Il governo sta lavorando nella direzione giusta. Perché è un falso problema quello delle certificazioni e quello delle iscrizioni, considerando che l’eventuale obbligo-ricatto riguarderebbe appena un bambino su quattro della fascia d’età coinvolta. Quindi, la decisione presa dal Ministro della Salute, Giulia Grillo, di potersi iscrivere da subito anche senza la certificazione, operando in sede parlamentare per l’introduzione di un obbligo di tipo “flessibile”, è sicuramente lecita.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il legislatore sta intervenendo nel decreto Milleproroghe, con la trasformazione di un disegno di legge ad hoc che cambierà la normativa: prorogare di un anno l'obbligo è una decisione saggia. I dirigenti scolastici avranno anche le loro ragioni, per via di incombenze e carichi di lavoro impressionanti, ma non sono sceriffi: su questo punto, quindi, farebbero bene ad ascoltare le istruzioni del Miur. Perché sono diverse le prerogative e i diritti che su certi aspetti entrano in causa e vanno valutati, al fine di non ledere i diritti di nessuno. Le polemiche di questi giorni risultano pertanto sterili, se non inutili, perché mettono in discussione il ripensamento dei parlamentari su una norma irragionevole che un anno fa di questi tempi era stata imposta per decreto, senza il necessario confronto con le parti coinvolte, ad iniziare dalle famiglie degli alunni. Una volta approvata la nuova norma, non vi sarà alcun problema: nemmeno sulle classi ghetto, altro motivo infondato di polemica. La verità è che soltanto un bambino su quattro frequenta le nostre scuole nel pre-obbligo scolastico e non c’è bisogno di dividere i bambini tra vaccinati e non vaccinati. Il resto è diatriba politica che a noi non interessa: come sindacato ci dobbiamo preoccupare di chi opera nella scuola, da docente e da discente. Tutti, nessuno escluso.
Sono 2004 i posti vacanti su ottomila, per una posizione assolutamente indispensabile al funzionamento amministrativo, contabile ed organizzativo delle scuole e potrebbero essere ulteriormente incrementati qualora quelli accantonati per mobilità non risulteranno del tutto utilizzati. Il Ministro Bussetti, aveva dichiarato, in una recente intervista, di aver già predisposto le attività per la stesura del bando di Concorso per il reclutamento dei nuovi DSGA. Il Miur ha comunicato ai sindacati di aver già inviato la richiesta di autorizzazione al Mef per bandire il concorso.
A breve sarà quindi ufficializzato.
Il bando dovrebbe essere pubblicato tra settembre e ottobre.
Le prove dovrebbero svolgersi in autunno, le immissioni in ruolo essere disposte dal 2019/20.
La legge di Bilancio, com’è noto, ha previsto l’indizione del concorso per i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi della scuola che deve essere bandito entro il 2018.
Per la definizione di alcuni requisiti d’accesso è necessario trovare dei riferimenti tecnico-normativi. Si punta anche a delle soluzioni politiche.
I titoli d’accesso al concorso sono quelli indicati nella tabella B allegata al CCNL:
Oltre al personale in possesso dei suddetti titoli, possono partecipare, in deroga agli stessi, gli assistenti amministrativi che, alla data del 1° gennaio 2018, abbiano maturato almeno tre anni interi di servizio negli ultimi otto nelle mansioni di direttore dei servizi generali ed amministrativi.
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Il Ministero dell’Istruzione ha comunicato ai sindacati di aver già inviato la richiesta di autorizzazione al Mef per bandire il concorso. L’intenzione, dopo quasi vent’anni dall’ultima procedura concorsuale, è pubblicare il bando nel mese di ottobre, per poi procedere con le prove e arrivare alle prime immissioni in ruolo dal mese di settembre 2019. Da qui alle prossime settimane andranno superate una serie di problematiche non indifferenti: la legge di bilancio prevede infatti che al concorso partecipino non solo i laureati, con la specifica laurea richiesta, ma anche gli assistenti amministrativi. E su questo punto sussistono delle criticità: la prima, riferita dai dirigenti Miur, è quella di trovare dei precisi riferimenti tecnico-normativi, sui quali al Miur starebbero lavorando. La seconda è invece di carattere puramente sindacale: riguarda il raggiungimento dei tre anni interi di servizio limitando il periodo utile agli ultimi otto nelle mansioni di direttore dei servizi generali ed amministrativi. Perché sia stato introdotto questo range temporale così ridotto rimane un mistero.
Marcello Pacifico (Anuef-Cisal): Che senso ha far valere solo il servizio svolto dal 2010? Discriminerebbe tutti gli assistenti amministrativi che in precedenza hanno svolto il medesimo servizio, in possesso degli stessi titoli d’accesso, avvalendosi della loro maggiore anzianità di servizio. Quale differenza c’è nell’avere svolto il ruolo superiore cinque anni fa, dieci anni fa o venti anni fa? Ancora di più perché l’attuale figura professionale è stata istituita dall’articolo 34 del CCNL nel 1999, che al comma 2 ha stabilito anche le modalità di accesso al nuovo profilo professionale. Quindi bisogna togliere il paletto degli otto anni, altrimenti la norma è discriminante. Pertanto, rimanendo così le cose, appena il bando di concorso verrà pubblicato, qualora la soglia degli ultimi otto anni dovesse essere confermata, Anief inviterà tutti i danneggiati a presentare ricorso al Tar del Lazio.
Alcuni uffici scolastici provinciali in questi giorni stanno provvedendo all’inserimento nella fascia aggiuntiva delle Graduatorie ad esaurimento di docenti laureati in Scienze della Formazione Primaria beneficiari di pronunciamenti giudiziari favorevoli. Anief ricorda che la collocazione in coda è illegittima e che tutti gli interessati hanno diritto all’inserimento nella terza fascia delle GaE. Per questo, il sindacato ha riaperto i termini per aderire allo specifico ricorso per ottenere il passaggio dalla fascia aggiuntiva alla terza fascia delle GaE. Adesioni sul portale Anief entro il 24 agosto.
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