A proposito della volontà di riaprire le GaE al personale docente precario abilitato, fonti della maggioranza tengono a precisare che in realtà il parere del Governo era contrario e non favorevole, diversamente da come è stato presentato ieri nell’Aula del Senato. Ma la votazione ufficiale non può essere però archiviata come un semplice incidente di percorso: la votazione favorevole dell’Aula del Senato ha illuso centinaia di migliaia di maestri e insegnanti precari, che per alcune ore si sono ritrovate in quella fascia aggiuntiva delle GaE, così come chiesto da svariato tempo dall’Anief e nei giorni scorsi pure da molti partiti politici d’opposizione impegnati alla Camera nell’esame del decreto Dignità. L’emendamento Leu, inoltre, serve a superare la discussa decisione del Consiglio di Stato che con l’Adunanza plenaria del 20 dicembre ha estromesso dalle GaE 60 mila maestri con diploma magistrale, di cui 7 mila già assunti, e chiuso di fatto la porta della stabilizzazione a tutti gli altri abilitati all’insegnamento salvandone solo una minima parte con un ‘concorsino’ da 12 mila cattedre che serve solo a lavare la coscienza del deludente Governo del cambiamento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Ma quale incomprensione? I senatori, i relatori, il Governo dovrebbero stare molto attenti a cosa votano in Aula e alle dichiarazioni rese. Noi a questi giochi, a questa superficialità estrema, realizzata ancora una volta sulla pelle dei precari della scuola, diciamo no. Quel voto in Aula è stato reso? Bene, ora i senatori si assumano le loro responsabilità e diano seguito a quanto espresso. Anche perché, se il relatore di maggioranza ha sbagliato, come è possibile che poi centinaia di parlamentari abbiano espresso a loro volta un voto errato? Se qualcosa cambierà alla Camera, questi parlamentari è bene che sappiano che si troveranno 160 mila docenti precari contro. E con loro ci saranno pure le famiglie, assieme a tutti coloro che stanno assistendo ad un voltafaccia senza precedenti, attuato nei confronti di professionisti della formazione che chiedono solo di applicare il diritto europeo sulle immissioni in ruolo e cassare una normativa italiana sul reclutamento che fa acqua da tutte le parti. Quanto accaduto ieri al Senato non può essere liquidato come ‘un errore a cui rimediare’. E non è un caso se in tanti già chiedono di tornare al voto per delle nuove elezioni politiche: si sono resi conto che quanto sta accadendo sui precari è l’esatto opposto di quello che era stato detto prima del voto del 4 marzo scorso. A meno che, magari dopo il caldo africano, si arrivi a più miti consigli. Noi vogliamo continuare a pensare che una speranza si sta davvero realizzando per risolvere il problema del precariato: ancora una volta con Anief, replicando la riapertura delle GaE del 2012, proprio grazie al testo presentato da LeU e votato dalla maggioranza del Parlamento della Repubblica italiana.
Via libera all’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento ai diplomati magistrale e anche agli Insegnanti Tecnico Pratici: grazie all’emendamento, a prima firma Loredana De Petris di Liberi e Uguali, potranno entrare in graduatoria i docenti che hanno conseguito l’abilitazione entro l’anno accademico 2017/2018, inserendosi nella fascia aggiuntiva “ivi inclusi i docenti in possesso di diplomala magistrale o d’insegnamento tecnico-professionale entro l’anno scolastico 2001/2002”. In base alla modifica approvata, l’inserimento dovrebbe avvenire a “decorrere dall’aggiornamento previsto nell’anno scolastico 2017/2018 per il successivo triennio”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Finalmente i parlamentari prendono atto della situazione, adottando un provvedimento di apertura delle graduatorie analogo a quello approvato sei anni fa nello stesso Milleproroghe. Questa apertura del Senato risponde alle richieste di chi opera nella scuola e vuole il bene delle nostre scuole, al fine di evitare l’avvio di una guerra tra docenti e compromettere il normale avvio del prossimo anno scolastico. A nome dell’Anief non posso che ringraziare i senatori della maggioranza parlamentare, che hanno compreso l’importanza di questa complicata partita, dando l’assenso ad un provvedimento fondamentale per il futuro professionale di tanti docenti precari abilitati all’insegnamento e anche per gli studenti e le loro famiglie che, in questo modo, potranno contare su docenti finalmente stabili e utili alla realizzazione della perseguita ma mai trovata continuità didattica.
