La risposta del Governo sulla sentenza della Consulta, sul blocco delle indicizzazioni sulle pensioni superiori a tre volte il minimo, è ingiusta e incostituzionale.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la rivalutazione delle pensioni, sempre più basse rispetto all’inflazione, doveva essere reale e retroattiva, come ha indicato la Corte Costituzionale, che ha di fatto annullato integralmente il blocco sulle indicizzazioni senza fare alcuna distinzione tra reddituali. Se proprio l’Esecutivo voleva intraprendere una strada diversa, avrebbe dovuto approvare una nuova legge. In questo modo, invece, si vuole dare un ‘contentino’ e chiudere la questione. Siamo pronti a dare battaglia in tribunale.
È la risposta del sindacato alle dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, secondo cui gli idonei al concorso per docenti del 2012 e agli abilitati con Tfa e Pas non hanno diritto alle assunzioni, perché il Governo non svolge “un'opera di ammortizzazione sociale”.
Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione: cresce l’insofferenza tra il personale, oltre che tra gli studenti e le famiglie, che sempre per il ministro Giannini sarebbero in disaccordo con le organizzazioni sindacali. Tutto questo porterà non pochi danni anche allo Stato, costretto a pagare risarcimenti milionari per le mancate assunzioni a chi ne aveva pieno diritto. La verità è che questa riforma, se approvata dal Parlamento così come creata dal Governo, produrrà danni a personale e utenti della scuola. Facendo arretrare ulteriormente la qualità dell’offerta formativa. Pertanto, Anief dà appuntamento a tutto il personale scolastico venerdì 24 aprile a Roma.
A fine aprile il rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, Anief presenta la sua proposta per cambiare la scuola.
Il giovane sindacato punta a portare più candidati possibili nell’l’organo di democrazia che dopo la soppressione del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione e le sanatorie di atti ministeriali firmati senza il previsto parere, a fine mese verrà ricostituito, evitando in tal modo il rischio di ricorsi per procedura illegittima degli atti non sottoposti a parere preventivo.
Ecco i punti principali che Anief indica ai colleghi come prioritari per la sua azione, nell’interesse di docenti e Ata: valorizzare il servizio per la progressione economica di carriera; tutelare la governance collegiale nella scuola senza derive autoritarie; recuperare il tempo scuola ridotto in ogni ordine e grado; attuare la parità di trattamento giuridica ed economica tra personale precario e di ruolo; stabilizzare tutti i precari che hanno conseguito un’abilitazione; consentire il trasferimento/assegnazione provvisoria per tutelare il diritto al lavoro ed alla famiglia; utilizzare le graduatorie per le supplenze su posti non vacanti. Il motto prescelto è “Fai ascoltare la tua voce”.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il personale non può essere svilito con norme che portano sempre più gli stipendi sotto il costo della vita. Come ci rifiutiamo di accettare che si cambino le regole della governance della scuola fino ad oggi 'condivisa', con gli organi collegiali, ma che con il ddl di roiforma viene assegnata in toto alla leadership del dirigente scolastico.
All'interno di un dossier del Servizio Studi-Dipartimento di Montecitorio e dell’Ufficio Rapporti con l’Ue, allegato alla presentazione in Parlamento del DDL sulla riforma: i consulenti parlamentari ribadiscono due elementi fondamentali dei quali non si può certo prescindere nella fase dell’attuazione del piano straordinario di assunzioni: la sentenza della Corte di Giustizia di Lussemburgo e la procedura di infrazione iniziata dalla Commissione Europea e tuttora in corso.
Replica della Commissione Ue: “l’ordinamento italiano (DPR n. 1525/1963) non include l’attività didattica tra le attività di lavoro stagionale. Il fatto poi che uno stesso docente possa lavorare per più di venti anni con contratti di lavoro a tempo determinato contraddice l’esistenza delle ragioni oggettive invocate dalle autorità italiane (sostituzione e stagionalità)”. Perché si vuole far passare, chiede Orizzonte Scuola, “che i lavoratori di ruolo continuino a raccogliere le patate o a potare le viti di Lambrusco anche a stagione finita?”.
Marcello Pacifico (presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione): se passerà il piano ‘ristretto’ di immissioni in ruolo predisposto dal Governo, il problema del precariato rimarrà tutt’altro che risolto: due supplenti annuali su tre continueranno ad essere inquadrati da graduatorie che non saranno affatto svuotate. E questo continuerà ad avvenire sempre perché il Governo si ostina a non realizzare un serio censimento: una censura assurda, che ora scopriamo viene cassata anche dall’ufficio legislativo della Camera.
Intervistato da Repubblica Tv, il ministro dell’Istruzione assicura che con il ddl La Buona Scuola si chiude il capitolo drammatico del precariato storico: dei 130mila precari della scuola nelle graduatorie ad esaurimento, 100mila e qualche centinaio li assumiamo subito: la parte restante è quella delle graduatorie dell’infanzia, che non è esclusa ma affidata alla delega al Governo su questo ddl che si svilupperà nel prossimo anno.
Replica dell’Anief: Giannini sa bene che i numeri del precariato italiano non si fermano alle GaE, peraltro tutt’altro che prossime allo svuotamento, come invece era stato detto a gran voce dal Governo per almeno sei mesi. Oltre ai 37mila precari della scuola dell’infanzia, infatti, ne rimangono fuori almeno altri 7mila appartenenti alle varie classi di concorso, più decine di migliaia di abilitati in seconda fascia d'istituto ed altri 7mila docenti idonei dei concorsi pubblici. Mancano all’appello, inoltre, alcune migliaia di altri aspiranti docenti di religione, i docenti in servizio nelle scuole estere del MaE e alcune centinaia di educatori.
Marcello Pacifico (presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione): così viene elusa la sentenza della Corte di Giustizia europea dello scorso 26 novembre. Vorrà dire che troveranno giustizia tramite le aule dei tribunali, dove i giudici gli potranno assegnare quella stabilizzazione oggi negata dal legislatore. Ma anche risarcimenti tutt’altro che figurativi: fino a 20 mensilità, oltre che l’inclusione degli scatti e delle mensilità estive, con cifre che variano tra i 30mila e i 50mila euro a docente.