Le immissioni in ruolo dalle nuove graduatorie di merito regionali degli abilitati comportano l'immediata cancellazione da tutte le graduatorie in cui il docente è inserito. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l'amministrazione impone ai precari una roulette russa, l'Anief dice NO. Avviate le procedure di adesione allo specifico ricorso.
Con le immissioni in ruolo che si stanno svolgendo in tutta Italia in questi giorni, per la prima volta, ma solo in alcune regioni visti i ritardi nella gestione della procedura, si stanno utilizzando le GMRA, le graduatorie di merito regionali degli abilitati elaborate per la scuola secondaria a seguito del concorso riservato bandito nei mesi scorsi. L'individuazione del docente da GMRA comporta la sua ammissione al terzo anno di FIT, ossia la stipula di un contratto su supplenza annuale e termine al 31 agosto 2019 nel corso del quale sarà valutato per la successiva conferma della nomina a tempo indeterminato. La nomina da GMRA, però, comporta l'immediata cancellazione da tutte le graduatorie in cui i docenti erano precedentemente inseriti, siano esse Graduatorie di Merito 2016, Graduatorie a Esaurimento o d'Istituto e per tutte le classi di concorso di interesse.
Torniamo a occuparci delle delucidazioni fornite sull’argomento: come riporta Orizzonte Scuola, l’Inps dà indicazioni circa la prescrizione dei contributi pensionistici dovuti alle Gestioni pubbliche, confluite nell’INPS. Nella circolare INPS 15 novembre 2017, n. 169 sono stati prorogati i termini di prescrizione dei contributi al 31 dicembre 2018, inizialmente fissati al 31 dicembre 2017, oltre a essere illustrate le istruzioni in merito alla verifica del proprio “estratto conto INPS/INPDAP”, per controllare se sia aggiornato con tutti i contributi previdenziali versati. Dunque l’Inps “chiarisce che la posizione assicurativa potrà essere sistemata anche dopo il 1° gennaio 2019. Ciò che cambia, a partire dalla succitata data, è che l’Amministrazione – datrice di lavoro: non avrà più la possibilità di regolarizzare i versamenti mancanti, cosa possibile sino al 31 dicembre 2018; dovrà sostenere l’onere del trattamento di quiescenza, riferito a periodi di servizio per i quali è intervenuta la prescrizione”. Quindi, resta inteso che i lavoratori potranno richiedere una modifica della propria posizione assicurativa anche successivamente al 31 dicembre 2018.
Sta alla politica smascherare la finzione sull’organico di fatto e l’organico di diritto e certamente la soluzione non è che precari docenti e Ata cambino mestiere, nè tantomeno cercare il posto nel Nord del Paese per stravolgere tutta la propria vita e ritornare da pensionato, meno tassato. La verità è che bisogna portare avanti una vera e propria operazione che abbia per oggetto un maggiore investimento soprattutto in quelle regioni che sono economicamente più depresse e ad alto tasso di abbandono e disoccupazione, senza che esse siano isolate e lasciate a se stesse. Bisogna cambiare molte cose e siamo solo all’inizio. Questo il commento di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, all’ultima proposta del Governo di detassare i pensionati che spostano la residenza al Sud, come riporta La Repubblica oggi.
Fondi non spesi per l’edilizia, una scuola su quattro in reggenza, un docente su tre supplente su posti in deroga di sostegno, il 13% del personale ancora precario con il pasticcio sulle maestre da licenziare, cattedre senza insegnanti con immissioni in ruolo fantasma, confusione sui vaccini, organici di fatto mai convertiti in organici di diritto. Mentre Busetti rassicura, Anief rilancia lo sciopero dell’11 settembre quando scenderà in piazza per rivendicare alcune soluzioni tra cui la difesa della riapertura delle GaE.
Tra qualche settimana si ritornerà a scuola e tra le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, dell'Università e della Ricerca Marco Bussetti, in un’intervista a Il Giornale, e una diffusa confusione circa il reale stato del sistema scolastico si cerca di tirare le somme. Purtroppo, in questo gioco dei pro et contra sono molti gli elementi che ricadono nella seconda colonna. Per quanto riguarda il mondo della dirigenza scolastica c’è un argomento scottante, più volte rilanciato da Udir, il sindacato che tutela i DS, ed è quello della sicurezza. In un momento particolarmente sensibile per l’integrità dei cittadini, non basta più ascolatre parole del calibro “stiamo intervenendo”, “faremo presto”, “sistemeremo, è certo”. Adesso è l’ora di vedere i fatti.
Marcello Pacifico (presidente Udir): L’unico a non aver mai smesso di sottolineare la gravità della situazione degli edifici scolastici, che ha chiesto interventi sul D.lgs 81/08, che ha denunciato e organizzato corsi e seminari in cui è emersa la gravissima situazione del patrimonio edilizio scolastico è stato il nostro sindacato. Per noi è davvero giunta l’ora di finirla con dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano e sfociano in dichiarazioni che alla fine non portano a nulla: occorre predisporre interventi seri ed efficaci e stanziamenti adeguati e necessari alla sicurezza degli edifici e delle persone che li abitano, in primis. Bisogna intervenire quando si è al corrente dei rischi: il bene dei nostri ragazzi non può essere messo dopo, in una lista immaginaria, la mancanza di fondi delle provincie o dei comuni: occorre capire quali priorità vanno seguite. L’incolumità degli studenti è la priorità non solo per tutte le famiglie, ma pure per tutto il paese. È ora che la politica si faccia seriamente carico di questa responsabilità che non è certo scaricabile sul personale scolastico o più indirettamente sui cittadini. Chi ha posti di governo eserciti il suo dovere ed intervenga con tempestività. Udir continuerà la sua battaglia finché le scuole non saranno messe almeno in sicurezza.
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