Stamane sono state inviate agli Uffici Scolastici le istruzioni operative per le immissioni in ruolo, attraverso l’imminente convocazione dei candidati, l’individuazione dell’ambito e contestuale assegnazione della sede ai docenti neo-immessi in ruolo. Il condizionale sull’operazione è d’obbligo, perché molti dei 57.332 posti messi a bando non verranno mai assegnati, andando così ad ingrassare il già considerevole numero di supplenze annuali. Gli Usr attingeranno dalle graduatorie ad esaurimento, cui è destinato il 50% dei posti; dalle graduatorie di merito del concorso 2016 e quelle del concorso del 2018, cui è destinato il restante 50%. Nel caso di ulteriori disponibilità nell’ambito della quota del contingente destinata ai concorsi, si procederà alle ammissioni al terzo anno del percorso FIT. E qui risiede uno dei problemi: perché l’avere svolto il Fit comporta il depennamento da tutte le graduatorie: solo che nella grande maggioranza dei casi le operazioni che portano alla realizzazione delle graduatorie da terzo anno di Fit ancora devono completarsi. Anche laddove sono state avviate con sollecitudine e sembrava che tutto filasse liscio per arrivare alle assunzioni immediate, le commissioni si sono fermate in corrispondenza delle ferie estive: in Lombardia, ad esempio, i colloqui degli aspiranti docenti di diverse classi di concorso riprenderanno solo lunedì 27 agosto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): In diverse classi di concorso, come ad esempio la matematica alle medie o gli insegnamenti tecnico-scientifici alle superiori, non si attuerà alcuna immissione in ruolo. Perché le GaE e le graduatorie di merito sono esaurite, chi ha fatto il Fit deve in moltissimi casi ancora terminare e gli altri abilitati, ad iniziare da chi ha svolto il Tfa, continuano ad essere relegati nelle fasce d’istituto. Pure tra le 13.329 assunzioni previste sul sostegno, si prevede un alto numero di mancate assegnazioni delle cattedre, anche in questo caso per mancanza di aspiranti. Anzi, gli insegnanti di sostegno specializzati sarebbero presenti e arruolabili nei ruoli: solo che il Miur si ostina a precludere loro l’accesso alle graduatorie pre-ruolo. Lo stesso destino è quello che l’Avvocatura di Stato vorrebbe riservare agli Insegnanti tecnico pratici, i quali solo in presenza di ordinanze cautelari possono accedere con certezza sui posti vacanti a loro destinati. Ci accingiamo a vivere l’ennesima estate con migliaia e migliaia di mancate assunzioni, per colpa di un’amministrazione che continua a far prevalere la burocrazia e ad alzare le barriere, anziché stabilizzare dei precari selezionati e formati ad hoc, aprendo finalmente alla professionalità e al merito. Noi abbiamo da tempo indicato cosa bisogna fare: riaprire le GaE a tutti i docenti precari abilitati, come è accaduto già due volte nell’ultimo decennio. Questo semplice provvedimento, recepito però solo negli emendamenti al decreto Dignità dai partiti d’opposizione, con quelli di maggioranza che hanno fatto ostruzione assoluta, avrebbe evitato guerre intestine tra i precari e l’inevitabile boom di ricorsi che a breve ci accingeremo a presentare.
La Commissione Affari Costituzionali approva due emendamenti identici, a firma dei sen. Paola Taverna (M5S) e Silvia Fregolent (Lega), che posticipano di un anno l'entrata in vigore del punto di forza della legge Lorenzin sui vaccini, ovvero l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie come requisito per l'ammissione alle scuole dell'infanzia. A questo punto, scrive anche la stampa specializzata, se gli emendamenti saranno approvati in via definitiva da entrambe le Aule del Parlamento l'obbligo vaccinale sarà di fatto vanificato in attesa dell'annunciata revisione complessiva della legge Lorenzin istituita tra mille polemiche nel corso dell’estate passata. Gli emendamenti fanno seguito ad una posizione già chiara dell’attuale governo sulla materia: una circolare congiunta, firmata ad inizio luglio dalla Ministra della Salute Giulia Grillo e dal Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, aveva infatti già stabilito che per l’iscrizione al prossimo anno scolastico sarebbe bastata l'autocertificazione, facendo così decadere la scadenza 10 luglio scorso. Secondo Anief, che aveva impugnato il decreto, su questo aspetto il governo sta procedendo nel giusto modo: il provvedimento di chiusura, che negava l’accesso ai bambini non vaccinati, imposto dall’ultimo esecutivo Pd, non ha mai avuto valenza costituzionale, visto che per tutelare la salute si intendeva negare il diritto allo studio. Senza dimenticare che si è attuato un sistema del tutto inefficace per assicurare le vaccinazioni a tutti i bambini.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Finalmente è stata presa una scelta giusta, perché va a rivedere un provvedimento calato dall’alto senza ascoltare le parti sociali e le associazioni dei genitori. A questo punto, è bene che il ministero della Salute, una volta che gli emendamenti vengano approvati in via definitiva, provveda ad inviare ai dirigenti coinvolti anche il rinvio delle sanzioni che sarebbero scattate nei confronti dei genitori inadempienti, ad iniziare dalle multe fino alla sottrazione della patria potestà.
