitare di trasformare le scuole in focolai per la diffusione del virus. Non si comprende come mai, senza avere assicurato alle scuole i dispositivi di maggiore sicurezza, come le mascherine FFP2, e il distanziamento tra alunni, attraverso la messa a disposizione di aule più grandi e la riduzione di alunni per classe, si possa ora tranquillamente ritornare in presenza a scuola pur con oltre 250 casi di contagi ogni 100 mila abitanti. La salute non si tutela a seconda dei mesi, le disposizioni vanno applicate sempre”.
Nessuna sorpresa. Nel nuovo decreto Covid, che verrà approvato a breve dal Consiglio dei ministri, e che sarà in vigore dal prossimo 7 aprile, il Governo prevede la riapertura delle scuole in zona rossa, dall'infanzia alla prima media. "Si ricomincia dalla scuola, che è la prima a riaprire – ha detto il ministro dell'Istruzione Bianchi – Questo è il segnale che abbiamo voluto dare in maniera chiara e limpida. Anche nelle zone rosse si torna in presenza". Qualche giorno dopo Pasqua i ragazzi torneranno così fra i banchi: “una decisione in controtendenza rispetto a quanto si appresta a fare la Francia, dove il governo vuole chiudere le scuole per un nuovo aumento dei contagi”, scrive Fanpage.
Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha oggi annunciato che il governo varerà, nel decreto Covid del 31 marzo, anche lo sblocca concorsi pubblici. Considerando i dati Forum PA, sono almeno 60 i concorsi pubblici a livello nazionale che attendevano lo sblocco. Nella scuola vi sono tra gli 80 mila e i 90 mila posti da assegnare: i primi 32.000 riguardano la procedura straordinaria di cui al DD n. 510 del 23 aprile 2020; ancora più alto il contingente da assegnare per il concorso ordinario per infanzia e primaria con 12.861 posti da assegnare, oltre che il VI ciclo TFA sostegno, per il quale sono previsti 6.191 posti.
Anief reputa positiva l’intenzione dell’amministrazione di riprendere le procedure concorsuali. Tuttavia ricorda che i posti da coprire sono ormai tre volte tanto, considerando le 220 mila supplenze annuali sottoscritte quest’anno e i 35 mila pensionamenti in arrivo solo tra il personale docente. “Per superare il problema endemico del precariato – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – parallelamente ai concorsi va seguita la strada avviata oltre vent’anni fa con la Direttiva 70/99 della stessa Commissione UE che ha introdotto l’immissione in ruolo automatica di chi ha svolto 36 mesi. Una posizione ribadita dal Comitato dei diritti sociali europei che, accogliendo il ricorso Anief n. 146/2017 sulla reiterazione dei contratti a termine, ha aperto la strada ai concorsi riservati per titoli e servizi. Quelli che ora il Governo è tenuto a varare, anche assumendo da Gps, Gae e graduatorie d’istituto, per evitare che a settembre il sistema scolastico imploda per via della supplentite”.
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