Oggi una delegazione Anief, a seguito del presidente nazionale Marcello Pacifico, ha partecipato all'audizione informale con i rappresentanti dei Gruppi parlamentari delle Commissioni 7ª e 12ª del Senato, in merito all'affare assegnato n. 621, relativo all’impatto della didattica digitale integrata (DDI) sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico degli studenti. Pacifico ha ricordato che “rispetto allo scorso anno sono stati fatti tanti passi avanti: con l’auspicio che si possa tornare alla didattica in presenza integrale, abbiamo avanzato le nostre proposte per migliorare la didattica attuata a distanza”.
L’impatto della didattica digitale integrata sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico degli studenti arrivano tra i banchi del Senato: tra le sigle audite oggi anche Anief, giovane sindacato che dalla sua nascita è in prima linea per la difesa dei lavoratori della scuola e per il successo formativo delle nostre studentesse e dei nostri studenti, pilastro di un paese che deve rinascere. Durante il suo intervento, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha affermato che “la scuola in presenza è il fondamento di un ambiente sociale oltre che di apprendimento che basa la sua essenza sulla didattica in presenza. L’uso prolungato ed esclusivo della DaD, che stiamo vivendo ora, causerà dei problemi relazionali a lungo termine i cui effetti non sono prevedibili”.
“Pertanto – ha continuato Pacifico - la progettualità a lungo termine deve essere necessariamente organizzata in modo tale da prevedere anche delle scelte di prevenzione a tali disagi”. A questo scopo, il sindacato ha presentato un documento molto dettagliato che prendeva in esame i diversi segmenti scolastici, dalla scuola dell’infanzia fino ai centri per adulti.
“Riteniamo fondamentale il tema delle risorse per la formazione dei docenti – ha detto Stefano Cavallini, segretario generale Anief - Questo è un capitolo sul quale molto deve ancora essere approvato. Incredibilmente, nella scuola italiana ancora oggi si consumano discriminazioni intollerabili tra docenti in ruolo e colleghi precari. Basti ricordare il non riconoscere anche ai docenti a tempo determinato il diritto alla Carta del docente, introdotta dal governo Renzi con Legge “Buona Scuola”, grazie alla quale ogni docente (solo se in ruolo, però) può contare su un fondo annuale di 500 euro per l’aggiornamento e la formazione, utile anche per acquistare strumentazione digitale”.
“Abbiamo presentato diverse proposte specifiche – ha commentato Andrea Messina, segretario generale Anief - fra le quali l’assegnazione di computer in comodato d’uso attraverso convezioni con società o ditte, anziché spendere soldi per la dismissione dei personal computer. Tale attività dovrebbe essere organizzata direttamente dal ministero dell’Istruzione. Ma sarebbe anche fondamentale ripensare gli spazi nelle scuole e nelle città attraverso la realizzazione immediata di collegamenti in fibra ultrarapida in tutta Italia con Wifi free access point. E pure contrattualizzare i docenti precari come tutor in orario extrascolastico, con servizio ovviamente valido a tutti gli effetti di legge, così da garantire agli studenti il diritto allo studio anche in locali scolastici qualora sprovvisti di mezzi propri sufficienti”.
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