(ANSA) - ROMA, 2 AGO - "Si sta preparando il terreno al più grande licenziamento di dipendenti pubblici della storia della Repubblica italiana, avallando un concorso straordinario, voluto dai parlamentari delle Commissioni Cultura e Lavoro, che metterà in palio un numero di cattedre irrisorie, appena 12 mila a fronte di oltre 50 mila diplomati magistrali che lavorano stabilmente e ancora più laureati in Scienze della formazione primaria abbandonati al loro destino, con il risultato di scatenare una concorrenza spietata tra i docenti e costringere tutti gli esclusi al rivolgersi al tribunale per avere giustizia". Lo rileva in una nota l'Anief. "Si sta certificando - osserva Marcello Pacifico - il licenziamento dal prossimo 30 giugno di tanti maestri che già erano stati assorbiti nei ruoli delle Stato, a cui si vanno ad aggiungere altri 43 mila docenti della scuola dell'infanzia e primaria che hanno sottoscritto un contratto annuale da GaE. E poi ci sono tutti gli altri abilitati. Pensare di risolvere tutto questo - conclude - con un 'concorsino' per 12 mila posti, appare l'ennesima manovra da fumo negli occhi". (ANSA).
Con il Decreto Ministeriale 576 del 1° agosto 2018, si ufficializza, dopo il via libera del Ministero dell’Economia, la quantità e la ripartizione delle assunzioni del personale ATA per l’a.s. 2018/19: si prevede l’immissione in ruolo per 724 nuovi Direttori dei servizi generali e amministrativi, sebbene i posti liberi siano ben 2.165. Per gli amministrativi le assunzioni saranno 2.881 (su 4.007 posti), poi gli assistenti tecnici solo 625 assunzioni (1.223 posti), per i collaboratori scolastici 4.497 su 9.278. Chiudono il cerchio delle assunzioni appena 2 addetti alle aziende agrarie (su 64 posti), 8 guardarobieri (su 47 posti), 7 cuochi (su 85). Non verrà infine assunto in ruolo alcun infermiere, sebbene i 22 posti liberi a livello nazionale.
Il sindacato non comprende il motivo per cui gli Ata continuano ad essere trattati come dei lavoratori di serie B, considerando che per gli insegnanti il contingente di assunzioni a tempo indeterminato corrisponde a tutti i posti liberi in organico di diritto: fa scalpore, pertanto, il numero di posti che per amministrativi, tecnici e ausiliari rimarranno vacanti anche dopo questa tornata di assunzioni. Anief reputa inaccettabile questo modo di procedere: per quale motivo si immette in ruolo solo su un quarto dei posti effettivamente vacanti, considerando la finzione dell’organico di fatto? Perché si continua a colpire una categoria professionale già penalizzata nel recente passato, tanto da ritrovarsi esclusa dal piano di assunzioni, dal potenziamento e dal bonus dell’aggiornamento annuale della legge 107/2015? Tra l’altro, la mancata stabilizzazione diventa ancora più illogica, dal momento in cui applicando il diritto europeo, la Corte di Cassazione ha aperto gli scatti di anzianità anche ai supplenti: con alcune recenti ordinanze, del 26 giugno scorso, si è anche stabilito di assegnare le mensilità di luglio e agosto al personale Ata ricorrente che opera su posto vacante e disponibile.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Ad incrementare l’ingiustizia è stato anche l’estensore del testo dell’ultimo contratto collettivo nazionale, ratificato il 20 aprile scorso all’Aran dalla triade di sindacati confederali, che non prevede nuovi profili professionali per gli Ata, sebbene negli ultimi 30 anni il carico di lavoro degli amministrativi, dei tecnici e dei collaboratori scolastici sia fortemente aumentato, alla pari delle responsabilità anche penali. Per non parlare dei compensi. Viene da chiedersi, per fare un esempio, per quale motivo un collaboratore scolastico debba percepire lo stipendio più basso dalla PA, pur rischiano di incorrere in sanzioni penali, perché addetto alla sorveglianza di minori mentre si recano ai servizi igienici. E che dire degli amministrativi a cui si chiede di tutto, dalle ricostruzioni di carriera alla verifica delle vaccinazioni, da sempre affidate ad uffici diversi o altri ministeri? La verità è che i governanti vogliono continuare a fare cassa sulla pelle dei precari, se poi sono Ata credono di giocare facile. Ma non hanno fatto i conti con l’Anief.
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