Se la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito, con l’Ordinanza della VI Sezione del 18 maggio 2022, che non è lecito “trattare i lavoratori a tempo determinato in modo meno favorevole rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato”, perché la Carta del docente continua a non essere assegnata ai precari? Lo chiedono i supplenti da tempo. Se lo Stato non sembra dare seguito alle indicazioni che arrivano da Lussemburgo, allora sono i giudici nazionali a fornire risposte convincenti: anche a Tivoli, dove il Tribunale del lavoro ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a pagare 2.000 euro per le quattro supplenze annuali svolte da una insegnante di Roma tra il 2019 e il 2023 senza vedersi assegnare la Carta del docente. Difesa dai legali Anief, la docente ha dunque ottenuto gli arretrati e giustizia, coì ora potrà finalmente aggiornarsi alla pari dei colleghi insegnanti di ruolo.